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  • Domenica 21 luglio 2024

No, l’opzione Michelle Obama non esiste

È un'ipotesi che circola ciclicamente, ma solo tra chi non ne sa nulla: lei ha sempre detto manco morta

Michelle Obama fotografata a un evento in Florida nel 2017 (Gerardo Mora/Getty Images)
Michelle Obama fotografata a un evento in Florida nel 2017 (Gerardo Mora/Getty Images)
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Il ritiro del presidente statunitense Joe Biden dalle elezioni presidenziali di novembre, arrivato dopo il disastroso dibattito di giugno, il crollo nei sondaggi e nelle sue performance e di conseguenza settimane di pressioni, lascia il Partito Democratico senza un candidato a quattro mesi dal voto.

La decisione sarà presa dalla convention di Chicago, in programma dal 19 al 22 agosto. Chiunque potrà candidarsi, a prescindere dall’aver partecipato o no alle primarie: sicuramente sarà candidata la vice di Biden, Kamala Harris, che il presidente ha detto di voler sostenere. In Italia da anni a ogni occasione giornali, tv e commentatori ipotizzano una possibile candidatura di Michelle Obama, ex avvocata e già first lady perché moglie dell’ex presidente Barack Obama, e anche in queste ore se ne sta parlando di nuovo.

In realtà l’ipotesi è totalmente infondata, e non viene mai trattata con serietà dalla stampa e dalla politica statunitense, dove non è considerato uno scenario possibile. Dopo la fine del suo incarico di first lady, Michelle Obama non ha mai dato nessuna indicazione di voler candidarsi a un incarico pubblico né si è mai comportata in un modo che lo suggerisse, e ha sempre smentito ogni voce di questo tipo, raccontando invece di quanto abbia detestato la vicinanza col mondo della politica.

Nei giorni scorsi i principali giornali statunitensi hanno pubblicato decine di articoli su chi avrebbe potuto sostituire Biden in caso di un suo ritiro: il nome di Michelle Obama non è mai emerso in maniera credibile.

Michelle Obama ha 60 anni, ha smesso di essere la moglie del presidente da ormai 7 anni ma continua ad essere estremamente popolare negli Stati Uniti e nel resto del mondo, Italia compresa, anche per via di un carisma notevole e una capacità di farsi rispettare e apprezzare in maniera trasversale. Nel 2018 la sua autobiografia, Becoming, vendette più di 10 milioni di copie in pochi mesi.

In più occasioni negli ultimi anni Obama ha smentito in maniera netta di voler sfruttare la sua popolarità per avviare una carriera politica. «Non sono interessata alla politica e non lo sono mai stata», disse nel 2012. Nel 2016, al termine del mandato di suo marito, disse di non volersi candidare a presidente. Lo ha ribadito anche quest’anno. Qualche anno fa suo marito Barack Obama disse, a metà fra il serio e il divertito: «Ci sono tre cose certe nella vita. La morte, le tasse e il fatto che Michelle non si candiderà a presidente degli Stati Uniti».

Negli anni della Casa Bianca, circolava una barzelletta: gli agenti del Secret Service svegliavano il presidente Barack Obama nel cuore della notte per informarlo che una persona aveva scavalcato la recinzione della Casa Bianca. «Un intruso? – chiedeva lui – Un terrorista?». «No, rispondevano gli agenti: sua moglie è scappata di nuovo».

Non sembra plausibile nemmeno una candidatura di Michelle Obama a vicepresidente, nel caso Harris sostituisca Biden come candidata presidente. Per preparare una candidatura di questo livello bisogna mettere in piedi una struttura imponente e coordinare decine se non centinaia di collaboratori: se Obama avesse davvero fatto qualcosa di concreto per costruire una candidatura, qualcuno sarebbe sicuramente venuto a saperlo.

Peraltro Obama e suo marito ultimamente si sono tenuti piuttosto impegnati, anche se lontani dal dibattito politico quotidiano. Da dieci anni gestiscono insieme la Obama Foundation, che porta avanti moltissimi progetti di beneficenza soprattutto a Chicago, la città dove sono cresciuti e si sono conosciuti. Michelle e Barack Obama poi dirigono anche una casa di produzione di film, serie tv, documentari e podcast, la Higher Ground, che appena un mese fa ha rinnovato un contratto per diffondere i propri prodotti in esclusiva su Netflix.