Un tribunale russo ha condannato la giornalista russo-statunitense Alsu Kurmasheva a sei anni e mezzo di carcere
Lunedì un tribunale del Tatarstan, in Russia, ha condannato a sei anni e mezzo di carcere la giornalista con doppia cittadinanza statunitense e russa Alsu Kurmasheva, arrestata nell’ottobre del 2023 con l’accusa di non essersi registrata come “agente straniero” mentre raccoglieva informazioni sull’esercito russo nell’ambito del suo lavoro. Kurmasheva è stata condannata per aver diffuso quelle che il regime russo considera “informazioni false” sul suo esercito.
Le accuse contro Kurmasheva sono perlopiù strumentali: la Russia di Vladimir Putin è un regime illiberale che da anni osteggia il giornalismo indipendente, e ha chiuso o portato sotto il suo controllo tutti i media non allineati alla propaganda di stato. Da quando è iniziata la guerra in Ucraina poi Putin ha reso ancora più stringenti e repressive le leggi sui giornali, nel tentativo di controllare l’informazione sulla guerra.
Kurmasheva lavora per Radio Free Europe/Radio Liberty, un sito d’informazione specializzato nell’area della Russia e dei paesi limitrofi finanziato dagli Stati Uniti. Nonostante la sua affiliazione Radio Free Europe/Radio Liberty è comunque piuttosto rispettato e aderisce a standard riconosciuti di indipendenza e autonomia. La condanna era stata decisa venerdì scorso, ma è stata comunicata oggi, lunedì. Venerdì scorso, nello stesso giorno, era stato condannato a 16 anni di carcere anche Evan Gershkovich del Wall Street Journal, il primo giornalista statunitense arrestato in Russia dai tempi della Guerra Fredda.