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  • Domenica 21 luglio 2024

Joe Biden si è ritirato

Il presidente degli Stati Uniti ha rinunciato alla candidatura per la rielezione, dopo settimane di dubbi e pressioni

Una foto di Joe Biden (Greg Nash-Pool/Getty Images)
Joe Biden (Greg Nash-Pool/Getty Images)
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Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha ritirato la sua candidatura alla rielezione per conto del Partito Democratico, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre, rinunciando così alla possibilità di essere eletto per un secondo mandato. L’ha fatto sapere con una nota in cui dice che parlerà alla nazione in settimana per dare ulteriori dettagli e che rimarrà comunque presidente fino alla fine del proprio mandato. Intanto ha detto che intende sostenere una candidatura alla presidenza della sua vice Kamala Harris, la quale ha a sua volta confermato di volersi candidare.

Dopo il disastroso dibattito televisivo del 27 giugno e il conseguente crollo nei sondaggi, erano iniziate fortissime pressioni da parte della maggioranza dei parlamentari e dei dirigenti del Partito Democratico perché Joe Biden ritirasse la propria candidatura, per via delle diffuse preoccupazioni legate all’età del presidente – che ha 81 anni – e alla sua capacità di evitare ulteriori incidenti, battere Donald Trump e fare il presidente fino a gennaio del 2029.

Sarà adesso la convention del Partito Democratico, in programma a Chicago dal 19 al 22 agosto, a scegliere chi candidare alle presidenziali. Decideranno tecnicamente gli oltre tremila delegati eletti con le primarie di questo inverno, che in grandissima maggioranza sostenevano la candidatura di Biden: ora saranno liberi di scegliere chi vogliono. Chiunque può sottoporre la propria candidatura ai delegati, a prescindere dalla sua partecipazione alle primarie, ma Harris è sicuramente la grande favorita.

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Con un tweet pubblicato dopo la lettera con cui ha annunciato il ritiro, infatti, Biden ha detto che intende sostenere una candidatura alla presidenza della sua vice, peraltro la prima donna nera a diventare vicepresidente dopo le scorse elezioni presidenziali. Scegliere Harris, che in passato è stata procuratrice a San Francisco e senatrice della California, è stata «la miglior decisione che abbia preso», ha detto Biden. «È tempo di unirci e battere Trump».

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In serata Harris ha pubblicato un comunicato in cui ringrazia Biden, e dice che ha intenzione di «guadagnarsi e vincere la nomination» e di essere disposta a fare tutto ciò che è in suo potere per battere Trump. Su X ha anche già pubblicato un post in cui chiede ai suoi sostenitori di fare una donazione per la sua campagna. Nella serata di domenica molti Democratici e organizzazioni politiche americane hanno pubblicato messaggi di endorsement per Harris, ma nessuno dei principali leader del partito, tra cui per esempio Nancy Pelosi, ex speaker della Camera e probabilmente la politica Democratica più esperta e influente dopo il presidente, ha citato la vice presidente nei propri comunicati.

Nonostante se ne parlasse da settimane, l’annuncio di Biden è arrivato in modo inaspettato per il partito Democratico. Il New York Times ha scritto che lo staff di Biden è stato informato della sua decisione di ritirarsi alle 13:45 (orario americano), un minuto prima che lo annunciasse su Twitter. La stessa Kamala Harris, secondo CNN, non sarebbe stata informata della decisione prima di domenica. Biden, che ha il Covid e ha passato il weekend nel Delaware con la moglie Jill, avrebbe comunicato la notizia per la prima volta sabato sera, alla sua famiglia e ai suoi collaboratori più stretti, chiedendo loro di cominciare a scrivere il comunicato.

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Dopo l’annuncio molti Democratici hanno pubblicato messaggi di sostegno a Biden. Il leader della maggioranza al Senato statunitense Chuck Schumer ha commentato la notizia dicendo che la decisione di Joe Biden «ovviamente non è stata facile, ma ancora una volta ha messo questo paese, il suo partito e il nostro futuro al primo posto». Bernie Sanders, senatore indipendente vicino al partito Democratico ed ex candidato alle primarie nel 2020, ha ringraziato Biden su X e ha scritto che «è stato il presidente più a favore dei lavoratori nella storia americana moderna». L’ex presidente Barack Obama ha pubblicato un comunicato in cui elogia la decisione di Biden, e la definisce «un testamento» del suo amore per il paese, ma non accenna a Harris e dice solo di avere «una straordinaria fiducia nel fatto che i leader del nostro partito riusciranno a creare un processo dal quale emerga la migliore candidatura».

Il ritiro dalla campagna elettorale rappresenta un forte argomento a sostegno della tesi dei Repubblicani secondo cui, nelle condizioni di salute in cui si trova, Biden non sarebbe in grado di svolgere le proprie funzioni. Dopo l’annuncio il senatore Repubblicano Steve Daines ha pubblicato un comunicato per chiedere le sue dimissioni da presidente, ma è un argomento che era già stato sollevato dal candidato vicepresidente per i Repubblicani J.D. Vance nella giornata di domenica, in un tweet in cui si chiedeva come avrebbe fatto Biden, se si fosse ritirato dalla campagna per la rielezione, a rimanere in carica come presidente fino alla fine di questo mandato. Sul suo social network Truth, Trump ha scritto che «Biden non era adatto a candidarsi come presidente e non è certamente adatto a stare in quel ruolo – come non lo è mai stato!».

Biden è già oggi il più anziano presidente statunitense di sempre, alla fine di un suo secondo mandato avrebbe avuto 86 anni. Le preoccupazioni circolano da anni ma sono diventate più concrete dopo il dibattito televisivo di fine giugno contro Trump, peraltro organizzato così presto su richiesta dello stesso Biden, già in svantaggio, per rassicurare l’elettorato sulla sua efficacia. Biden era apparso fragile e poco lucido, aveva più volte esitato o perso il filo del discorso e aveva perso diverse occasioni per attaccare il suo avversario, il Repubblicano ed ex presidente Donald Trump.

L’attentato contro Trump di sabato 13 luglio aveva distolto per alcuni giorni l’attenzione dei media statunitensi da questa storia, complice anche il successivo inizio della convention del Partito Repubblicano, ma i consensi per Biden avevano continuato a precipitare: i sondaggi lo davano perdente in tutti gli stati in bilico, e anzi avevano messo in discussione anche diversi stati in cui normalmente i Democratici vincono con facilità.

Erano proseguite quindi anche le pressioni perché si dimettesse da parte di parlamentari e dirigenti del partito, che consideravano a quel punto scontata una sua sconfitta, visto che sondaggio dopo sondaggio anche gli elettori Democratici chiedevano in maggioranza di cambiare candidato.

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