Chi è Fabio Ciciliano, il nuovo capo della Protezione civile

La sua nomina è stata annunciata in Consiglio dei ministri: il governo gli aveva già affidato la gestione dell'emergenza a Caivano

Fabio Ciciliano a Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio, il 19 ottobre 2023 (Mauro Scrobogna/LaPresse)
Fabio Ciciliano a Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio, il 19 ottobre 2023 (Mauro Scrobogna/LaPresse)
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Il ministro Nello Musumeci ha annunciato che Fabio Ciciliano sarà il nuovo capo del dipartimento della Protezione civile, la struttura alle dipendenze della presidenza del Consiglio che gestisce le emergenze e le situazioni di rischio. Ciciliano prenderà il posto di Fabrizio Curcio, che era stato nominato nel febbraio del 2021 dal governo guidato da Mario Draghi e il cui mandato sarebbe scaduto nel 2025. Il governo stava pianificando da tempo questo avvicendamento: vari esponenti di Fratelli d’Italia avevano in passato polemizzato con Curcio, considerato un dirigente troppo legato a una stagione politica passata. Musumeci ha annunciato Ciciliano nel Consiglio dei ministri di lunedì: la nomina ufficiale ci sarà nei prossimi giorni, ma ormai è certa la sostituzione di Curcio.

Napoletano, classe 1972, Ciciliano è un dirigente medico della Polizia di Stato. Ha tre lauree: una in medicina e chirurgia all’Università Federico II, una in Scienze delle pubbliche amministrazioni e un’altra in Scienze economiche, prese rispettivamente all’Università di Catania e all’università telematica Pegaso. Anche per questo tra i suoi colleghi c’è chi, ironicamente, lo chiama «il luminare», anche se lui reagisce di solito minimizzando, e dicendo di considerarsi più che altro un «uomo d’azione e di pianificazione».

Nel corso degli anni ha avuto vari ruoli di responsabilità nelle missioni d’emergenza nazionali e internazionali: ha curato le misure di assistenza sanitaria in occasione di grandi eventi a Roma, come i funerali di papa Giovanni Paolo II; è stato poi responsabile dell’allestimento degli ospedali da campo all’Aquila dopo il terremoto del 2009 e ha partecipato all’organizzazione degli interventi di soccorso e ricostruzione dopo il terremoto dell’Emilia-Romagna nel 2012; da esperto in rischio nucleare e radiologico, ha partecipato alle missioni di assistenza umanitaria in Giappone dopo lo tsunami che colpì la centrale di Fukushima, nel 2011, e un anno prima aveva prestato servizio con funzioni di coordinatore degli interventi sanitari ad Haiti dopo il terremoto.

Per l’esperienza maturata nella gestione delle emergenze, e le sue competenze nel settore della medicina dei disastri, era stato inserito nel gruppo di esperti che componevano il Comitato tecnico scientifico (CTS), l’organismo istituito nel marzo del 2020 dal governo di Giuseppe Conte per affrontare la pandemia da coronavirus. Nelle polemiche che nei mesi si svilupparono intorno alle misure restrittive adottate e al ruolo stesso del Comitato, le dichiarazioni di Ciciliano vennero spesso considerate dai parlamentari di destra come l’espressione di una linea più cauta e meno allarmistica rispetto a quella di altri tecnici e consulenti del governo. Fu proprio Ciciliano, nel febbraio del 2022, a suggerire di sciogliere il Comitato, con un’intervista al Corriere della Sera in cui disse che sarebbe stato un segnale simbolico della fine dell’emergenza; contro questa ipotesi intervennero altri membri del CTS, come Pier Luigi Lopalco. Il Comitato fu poi sciolto di lì a poche settimane, nel marzo del 2022.

Fabio Ciciliano insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano a Palazzo Chigi, in occasione della presentazione di uno dei progetti di riqualificazione di Caivano, il 19 ottobre 2023 (Filippo Attili/LaPresse)

La stima che il governo di Meloni ha nei confronti di Ciciliano, anche in virtù di un rapporto di fiducia che lega quest’ultimo al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, si era manifestata nel settembre del 2023, quando era stato nominato commissario straordinario per l’emergenza di Caivano, il comune nel napoletano che era stato al centro di molte attenzioni mediatiche per via di un caso di stupro ai danni di due ragazzine di 10 e 12 anni. Giorgia Meloni si era subito impegnata nel promettere importanti interventi di riqualificazione urbana per la città, afflitta da pesanti situazioni di degrado e criminalità. Per questo aveva deciso di creare una struttura commissariale che potesse intervenire in deroga alle norme ordinarie con un piano straordinario di riqualificazione. Su questo progetto il governo aveva puntato molto, con visite e iniziative costanti di diversi ministri in collaborazione con Ciciliano.

Già all’epoca la scelta di dare a Ciciliano quell’incarico era stata interpretata come un preludio a una sua promozione definitiva, poi in effetti avvenuta. Il suo mandato come commissario straordinario per Caivano scadrà il 18 settembre prossimo.

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