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  • Martedì 23 luglio 2024

I Democratici vogliono anticipare la nomina di Kamala Harris

La conferma potrebbe avvenire con un voto elettronico entro il 7 agosto, ma non è chiaro se Harris dovrà annunciare il suo vice presidente entro quella data

Il logo della convention del partito Democratico (Scott Olson/Getty Images)
Il logo della convention del partito Democratico (Scott Olson/Getty Images)
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La vice presidente Kamala Harris potrebbe essere nominata candidata del Partito Democratico alle elezioni presidenziali di novembre tramite una virtual roll call (“appello virtuale”, ossia una sorta di voto elettronico) entro mercoledì 7 agosto, con quasi due settimane di anticipo sulla convention del partito che si terrà a Chicago tra il 19 e il 22 agosto e che dovrebbe essere, secondo la prassi, il momento in cui i delegati scelgono il proprio o la propria candidata.

La nomina formale avverrà in ogni caso durante la convention, ma a quel punto avrebbe solo una funzione cerimoniale. Il Comitato Nazionale Democratico (DNC), l’organo decisionale del partito, dovrebbe decidere la data e definire altri dettagli della procedura di voto elettronico mercoledì.

Per essere nominata tramite appello virtuale, Harris (o chiunque altro si voglia candidare) dovrà raccogliere almeno 300 firme digitali tra i delegati entro la fine di questa settimana, non più di 50 per ogni singolo stato. In base al numero di candidati che si presenteranno, il voto potrebbe tenersi tra il 1° e il 7 agosto.

Non ci sono particolari dubbi sul fatto che Harris riuscirà a ottenere le firme necessarie, e anzi è possibile che sia l’unica candidata nel partito. Dopo che il presidente in carica Joe Biden aveva annunciato di volersi ritirare e le aveva dato il suo sostegno, in poche ore la vice presidente ha ricevuto l’appoggio di molti tra i più importanti esponenti del partito, tra cui alcuni che nelle ultime settimane erano stati presentati come potenziali candidati alternativi a Biden. Martedì mattina Harris ha scritto su X di aver ottenuto il sostegno di abbastanza delegati e delegate per ottenere la nomina.

Kamala Harris (Marcus Ingram/Getty Images for ESSENCE)

Kamala Harris (Marcus Ingram/Getty Images for ESSENCE)

Tradizionalmente i delegati votano per scegliere sia il candidato alla presidenza che quello alla vicepresidenza, ma viste le circostanze anomale al momento non è chiaro se Harris dovrà necessariamente annunciare il suo candidato alla vicepresidenza entro la settimana prossima. Politico ha scritto che per ora il DNC è rimasto piuttosto vago sulla questione: un portavoce ha detto che se Harris volesse potrebbe annunciarlo subito, ma che alla fine questo «dipenderà dal candidato o dalla candidata alla presidenza». Un rappresentante del partito rimasto anonimo ha detto ad Axios che la scelta del vice potrà avvenire «secondo tempistiche che rispettano gli interessi del candidato presidenziale».

Il piano di anticipare il voto risale a maggio, e quindi a prima che Biden decidesse di ritirarsi a causa dei dubbi diffusi sulla sua capacità di governare per un secondo mandato a causa dell’età avanzata (ha 81 anni). La scelta aveva a che fare con alcune scadenze per la presentazione dei candidati in Ohio e in altri stati: secondo i dirigenti del partito, aspettare che i delegati votassero in presenza a fine agosto avrebbe significato rischiare di non rispettare le scadenze ed essere esclusi dalle schede elettorali in vari stati. L’Ohio ha poi approvato una legge per aggirare questo problema, che però entrerà in vigore solo il 1° settembre.

Dopo il ritiro di Biden la necessità di formalizzare un nuovo candidato è diventata particolarmente urgente per il Partito Democratico, dato che alcuni Repubblicani hanno già minacciato di fare ricorso contro presunte irregolarità legate alla sostituzione. Richard Hasen, un professore esperto di legge elettorale dell’Università della California, Los Angeles (UCLA), ha detto alla radio NPR di non credere che le autorità federali competenti riuscirebbero a risolvere eventuali ricorsi in tempi rapidi.