Israele ha ucciso decine di civili bombardando una zona che aveva indicato come sicura
È successo a Khan Yunis: l’attacco è stato preceduto da un ordine di evacuazione che indicava come rifugio un’area già piena di altri sfollati
Lunedì l’esercito israeliano ha bombardato Khan Yunis, città nel sud della Striscia di Gaza, in un’area precedentemente designata come “zona umanitaria sicura”, in cui cioè l’esercito garantisce di non attaccare e dove i civili palestinesi dovrebbero andare per ricevere aiuti umanitari. Sono state uccise almeno 70 persone e ne sono state ferite un numero imprecisato, molte delle quali sono in ospedale. Israele ha attaccato la città anche via terra, con carri armati.
Poco prima l’esercito israeliano aveva emesso per i civili un ordine di evacuazione della zona, invitandoli a cercare rifugio ad Al Mawasi, a ovest: le due città distano circa 5 chilometri, e secondo il sito Middle East Eye l’ordine di evacuazione era stato emesso solo pochi minuti prima, senza quindi dare molto tempo ai civili di cercare effettivamente riparo. L’area in cui l’esercito israeliano ha esortato i civili a spostarsi, inoltre, è già piena di civili e le Nazioni Unite hanno detto in varie occasioni che manca di spazio e servizi di base anche per chi ci si trova già.
Una decina di giorni fa l’esercito israeliano aveva bombardato direttamente Al Mawasi, anche in quel caso indicata come “zona umanitaria sicura”, uccidendo una novantina di palestinesi.
Come in altri casi Israele ha motivato l’attacco sostenendo che nell’area ci fosse «una significativa attività terroristica» da parte di Hamas. Nello stesso momento l’esercito israeliano ha bombardato anche alcuni punti nel centro della Striscia di Gaza, uccidendo altri civili.