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  • Venerdì 19 luglio 2024

Cosa sta succedendo dentro DAZN

Ha comprato i diritti della Serie A per i prossimi 5 anni, ma intanto sta tagliando giornalisti e contenuti, mentre i prezzi sono aumentati

(Giovanni Evangelista/LaPresse)
(Giovanni Evangelista/LaPresse)
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Mercoledì 17 luglio la piattaforma di streaming DAZN, che in Italia trasmette tutte le partite della Serie A maschile di calcio (per ogni giornata sette in esclusiva e tre in co-esclusiva con SKY), ha presentato il piano editoriale per la prossima stagione con un evento allo stadio di San Siro, a Milano. DAZN ha recentemente ottenuto i diritti per la trasmissione delle partite di Serie A per i prossimi cinque anni, quindi fino al 2029, pagando circa 700 milioni di euro a stagione: è la prima volta che i diritti televisivi della Serie A in Italia vengono venduti per un periodo così lungo, visto che finora venivano ridiscussi ogni tre anni.

Spiegando le novità per la prossima stagione, l’amministratore delegato di DAZN Italia Stefano Azzi ha definito «impressionante» la crescita di DAZN: eppure nello stesso giorno il comitato di redazione, che rappresenta gli interessi sindacali di giornalisti e giornaliste dentro l’azienda, ha pubblicato un comunicato in cui scrive che DAZN Italia sta proseguendo nel suo tentativo di liberarsi di 14 dei 32 giornalisti attualmente dipendenti. Nel comunicato si legge che «in un’intervista di inizio giugno lo stesso Azzi ha parlato di “numerosi investimenti per innovare il prodotto calcio” e di “rinnovo dell’offerta editoriale rafforzando il racconto”. La redazione si chiede come sia possibile innovare il prodotto calcio e rafforzare il racconto rinunciando a quasi la metà dei giornalisti in organico».

Da diversi mesi, soprattutto da quando ha ottenuto i diritti per mostrare la Serie A per i prossimi cinque anni, DAZN ha cominciato a rivedere la sua offerta di contenuti e la sua struttura interna, un processo che rientra nella più grande strategia del gruppo globale (DAZN oggi esiste in oltre trenta paesi) di diventare redditizio. Fino a quest’anno infatti DAZN a livello globale era un’azienda in perdita: il bilancio relativo al 2022 era di -1,14 miliardi di euro e quello relativo al 2021 di -2,33 miliardi. Alla presentazione a San Siro l’amministratore delegato di DAZN Shay Segev ha detto che a fine anno per la prima volta l’azienda chiuderà il bilancio in attivo, cioè con dei guadagni.

L’amministratore delegato di DAZN Italia, Stefano Azzi, alla presentazione della nuova stagione (Claudio Furlan/Lapresse)

In Italia questa strategia di riduzione dei costi è stata portata avanti in diversi modi, a cominciare dai contenuti. Nel corso dell’ultima stagione è stata cancellata la maggior parte delle produzioni cosiddette “non live”, cioè servizi, interviste e approfondimenti girati non in diretta e caricati sulla piattaforma, che ampliavano l’offerta principale di DAZN, cioè la trasmissione delle partite (non solo di Serie A) in diretta. Tra questi ci sono per esempio Lost in the weekend, una sorta di recap in chiave ironica del weekend calcistico che usciva ogni mercoledì e sembrava piuttosto apprezzato, o il video-podcast Croquetas: entrambi sono stati tagliati quando la stagione di Serie A era ancora in corso.

Da DAZN spiegano che il taglio di contenuti (e quindi di giornalisti) non avviene solo per motivi economici, ma perché col tempo l’azienda ha capito che per gli spettatori è importante quasi esclusivamente il momento del live, quindi proprio la partita, e che invece tutto quello che avviene prima e dopo la partita interessa meno. Anche per questo dalla scorsa stagione è stata introdotta Fan Zone, una chat in cui gli utenti possono commentare in diretta le partite, mentre già da un po’ durante la partita sono consultabili sull’app di DAZN le statistiche, le formazioni e altre informazioni.

