Come sta andando la “città 30” a Bologna
Per quanto parziali, i dati dei primi sei mesi sul limite dei 30 chilometri orari indicano una sensibile riduzione degli incidenti, dei feriti e dei morti, con un aumento dell'uso della bicicletta
Il Comune di Bologna ha diffuso i primi dati sugli effetti del limite di velocità di 30 chilometri orari applicato nella maggior parte delle strade della città dallo scorso gennaio, su decisione dell’amministrazione di centrosinistra. I dati sono riferiti ai primi sei mesi del 2024 e segnalano un miglioramento di diversi indicatori legati agli incidenti stradali e al traffico, per quanto siano ancora da prendere con qualche cautela considerato il breve periodo di riferimento. Bologna è la prima grande “città 30” in Italia e l’introduzione del limite era stata accolta da numerose critiche, in particolare da parte dei partiti di destra che sostengono il governo nazionale.
Il Comune ha messo a confronto i dati raccolti tra il 15 gennaio e il 14 luglio di quest’anno con la media dello stesso periodo dei due anni precedenti (2022 e 2023), in modo da ridurre gli effetti della variabilità statistica. Per il confronto sono stati inoltre esclusi il 2020 e il 2021, anni in cui la pandemia da coronavirus aveva reso necessari lockdown che avevano influito fortemente sugli spostamenti. I dati sono riferiti al territorio comunale, escluse autostrade e tangenziale.
Nel periodo di riferimento la Polizia locale di Bologna ha rilevato 157 incidenti in meno: 1.299 rispetto ai 1.456 di media del 2022-2023, una riduzione dell’11 per cento. Le persone morte a causa di incidenti stradali in città sono state 5 rispetto alla media di 7,5 del periodo precedente, con una riduzione in termini percentuali del 33 per cento circa.
Per quanto riguarda gli incidenti con persone ferite, il Comune ha rilevato una riduzione dell’11,7 per cento, mentre gli incidenti senza feriti si sono ridotti del 14 per cento circa. Le persone in prognosi riservata a causa di un incidente stradale sono invece aumentate di quasi il 67 per cento, ma il dato oscilla molto di anno in anno e potrebbe anche avere influito il fatto che alcuni incidenti gravi non sono più tali da causare decessi, ma ferimenti importanti.
Gli incidenti che hanno riguardato persone a piedi si sono ridotti dell’8 per cento, mentre quelli che hanno coinvolto ciclisti sono aumentati del 14 per cento circa. Secondo il Comune, è probabile che l’aumento sia dovuto alla maggiore quantità di persone che dopo l’introduzione della “città 30” hanno scelto di muoversi con maggior frequenza in bicicletta. È stato infatti riscontrato un aumento del 12 per cento di ciclisti e del 92 per cento dell’utilizzo dei sistemi di bike sharing.
Il traffico a Bologna si è ridotto del 3 per cento nelle zone solitamente più trafficate, ma anche su questo dato saranno necessari approfondimenti e altre analisi. L’impiego del trasporto pubblico è aumentato dell’11 per cento, anche se l’aumento è meno significativo se si prende in considerazione solamente il 2023, con dati simili a quelli rilevati quest’anno.
Il Comune ha infine segnalato che nel periodo preso in considerazione del 2024 c’è stata una riduzione del livello di alcuni inquinanti nell’aria tipicamente dovuti al traffico veicolare, come il biossido di azoto. È stata rilevata una riduzione del 23 per cento di questa sostanza rispetto alla media dello stesso periodo nel 2022 e nel 2023, il dato più basso degli ultimi 8 anni. Sul risultato possono comunque avere influito altre circostanze, legate per esempio alle condizioni ambientali e al parco macchine in circolazione.
Per quanto preliminari, i risultati della “città 30” a Bologna sono incoraggianti e in linea con esperienze simili in altre grandi città europee che da tempo hanno portato il limite urbano dai 50 ai 30 chilometri orari. In realtà diverse grandi città europee, tra cui Berlino, Barcellona, Bruxelles e Parigi, sono già “città 30” e hanno dimostrato come l’introduzione di limiti alla velocità delle auto non comporti un allungamento dei tempi di percorrenza per gli automobilisti, ma anzi favorisca un sostanziale decongestionamento del traffico, se accompagnato con adeguati investimenti su mezzi alternativi.
A inizio luglio i partiti di destra e di centrodestra del consiglio comunale di Bologna hanno temporaneamente ritirato il quesito del referendum sul limite di velocità di 30 chilometri all’ora, dicendo di voler ripresentare il quesito più avanti per avere più tempo per raccogliere le firme. La richiesta di referendum era stata giudicata ammissibile a inizio giugno dal Comitato dei garanti del comune di Bologna. I partiti di opposizione però avevano tre mesi di tempo per raccogliere 9mila firme necessarie a organizzare il voto. Per un comune di 392mila abitanti 9mila firme non sono moltissime, ma avrebbero dovuto essere raccolte tra luglio e settembre, quando molte persone sono in vacanza.