Kamala Harris sui social funziona già

La vicepresidente statunitense ha sempre ispirato meme e contenuti virali più o meno lusinghieri: ora che è la candidata favorita del partito Democratico potrebbe tornarle utile

Dai primi di luglio, dopo la disastrosa performance del presidente degli Stati Uniti Joe Biden al dibattito col candidato Repubblicano Donald Trump, negli Stati Uniti i social network si sono riempiti di emoji a forma di cocco e riferimenti al coconut tree, la palma da cocco. È il più famoso dei tanti meme e tormentoni che nelle ultime settimane sono stati costruiti e diffusi online attorno al personaggio di Kamala Harris, che da quando Biden si è ritirato il 21 luglio è la favorita a ottenere la candidatura dei Democratici per le presidenziali che si terranno a novembre.

Nonostante negli ultimi tre anni e mezzo sia rimasta politicamente molto in ombra, infatti, Harris ha sempre fatto parlare di sé online – sia i suoi sostenitori che i suoi detrattori – per via della sua spontaneità (a volte giudicata imbarazzante) nelle occasioni pubbliche e della sua spigliatezza nei discorsi. Ora che l’attenzione di tutto il mondo è su di lei, secondo alcuni questo lato del suo personaggio porterà una carica di ottimismo e freschezza in quella che fino a ora era stata una campagna presidenziale tutto sommato noiosa e molto poco attraente per le dinamiche di internet e per i giovani.

Nonostante Kamala Harris non faccia un uso dei suoi canali social particolarmente attivo o originale, fin dalla sua candidatura per le presidenziali del 2020 la sua presenza online è stata più massiccia di quella della maggior parte dei politici statunitensi. In quell’occasione si formò un gruppo di suoi seguaci sui social che si fanno chiamare “KHive” (traducibile liberamente come “l’alveare di K”, che prende spunto dal modo in cui si chiamano online le fan di Beyoncé, BeyHive) e che sono tornati molto attivi nelle ultime settimane, dopo che l’ipotesi che Biden si ritirasse è diventata gradualmente realistica. Sull’Atlantic Charlie Warzel ha scritto che si «guadagnarono una reputazione sia per la loro abilità a creare entusiasmo per la candidata attraverso le varie piattaforme, sia per l’eccessiva aggressività, a volte diventando molesti nei confronti di altri utenti».

Il tormentone del coconut tree diventato virale in questi giorni viene da un discorso che Harris fece mesi fa, durante un evento della Casa Bianca per la promozione delle opportunità scolastiche ed economiche per la comunità ispanica. Per spiegare l’importanza del contesto in cui si nasce e si vive, Harris citò una frase della madre, che ha origini indiane: «non capisco cosa non vada in voi giovani: pensate di essere caduti da una palma da cocco? Esistete nel contesto di tutto quello che vi circonda e che è venuto prima di voi».

Senza nessun particolare motivo se non il fatto di funzionare bene sui social network, il video della battuta, seguita dalla riconoscibile e fragorosa risata di Harris, è circolato moltissimo online: il video più visto ha fatto 14 milioni di visualizzazioni solo su X e l’audio del discorso è stato remixato all’interno di molte canzoni pop famose.

Un altro tormentone di Harris circolato molto riguarda una frase che ripete spesso durante i suoi discorsi pubblici, come una specie di slogan: «quello che può essere, senza il peso di quello che è stato» (what can be, unburdened by what has been). È una specie di auspicio affinché determinate persone o gruppi di persone possano esprimere il proprio potenziale senza subire le conseguenze negative del passato.

L’origine del meme in questo caso è meno spontanea: a dicembre il Comitato Nazionale Repubblicano montò e pubblicò un video che accostava una dietro l’altra tutte le volte in cui l’aveva detto, isolandole dal contesto e creando un effetto a metà tra il divertente e l’inquietante. Il titolo del video era «Kamala Harris senza il peso della competenza», ma nonostante le intenzioni con cui era stato concepito, nelle ultime settimane è stato ripreso dai suoi sostenitori, diventando solo un meme come un altro.

Deja Foxx, responsabile della strategia digitale di Harris durante la campagna elettorale del 2020, ha raccontato al Washington Post di aver intuito da subito il potenziale di Harris sui social, e che già in quegli anni avevano provato a usare alcuni dei suoi video – come quello in cui balla in un corridoio con una banda di bambini – su TikTok. Allora era ancora una piattaforma poco usata e il video non ebbe successo, ma oggi molti di quei video sono stati ripescati e stanno circolando molto.

Il primo video davvero virale di Kamala Harris è stato però probabilmente quello della telefonata tra lei e Biden dopo la loro vittoria alle elezioni del 2020, che infatti è stato ripreso e riadattato in questi giorni con varie battute. Più in generale di Harris si vedono molto online le risate, spesso fragorose e accompagnate da una gestualità che le contraddistingue, e le mosse di danza che ha accennato in varie occasioni pubbliche. Più di recente si sono diffusi anche i meme che fanno notare la somiglianza col personaggio della serie tv Veep Julia Louis-Dreyfus, una vicepresidente che diventa presidente un po’ per caso.

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Nonostante una buona parte di questi meme sia stata concepita e utilizzata dal partito Repubblicano o da generici detrattori di Harris, e faccia leva su aspetti del suo personaggio che contrastano con l’autorevolezza e la serietà che ci si aspetta da una candidata presidente, molti commentatori hanno fatto notare come questa sua presenza online potrebbe in realtà essere un bene per la sua campagna.

Il New York Times ha scritto che se la sua giocosità «una volta veniva presa in giro, molti Democratici ora vedono questo aspetto come un segno di vitalità, in contrasto con le performance pubbliche di Biden, spesso zoppicanti». «Un po’ di stravaganza – specialmente se sembra innocua – è un modo eccellente per un candidato per attrarre attenzione online», si legge sull’Atlantic: «ogni meme, per quanto stravagante, è uno spot politico effimero e gratuito». La giornalista Kelly Weill ha definito la produzione di post ironici su Harris «il massimo della vivacità del Twitter dell’elettorato Democratico da circa un anno».

Alcuni commentatori hanno anche fatto notare che per quanto frivoli, i meme su Harris potrebbero anche veicolare dei messaggi politici effettivamente funzionali alla sua campagna e al racconto di sé che sarà fondamentale nelle prossime settimane. Il discorso sulla palma da cocco, per esempio, inviterebbe ad avere una visione meno individualista, più ampia e più complessa delle cose.

Non è da escludere poi che tutto questo fermento online possa essere attivamente ed espressamente sfruttato dagli addetti alla campagna elettorale di Harris, e anzi in parte è quello che sta già succedendo. Domenica sera per esempio la cantante pop britannica Charli XCX ha pubblicato un tweet in cui definisce Harris brat (ragazzaccia), citando il suo ultimo e molto apprezzato album, che quando uscì a fine giugno diventò virale su internet per via della sua copertina bruttissima: uno sfondo verde acido con la scritta brat sgranata.

Da allora variazioni del titolo, spesso accompagnate da uno sfondo verde, sono state un frequentato filone memetico sui social network. E quella del 2024 è stata intitolata da molti “brat girl summer”. L’account su Twitter (X) della campagna elettorale di Biden, che domenica ha cambiato prontamente il proprio nome da “Biden HQ” a “Kamala HQ”, ne ha approfittato per cambiare la propria immagine di sfondo facendone una uguale alla copertina dell’album di Charli XCX. Nello spazio dedicato alle informazioni sul profilo invece è stato messo un riferimento al video sul coconut tree: «forniamo contesto».