Anche le produzioni live sono state, comunque, in parte ridimensionate: per l’Europa League e la Conference League 2023-2024, due competizioni per le quali dalla prossima stagione DAZN non avrà più i diritti, il pre e il post partita non sono mai stati fatti in studio, con un conduttore e degli ospiti, ma il collegamento cominciava direttamente dallo stadio circa dieci minuti prima dell’inizio (con la voce del telecronista) e finiva poco dopo il fischio finale. La maggior parte dei telecronisti, eccezion fatta per le partite più importanti, oggi commenta le partite dalla redazione, in una cabina di commento, e non dallo stadio, una cosa che diminuisce le possibilità di avere una visione d’insieme su quello che succede in campo. Nel febbraio del 2023 per esempio un telecronista si perse in diretta il gol da centrocampo segnato dal calciatore della Fiorentina Cristiano Biraghi contro l’Hellas Verona, perché in quel momento la regia stava mostrando un replay, e non essendo allo stadio non riuscì a vederlo.

Questa tendenza potrebbe ampliarsi l’anno prossimo, perché l’accordo per i diritti televisivi concede a chi le trasmette di fare almeno il 50 per cento delle partite “da remoto”, quindi senza mandare allo stadio giornalisti. Il comunicato di redazione dice che dalla prossima stagione cinque partite di ogni giornata (verosimilmente quelle giudicate meno rilevanti) non avranno nemmeno i bordocampisti, cioè le giornaliste e i giornalisti che durante la partita stanno vicino alle panchine per dare a telecronisti e spettatori dettagli su cose che succedono in campo (principalmente cosa stanno dicendo i due allenatori e quali sostituzioni stanno per essere fatte), e che prima e dopo la partita fanno le interviste.

Al loro posto ci sarà un “delegato DAZN”, cioè una persona non giornalista, che riferirà a calciatori, allenatori e dirigenti le domande, che verranno fatte da giornalisti e opinionisti collegati da remoto oppure dai giornalisti che si occupano di coordinare la produzione in regia. Ancora non è chiaro quanto, a livello tecnico, questa cosa sarà fattibile e quale sarà il risultato per gli spettatori, però si sa che dei 14 giornalisti considerati in esubero da DAZN, ai quali pare sia stata offerta una discreta buonuscita per rinunciare al contratto, 7 sono bordocampisti o bordocampiste (alcuni potrebbero essere eventualmente richiamati come collaboratori esterni, solo per i giorni delle partite). Nel comunicato del comitato di redazione c’è scritto che i giornalisti giudicano il nuovo piano editoriale «un evidente passo indietro rispetto al passato».

Federica Zille, bordocampista e conduttrice a DAZN (Jonathan Moscrop/Getty Images)

Nelle ultime due stagioni c’erano tre programmi fissi nei pre e post partita su DAZN: il sabato Tutti bravi dal divano, con Marco Russo come conduttore e come opinionisti i quattro ex calciatori Valon Behrami, Alessandro Matri, Riccardo Montolivo e Marco Parolo; la domenica Sunday night square, condotto da Marco Cattaneo e con diversi ospiti tra i quali il telecronista Stefano Borghi, gli ex calciatori Massimo Ambrosini e Andrea Barzagli e l’ex allenatore Andrea Stramaccioni; il lunedì SuperTele, presentato da Pierluigi Pardo. L’anno prossimo ci sarà un solo programma, la domenica sera, condotto da Giorgia Rossi in un studio con scenografie virtuali, innovativo ma probabilmente anche meno costoso.

