Sergio Mattarella ha preso in giro la proposta di legge della Lega di vietare il femminile nelle cariche pubbliche

In un discorso il presidente della Repubblica ha usato la parola “sindaca”, chiedendosi scherzosamente se si possa ancora usare

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Mercoledì il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alla consegna del “Ventaglio”, una cerimonia che si svolge ogni anno e che prevede il dono di un ventaglio decorato al presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato da parte dell’Associazione stampa parlamentare.

È un consueto momento di saluto prima della pausa estiva tra le massime cariche dello Stato e i giornalisti che di solito si occupano di coprire le notizie di politica e le cronache dal parlamento. Mattarella ha tenuto un discorso in cui ha parlato tra le altre cose del clima di violenza e di odio politico di questi mesi, e ha citato a questo proposito l’aggressione alla ex sindaca di Berlino Franziska Giffey. Ha però smorzato i toni chiedendosi poi se fosse ancora consentito l’uso del femminile per riferirsi a una carica pubblica. «Spero si possa ancora dire», ha detto Mattarella, usando la parola “sindaca”.

Mattarella faceva riferimento a una proposta di legge della Lega, poi ritirata, per vietare l’uso del femminile negli atti pubblici per indicare donne con cariche istituzionali. Aveva suscitato grosse polemiche, come spesso accade con proposte di legge provocatorie e chiaramente retrograde: se questa in particolare fosse infine stata approvata, non sarebbe stato più possibile scrivere nei documenti pubblici «sindaca» o «assessora» (considerati dei neologismi dal senatore della Lega Manfredi Potenti, che l’aveva presentata). Era anche prevista una multa da 1.000 a 5.000 euro per gli eventuali trasgressori.

Il testo depositato da Potenti prevedeva «disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere» e specificava che «è ammesso l’uso della doppia forma od il maschile universale, da intendersi in senso neutro e senza alcuna connotazione sessista». Tuttavia, la proposta di legge ha avuto vita breve. Il segretario della Lega e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini non ne era al corrente, e alcuni dirigenti della Lega si erano infastiditi: per questo la proposta era stata poi ritirata.

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