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  • Giovedì 18 luglio 2024

Biden è sempre più pressato

Ulteriori dubbi e timori sulla sua candidatura stanno circolando nel Partito Democratico, a un mese dalla convention

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (Alex Wong/Getty Images)
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (Alex Wong/Getty Images)
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Giovedì si sono aggiunte nuove e rilevanti pressioni nei confronti di Joe Biden da parte di un gruppo sempre più ampio di esponenti del Partito Democratico affinché ritiri la propria candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre. Da settimane i media statunitensi, e di riflesso quelli di buona parte del mondo, danno conto delle richieste esplicite o da attendibili fonti anonime sui forti dubbi sulle possibilità per Biden di vincere le elezioni e ottenere un secondo mandato, sia a causa della sua età sia dei problemi di salute cui si è da poco aggiunta una infezione da coronavirus.

Secondo alcune fonti anonime consultate dal Washington Post l’ex presidente Barack Obama, che finora aveva sempre sostenuto pubblicamente Biden, avrebbe detto in alcune conversazioni private di pensare che le possibilità di vittoria per il presidente si siano ridotte molto, e che dovrebbe considerare seriamente l’opportunità di mantenere la propria candidatura.

Obama è tra gli esponenti più rilevanti e influenti del Partito Democratico. Finora non ha mai detto pubblicamente di pensare che Biden debba ritirarsi, anzi: dopo il disastroso dibattito dello scorso 27 giugno aveva sostenuto in modo netto il presidente. «I dibattiti possono andare male. Fidatevi, lo so. Ma queste elezioni restano una scelta tra uno che ha combattuto per la gente comune tutta la sua vita, e uno a cui interessa solo di se stesso» aveva scritto in un post su X.

Negli ultimi giorni però Obama avrebbe condiviso privatamente con alcuni colleghi di partito le proprie preoccupazioni sui sondaggi, che danno Biden indietro rispetto all’avversario Repubblicano Donald Trump, e sulla sospensione delle donazioni da parte di alcuni importanti finanziatori del partito.

I giornali statunitensi scrivono anche che un’altra esponente dei Democratici molto influente, l’ex speaker della camera Nancy Pelosi, ha parlato personalmente con Biden e gli ha detto di essere pessimista rispetto alle sue possibilità di vittoria. Pelosi avrebbe cercato di convincere Biden mostrandogli i dati dei sondaggi e delle raccolte fondi, ma il presidente non le avrebbe dato ascolto. Sulla notizia è intervenuto un portavoce dell’ex presidente della Camera, che non ha negato ma ha detto che «la frenesia della stampa» ha «travisato» la conversazione tra i due Democratici. Tuttavia qualche giorno fa Pelosi aveva alluso anche pubblicamente al fatto che Biden dovesse ritirarsi, senza però arrivare a dire esplicitamente che dovrebbe farlo.

Le pressioni nei confronti di Biden arrivano anche da esponenti rilevanti ma meno conosciuti. Mercoledì Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato, e Hakeem Jeffries, leader di minoranza alla Camera, avrebbero chiesto a Biden di ritirarsi: in due incontri separati avrebbero detto a Biden di essere molto preoccupati delle sue possibilità di vittoria alle elezioni. È uno sviluppo rilevante, dato che Schumer e Jeffries sono i due più importanti esponenti del Partito Democratico al Congresso. La Casa Bianca aveva però fatto sapere che Biden non era intenzionato a cambiare idea: «Il presidente ha detto a entrambi i leader che lui è il candidato del partito, e ha intenzione di vincere», aveva detto un portavoce.

Sempre ieri, in un comunicato pubblicato dal Los Angeles Times, anche Adam Schiff, uno tra i più influenti deputati Democratici, aveva detto chiaramente che Biden dovrebbe ritirarsi: «Credo che sia tempo per lui di passare il testimone». Schiff è considerato molto vicino a Nancy Pelosi.

Secondo varie fonti anonime interne al partito, citate dal New York Times, Biden starebbe diventando un po’ più ricettivo riguardo alle richieste di ritirarsi, soprattutto in seguito agli scambi avuti con Schumer e Jeffries. Le persone intervistate hanno detto che il presidente è ancora lontano dal decidere di ritirarsi, ma sta comunque ascoltando i risultati dei sondaggi a lui sfavorevoli e ha chiesto se la sua vice presidente, Kamala Harris, potrebbe vincere.

Non è chiaro quando verrà ufficializzata la nomina di Biden come candidato del Partito Democratico alle elezioni di novembre: tradizionalmente dovrebbe accadere alla convention del partito, che si svolgerà a Chicago dal 19 al 22 agosto. Già a maggio però il partito aveva deciso di ufficializzare la nomina tramite un “appello virtuale” (“virtual roll call”) prima della convention, non è chiaro quando.

A inizio luglio era circolata la notizia che la nomina avrebbe potuto essere ufficializzata già entro il 21 luglio, ma in questi giorni il voto è stato posticipato alla prima settimana di agosto.