La Colombia ha vietato le corride
Lunedì il presidente colombiano Gustavo Petro ha firmato una legge che vieta nel paese le corride, i tradizionali spettacoli di origine spagnola che consistono in una lotta tra uomini (detti toreros) e tori. Il disegno di legge era stato approvato dal parlamento a fine maggio, e mancava solo la firma del presidente. Era un passaggio considerato scontato, dato che Petro è storicamente contrario alle corride e che più volte si era espresso pubblicamente per vietarle.
Petro ha firmato la legge durante una manifestazione pubblica a Bogotà, davanti a centinaia di attivisti e attiviste per i diritti degli animali. Parlando alla folla ha detto: «Non possiamo dire al mondo che uccidere esseri viventi e senzienti per l’intrattenimento sia cultura. Una cultura che preveda di uccidere un animale per divertimento ci porterebbe anche a uccidere esseri umani per divertimento, perché anche noi siamo animali». La Colombia era uno dei pochissimi paesi dove le corride erano ancora permesse: gli altri sono la Spagna (dove la pratica, appunto, ha avuto origine), la Francia, il Portogallo (dove si pratica soprattutto nelle zone vicine al confine con la Spagna) e alcune ex colonie spagnole in America Latina: Messico, Ecuador, Perù e Venezuela. In precedenza erano invece già state vietate in Brasile e Argentina.