Aaron Sorkin in una sua serie tv avrebbe candidato Romney al posto di Biden
Lo sceneggiatore famoso per la serie tv "West Wing" lo ha raccontato in un articolo sul "New York Times", immaginando i Democratici che candidano un Repubblicano contro Trump
Nel corso della sua carriera lo sceneggiatore e regista Aaron Sorkin ha raccontato tante storie inventate, e romanzato altrettanti episodi della storia contemporanea, dalla fondazione di Facebook (The Social Network) al processo farsa contro i Chicago Seven, gli attivisti accusati dal governo federale degli Stati Uniti di aver istigato alla sommossa altri manifestanti durante la convention del Partito Democratico del 1968.
Oggi ha pubblicato sul New York Times un articolo in cui immagina quello che farebbe succedere lui se l’attuale crisi interna al Partito Democratico statunitense fosse la trama di West Wing, la serie tv che ideò e scrisse tra il 1999 e il 2003 e che lo rese famoso (la serie proseguì poi con altri autori fino al 2006). E dà soprattutto un suggerimento di fantasia e del tutto irrealistico ai Democratici nel mondo reale: candidare un Repubblicano.
Sorkin ricorda che alla fine della seconda stagione di West Wing si scopre che il suo protagonista principale, il presidente Bartlet, ha una malattia molto seria. Quando all’inizio della terza stagione gli viene chiesto se intenda comunque ricandidarsi, risponde che lo farà, e vincerà pure. Ma cosa sarebbe successo, si chiede Sorkin nell’articolo, «se dopo la rivelazione della malattia di Bartlet i sondaggi avessero indicato che avrebbe probabilmente perso contro il proprio avversario? E se quell’avversario, invece di essere semplicemente noioso, fosse stato un agglomerato di ignoranza e cattive intenzioni? O un pericoloso imbecille con un evidente disturbo psichiatrico che comunica con i suoi sostenitori a un livello da quarta elementare e tratta la legge come una cosa da idioti e povera gente? O un eroe per i suprematisti bianchi?».
Sorkin, che è notoriamente un sostenitore del Partito Democratico, allude a Donald Trump, i cui difetti sono noti, oltre a essere il primo ex presidente della storia del paese a essere ritenuto colpevole di qualcosa in un processo penale. Trump mente sistematicamente su molte cose, inclusi i risultati delle presidenziali del 2020, parla dei propri avversari politici come di parassiti da sterminare e corrisponde per molti versi alla descrizione di Sorkin.
Al momento Trump è comunque in vantaggio nei sondaggi, mentre tra i Democratici ci sono da settimane forti dubbi sulla capacità del loro candidato, il presidente uscente Joe Biden, di vincere le elezioni, con esponenti del partito che gli hanno consigliato di ritirarsi in modo da poter scegliere un nuovo candidato.
Sorkin, famoso anche per i suoi protagonisti egocentrici sempre preoccupati di fare la scelta giusta, dice che Bartlet nelle stesse circostanze si ritirerebbe dalla corsa, appoggiando qualcuno con maggiori probabilità di battere il suo avversario. «Il problema nel mondo reale», scrive però Sorkin, «è che nessun Democratico ha ottenuto un punteggio significativamente migliore di quello di Biden nei sondaggi». A partire da questo presupposto, lo sceneggiatore propone un colpo di scena che starebbe senza dubbio bene in una delle sue storie, consapevole che non possa invece realizzarsi nella realtà:
Il Partito Democratico dovrebbe scegliere un Repubblicano. Alla convention del mese prossimo, i Democratici dovrebbero candidare Mitt Romney.
Romney, che è tuttora un senatore del Partito Repubblicano e nel 2012 si candidò contro Barack Obama alla presidenza del paese, è una delle figure che più si sono opposte a Trump all’interno del partito nell’ultimo decennio, e a febbraio ha detto che non ha nessuna intenzione di votare per lui a novembre. Rimane però un politico conservatore, che ha poco da spartire con le posizioni della maggior parte della base elettorale dei Democratici. Secondo Sorkin nella finzione di una serie tv sarebbe comunque una decisione che «dimostrerebbe in modo chiaro e potente che queste elezioni non sono come le altre, che l’obiettivo questa volta è quello di impedire che uno squilibrato prenda il potere».
Continua l’articolo:
Sicuramente Romney, che non ha bisogno di essere presentato agli elettori, toglierebbe abbastanza voti repubblicani per vincere, probabilmente con largo margine. […] Romney sostiene il diritto all’aborto? No. Vuole aumentare in modo aggressivo il salario minimo, rafforzare l’istruzione pubblica, rafforzare i sindacati, espandere i diritti delle persone trans e attuare una riforma fiscale progressiva? Probabilmente no. Ma non è neanche un delinquente da cartone animato che è stato a guardare la tv mentre una folla riunita da lui picchiava gli agenti di polizia e usava taser contro di loro. La scelta è tra Donald Trump e il non-Trump, e il candidato non-Trump ha bisogno di una sola qualifica: ottenere abbastanza voti da una parte trasversale di americani per ostacolare l’ascesa dell’ex presidente.
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