Due persone sono morte nel crollo di un ballatoio a Scampia

È successo in una delle Vele, complesso di palazzi popolari alla periferia di Napoli: ci sono almeno tredici feriti

Persone per strada dopo il crollo di un ballatoio della Vela Celeste, Napoli, 22 luglio 2024
(ANSA/CESARE ABBATE)
Persone per strada dopo il crollo di un ballatoio della Vela Celeste, Napoli, 22 luglio 2024 (ANSA/CESARE ABBATE)
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Lunedì sera è crollato un ballatoio di una delle Vele di Scampia, complesso di palazzi di edilizia popolare costruito tra gli anni Sessanta e Settanta nella periferia a nord di Napoli: due persone sono morte, un uomo di 29 anni e una donna di 35, e tredici sono ferite. Tra i feriti, alcuni dei quali sono in gravi condizioni, ci sono anche sette bambini che avrebbero fra i due e gli otto anni.

Il crollo è avvenuto poco prima delle ore 23 al terzo piano della struttura e ha coinvolto nella caduta anche i ballatoi del secondo e del primo piano. Subito dopo moltissime persone sono scese per la strada, mentre sul posto sono arrivati i vigili del fuoco che hanno cominciato a scavare tra le macerie e a evacuare l’intero edificio.

Un mezzo dei vigli del fuoco alla Vela celeste dopo il crollo, Napoli, 22 luglio 2024 (ANSA)

Ora sono in corso le verifiche sulla stabilità del palazzo e per cercare di capire le cause del crollo: la più accreditata è comunque quella di un cedimento strutturale. Nel frattempo il prefetto Michele di Bari ha convocato una riunione attivando il Centro coordinamento dei soccorsi e la procura di Napoli ha fatto sapere che aprirà un’indagine su quanto successo. Martedì mattina di Bari ha detto sono state evacuate 800 persone che abitavano nel palazzo, di cui 300 minori, e che nel caso in cui non potranno rientrare subito nelle proprie case la Protezione civile e il comune di Napoli hanno già individuato degli alloggi temporanei in cui farle stare.

Il complesso delle Vele, che per decenni sono state il simbolo di molti dei problemi di Napoli, fu costruito tra il 1962 e il 1975 in seguito a una legge approvata nel 1962 per creare nuovi quartieri di edilizia popolare in diverse città italiane, con fondi della Cassa del Mezzogiorno, un ente pubblico creato negli anni Cinquanta per finanziare interventi e opere di pubblico interesse nell’Italia meridionale.

Gli edifici si chiamano così per la loro forma: la base è larga e la struttura si restringe man mano salendo ai piani superiori. Le Vele erano inizialmente sette e ogni Vela era composta da due edifici paralleli lunghi 100 metri e alti 45, con 14 piani collegati da ballatoi e rampe di scale. Ogni Vela era denominata dagli abitanti con un colore: quella in cui è avvenuto il crollo è la Vela celeste. È anche l’unica, delle tre su sette che restano ancora in piedi dopo le demolizioni iniziate negli anni Novanta, che non sarà abbattuta ma riqualificata.

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