• Mondo
  • Martedì 23 luglio 2024

In Polonia il governo di Donald Tusk fatica a cambiare le leggi sull’aborto

Un disegno di legge che avrebbe decriminalizzato l'aiuto dato a una donna per interrompere una gravidanza entro le prime 12 settimane è stato rigettato dal parlamento per soli tre voti

Donne che gridano durante una manifestazione in favore del diritto di aborto
Una manifestazione per chiedere il diritto di aborto davanti alla sede del parlamento polacco a Varsavia, il 23 luglio 2024; sul cartello sullo sfondo c'è scritto «Basta ferire le persone» (EPA/RAFAL GUZ, ANSA)
Caricamento player

Martedì in varie città polacche ci sono state manifestazioni di protesta organizzate dai movimenti femministi contro il voto con cui, il 12 luglio, il parlamento ha rigettato un disegno di legge che avrebbe decriminalizzato le azioni di chi aiuta una donna ad abortire illegalmente entro le prime 12 settimane di gravidanza. Nella stessa giornata Donald Tusk, primo ministro della Polonia da dicembre, ha licenziato il viceministro allo Sviluppo e alla Tecnologia Waldemar Sługocki perché non era presente al Sejm, la camera bassa del parlamento, il giorno del voto. La coalizione guidata da Tusk, che in campagna elettorale aveva promesso di introdurre una maggiore libertà di aborto, non è riuscita a far passare il disegno di legge per soli tre voti.

Le attuali leggi polacche sull’aborto sono tra le più restrittive in Europa. I precedenti governi guidati dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS) hanno vietato le interruzioni volontarie di gravidanza quasi in ogni caso; sono permesse solo per le gravidanze che sono il risultato di uno stupro o di un incesto e per le gravidanze che mettono in pericolo la vita della donna incinta. E chi aiuta una donna ad abortire illegalmente rischia fino a tre anni di carcere.

Il Sejm ha 460 membri e il disegno di legge che avrebbe potuto decriminalizzare l’aiuto alle donne che abortiscono è stato respinto con 218 voti contrari e 215 a favore. Hanno votato contro i partiti di opposizione e 24 dei 31 deputati del Partito popolare polacco (PSL), la forza politica con posizioni più conservatrici all’interno del governo. Hanno invece votato per l’approvazione del disegno di legge tutti i deputati degli altri partiti di governo che erano presenti, ma non è stato sufficiente.

Tusk ha detto chiaramente che il licenziamento di Sługocki, che fa parte di Coalizione Civica (KO), il gruppo politico di centrodestra del primo ministro, è una forma di punizione per la sua assenza: «La disciplina all’interno della coalizione è necessaria perché non ci siano divisioni che permettano a PiS di mettere le sue mani sul processo di governo». Oltre a Sługocki anche altri due membri di KO non erano presenti per il voto sul disegno di legge: uno, Krzysztof Grabczuk, è stato scusato dal primo ministro perché si trovava in ospedale; l’altro, Roman Giertych, è stato rimosso dal suo incarico di vicepresidente del gruppo parlamentare di KO.

Anche se il disegno di legge sulla decriminalizzazione degli aiuti alle donne che abortiscono entro le prime 12 settimane di gravidanza fosse stato approvato dal Sejm non è detto che sarebbe diventato legge. Prima del voto il presidente della Repubblica polacco Andrzej Duda, che fa parte di Diritto e Giustizia, aveva detto che non avrebbe comunque firmato la legge, in modo da evitare la sua entrata in vigore. Ha detto la stessa cosa anche per gli altri tre disegni di legge attualmente in discussione all’interno di commissioni parlamentari che amplierebbero il diritto alle interruzioni volontarie di gravidanza.

Tusk governa in una situazione complicata anche per altri temi, visto che nei suoi molti anni di governo Diritto e Giustizia aveva rafforzato la sua influenza sulle istituzioni, trasformando la Polonia in un paese sempre meno democratico. Martedì il primo ministro ha detto di essere rammaricato per non essere riuscito a convincere una maggioranza di deputati a votare in favore del disegno di legge. Ha anche promesso di evitare che la coalizione di governo si spacchi a causa delle questioni che riguardano l’aborto.

Intanto i movimenti femministi hanno accusato il governo di rimangiarsi le proprie promesse elettorali e stanno organizzando nuove proteste. Martedì la manifestazione più grande è stata a Varsavia, di fronte alla sede del Sejm. Oltre alle persone che chiedevano maggiori libertà di aborto c’era anche una piccola contromanifestazione antiabortista.

Il partito Lewica (Sinistra), che sostiene la coalizione di governo e aveva presentato il disegno di legge, ha detto che continuerà a presentarne altri per la decriminalizzazione dell’aiuto alle donne che abortiscono fino a che non riuscirà a farne approvare uno.