Che storia ha l’orsa che ha ferito il turista francese a Dro
Si chiama KJ1, è la più vecchia degli orsi bruni del Trentino ed è nota da tempo alle autorità per alcuni danni che ha causato
Lunedì il Tribunale regionale amministrativo (TAR) di Trento ha sospeso la seconda ordinanza di abbattimento per l’orsa che il 16 luglio aveva aggredito e ferito un turista. L’ordinanza era stata firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, della Lega. La prima ordinanza era stata sospesa venerdì. In entrambi i casi il TAR è intervenuto dopo i ricorsi di associazioni animaliste.
Non è la prima volta che un’ordinanza di abbattimento di un orso trentino viene ripetutamente sospesa dal TAR. Negli ultimi anni con l’aumentare dei problemi di convivenza fra umani e orsi è successo di frequente. L’amministrazione provinciale preferisce che gli orsi problematici siano uccisi, piuttosto che catturati e ridotti in cattività, mentre le associazioni animaliste sono tendenzialmente contrarie all’uccisione di qualsiasi esemplare di orso. Tra la prima ordinanza e la seconda comunque una cosa è cambiata: sono arrivati i risultati delle analisi genetiche sulle tracce biologiche lasciate dall’orsa, che hanno permesso di identificarla con precisione. Ora sappiamo per certo che si tratta di KJ1, cioè la più anziana di tutti gli orsi bruni del Trentino (ha 23 anni).
Non ci sono dati genetici di tutti gli orsi del Trentino, che sono circa un centinaio, ma a una gran parte di loro è stato assegnato un codice grazie al monitoraggio genetico biennale che viene fatto dal servizio faunistico della Provincia. Il monitoraggio viene eseguito prelevando campioni di peli ed escrementi nel territorio in cui si trovano gli orsi. Ogni volta che è possibile ricondurre un incidente a uno specifico orso il servizio faunistico aggiorna il proprio elenco degli esemplari che si dimostrano “confidenti”, cioè così poco timorosi delle persone e dei centri abitati che rischiano di diventare pericolosi.
KJ1 era nota da anni al servizio faunistico per questo genere di comportamenti, che però fino a quest’anno non avevano avuto gravi conseguenze. Anche la sua età avanzata ha fatto sì che negli anni si accumulassero parecchie informazioni sul suo conto. KJ1 è una dei figli di Kirka e Joze, due dei dieci orsi sloveni che tra il 1999 e il 2002 furono portati in Trentino per il progetto di reintroduzione degli orsi bruni nelle Alpi centro-orientali. Da quando è diventata adulta ha avuto molti figli: i tre cuccioli che aveva con sé quando ha aggredito un turista francese a Dro sarebbero soltanto gli ultimi.
KJ1 è anche citata esplicitamente, e più volte, nei rapporti che la Provincia di Trento dedica ogni anno alle attività di gestione della popolazione di orsi.
– Leggi anche: Come sono gestiti gli orsi del Trentino
Il Rapporto Grandi Carnivori del 2017 le attribuisce 12 episodi di danni accertati soltanto in quell’anno, più di ogni altro esemplare (in totale nel 2017 ci furono 216 segnalazioni di presunti danni da orso al servizio faunistico). Nel rapporto del 2018 viene menzionato un episodio del giugno di quell’anno: una persona che stava camminando in una strada di campagna vicino a Villa Banale, una frazione del comune di Stenico, fu rincorsa per un breve tratto da un’orsa che si trovava vicina ai propri piccoli. Più tardi si accertò che quell’orsa era KJ1.
Il rapporto dell’anno successivo dice che quell’anno KJ1 era stata responsabile di dieci danni noti, e che per due volte le squadre di emergenza del Corpo forestale erano intervenute per dissuaderla da comportamenti “confidenti” con l’uso di dardi esplodenti: strumenti molto rumorosi che hanno l’obiettivo di spaventare gli orsi e spingerli a non replicare comportamenti simili.
Nel 2020 non furono registrati episodi relativi a KJ1. Nel 2021 invece ci fu un unico incontro ravvicinato con una persona, privo però di conseguenze. Quell’anno l’orsa non aveva piccoli, contrariamente al 2018 e a quest’anno, in cui ne ha tre: questo forse aiuta a capire il suo comportamento, dato che le orse possono avere un comportamento più aggressivo quando hanno piccoli da proteggere. Né il rapporto del 2022 né quello del 2023 menzionano KJ1 ma quest’estate, anche prima dell’aggressione del 16 luglio, si era fatta notare nei campi coltivati vicino a Dro con i suoi tre piccoli. È possibile che sia l’orsa seguita e filmata in un vigneto della zona il 5 luglio, in un video che nella provincia circolò parecchio.
KJ1 è sicuramente un’orsa con un certo grado di confidenza, diversamente dalla maggior parte degli orsi bruni. Il fatto che abbia ferito una persona può giustificare la sua uccisione secondo i criteri del PACOBACE, il documento di riferimento per la gestione degli orsi in Trentino, basato sulle regole europee riguardo a questa specie (il nome esteso è “Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali”).
Il testo della seconda ordinanza di abbattimento per l’orsa dice che tentare di catturarla con una trappola a tubo, il genere attualmente in uso in Trentino, potrebbe mettere in pericolo altre persone, dato che ci vorrebbe del tempo. «Difficilmente il plantigrado [cioè l’orso] protagonista di un’aggressione ritorna in pochissimi giorni ad una confidenza tale da entrarvi facilmente», dice l’ordinanza, che aggiunge anche che nel periodo estivo, quando c’è grande abbondanza di cibo per gli orsi, le esche presenti nelle trappole sono meno efficaci.
Alessandro De Guelmi, veterinario in pensione che per anni ha lavorato con le squadre di cattura degli orsi in Trentino, ha detto al TGR Trento che a suo parere «KJ1 è un’orsa che difficilmente entrerà nella trappola a tubo». Il veterinario è critico nei confronti dell’amministrazione provinciale perché ritiene che orsi considerati “problematici” come KJ1 dovrebbero essere maggiormente tenuti sotto controllo, con un uso maggiore dei radiocollari che possono trasmetterne la posizione, e che non lo siano perché non vengono date abbastanza risorse al Corpo forestale. Attualmente nessun orso del Trentino è dotato di radiocollare. «Se KJ1 avesse avuto il radiocollare si sarebbe potuti intervenire prima con la dissuasione, allontanandola dai paesi», sostiene De Guelmi.
Per quanto riguarda i tre piccoli di KJ1 l’assessore alle Foreste, alla Caccia e alla Pesca della Provincia di Trento, Roberto Failoni, ha detto che c’è «la certezza» che possano vivere senza la madre, perché considerati sufficientemente cresciuti. Nel caso di abbattimento della madre sarebbero quindi lasciati liberi.