La partita del sabato sera avrà il pre e il post partita on-site, cioè da bordocampo, presentato da Diletta Leotta, e per tutte le partite considerate più importanti (quelle di Milan, Inter, Juve, Napoli e Roma) ci sarà il pre e il post dal campo, con un conduttore che poi farà anche il bordocampista durante la partita. Le altre partite invece saranno trasmesse da “gallery”, cioè con un pre e un post partita con le immagini dal campo commentate dal telecronista, senza studio o persone a bordocampo. Nel comunicato di presentazione lo spiegano così: «Focalizzato su una strategia esperienziale immersiva, il racconto della Serie A su DAZN sarà sempre più stadio-centrico ed arricchito con postazioni e telecamere dedicate per DAZN. Lo stadio riacquisterà la sua centralità diventando il nuovo studio fisico scelto da DAZN per raccontare con una nuova chiave narrativa le partite clou». Ma al di là degli annunci è chiaro che seguire le partite in questo modo per DAZN sarà anche molto meno costoso.

Ci saranno l’ex calciatore Christian Vieri e l’ex calciatrice Regina Baresi come nuovi talent (come vengono chiamati oggi gli ex calciatori che fanno gli opinionisti), ma non ci saranno più il presentatore Marco Cattaneo, il telecronista Stefano Borghi, uno dei più noti e apprezzati, che passerà a Sky Sport, e nemmeno alcuni dei talent presenti fino a questa stagione come Giampaolo Pazzini, Alessandro Matri, Massimo Gobbi e Riccardo Montolivo (che durante gli Europei ha fatto la seconda voce in alcune telecronache di SKY). Pierluigi Pardo rimarrà come telecronista e ci saranno ancora talent come Massimo Ambrosini, Andrea Stramaccioni e Ciro Ferrara.

La presentatrice Diletta Leotta e il talent Massimo Ambrosini: entrambi ci saranno anche la prossima stagione (Marco Alpozzi/LaPresse)

DAZN iniziò a lavorare in Italia nella stagione 2018-2019, inizialmente acquistando i diritti per trasmettere tre partite di Serie A ogni giornata e tutte le partite di Serie B. Con gli anni ha ampliato sempre più la sua offerta, includendo altri sport, nuovi canali (Eurosport 1 ed Eurosport 2 si vedono su DAZN dal 2019) e nuovi contenuti, soprattutto dopo la svolta del 2021, quando si aggiudicò i diritti per trasmettere tutte le partite di Serie A per il triennio 2021-2024. Si caratterizzò da subito per essere un media innovativo, con un linguaggio più moderno, persone più giovani e una miglior fruibilità dei contenuti on-demand, ma la sua reputazione risentì molto dei disservizi che ci furono nella trasmissione in streaming delle partite (che oggi è molto migliorata, anche se i problemi non sono del tutto risolti). Oltre alla Serie A, attualmente DAZN trasmette tra le altre cose anche le partite del campionato spagnolo, alcune partite di basket, di pallavolo e di football americano e poi buona parte della programmazione di Eurosport (quindi il ciclismo, il tennis, gli sport invernali).

Nel 2018-2019 l’abbonamento costava 9,99 euro al mese, mentre nella prima stagione in cui erano visibili tutte e dieci le partite di Serie A il costo variava da 19,99 a 29,99 euro al mese: l’anno prossimo ci saranno diverse opzioni di iscrizione, ma un abbonamento mensile costerà da un minimo di 34,99 euro (per chi lo sottoscriverà per almeno dodici mesi) a un massimo di 59,99 euro per il servizio Plus, quello che permette di vedere tutta la programmazione su due dispositivi anche da due connessioni diverse. Forse l’azienda a livello di immagine potrebbe star scontando in parte la scelta di entrare nel mercato inizialmente con prezzi molto bassi e da DAZN dicono che comunque ancora oggi il calcio in Italia costa meno che in tutta Europa: in effetti guardare tutte le partite dei rispettivi campionati nazionali in Inghilterra, Spagna, Francia e Germania costa di più.

Un’altra parte delle entrate di DAZN viene dai siti di notizie legati alle scommesse, che sponsorizzano diversi contenuti e in generale sono molto presenti. In Italia le restrizioni sulla presenza e sulla pubblicizzazione dei siti di scommesse sono facilmente aggirabili e infatti molto aggirate, soprattutto nei media sportivi, ma il risultato è comunque problematico perché può incentivare le persone al gioco d’azzardo. Prima delle partite su DAZN c’è spesso il momento “comparazione quote”, quello in cui cioè viene mostrato quanto le varie agenzie di scommesse pagano un determinato esito, e DAZN stessa ha un suo sito di scommesse (DAZN Bet). Oltre a questo, negli anni DAZN ha fatto nuovi accordi di sponsorizzazione: dalla scorsa stagione due di queste sono Fanatics e Vivaticket. Il primo è un e-commerce di magliette e altri articoli sportivi, mentre sul secondo si vendono biglietti per eventi live, tra i quali le partite di calcio: l’idea di DAZN è che gli utenti possano accedere ai siti direttamente dall’app.

– Leggi anche: DAZN ha aumentato di nuovo alcuni prezzi dei suoi abbonamenti

(Gabriele Maltinti/Getty Images)

Il primo direttore di DAZN fu Marco Foroni, un giornalista esperto che aveva già lavorato per SKY e per Mediaset e che dal 2016 era il direttore di Fox Sports, un canale televisivo che veniva trasmesso su SKY. Proprio nell’estate in cui DAZN acquistò i diritti per la Serie A in esclusiva, Foroni lasciò l’azienda per passare assieme ad altri colleghi, tra i quali il caposervizio Karim Barnabei e il responsabile “altri sport” Roberto Marchesi, a Prime Video, che con Amazon aveva acquistato i diritti per la miglior partita di Champions League del mercoledì sera.

La redazione di DAZN in quegli anni si ampliò, forse anche più del dovuto: arrivarono nuovi dipendenti e diversi freelance, ma perse sempre più persone di riferimento a livello editoriale. Nel 2022 se ne andò infatti anche il caporedattore Emanuele Corazzi (che oggi lavora per Cronache di Spogliatoio, un media sportivo in grande crescita), che sostanzialmente aveva un ruolo per cui coordinava il lavoro della redazione.

Dopo di lui quel ruolo fu dato a Pier Carlo Guglielmi, che fu nominato direttore della piattaforma. Guglielmi aveva grande esperienza in televisione, ma non è un giornalista (DAZN formalmente non è una testata giornalistica e pochi mesi fa ha chiuso la testata DAZN News, che esisteva quasi solo a livello formale, e quindi non deve avere necessariamente un direttore giornalista). Nell’estate del 2023 fu licenziato e al suo posto non fu nominato nessuno: per tutta l’ultima stagione, DAZN non ha avuto un direttore giornalistico, una persona incaricata di prendere le decisioni in redazione e di essere un riferimento per i giornalisti, e alla fine di questa stagione è stato licenziato anche il responsabile del “non live”, Federico Casotti.

In questo contesto, con l’inizio del nuovo corso (i prossimi cinque anni di diritti tv della Serie A), DAZN ha deciso di diventare più un aggregatore di contenuti che un produttore, e vanno in tale direzione iniziative come il Game Pass per l’NFL, un abbonamento che permette di vedere le partite del principale campionato di football americano commentate in inglese, quindi semplicemente distribuite da DAZN, e anche l’arrivo della radio ufficiale della Serie A, che dall’anno prossimo avrà un canale dedicato su DAZN (anche questa non è una produzione di DAZN).

La redazione quindi è diventata troppo numerosa per il numero inferiore di contenuti che deve fare e per questo, anche a causa dell’assenza di una tutela che potrebbe dare un direttore giornalistico, diversi giornalisti e giornaliste sono oggi considerati come esuberi: DAZN dice di «aver aperto un tavolo sindacale», ma è difficile capire cosa succederà se non dovessero accettare la buonuscita. Non è chiaro nemmeno se la scelta di DAZN darà i risultati sperati: se anche fosse vero, come sostiene l’azienda, che alla maggior parte dei tifosi oggi interessa solo guardare le partite, bisognerà comunque vedere fino a che punto accetteranno la riduzione dei contenuti e l’aumento dei prezzi.