A Udine ci sono già tensioni in vista della partita tra Italia e Israele

Sarà a ottobre: il sindaco De Toni ha negato il patrocinio del comune chiesto dalla Federcalcio, e la decisione è stata criticata da diversi politici nazionali

Lo stadio Friuli di Udine dove il prossimo 14 ottobre si giocherà la partita tra Italia e Israele
Lo stadio Friuli di Udine dove il prossimo 14 ottobre si giocherà la partita tra Italia e Israele (Andrea Bressanutti/LaPresse)

Il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni non ha concesso il patrocinio del comune alla partita di Nations League tra la nazionale italiana di calcio e Israele, in programma il prossimo 14 ottobre. È una decisione che sta alimentando polemiche su una partita che già di per sé è delicata, e che con ogni probabilità porterà nelle prossime settimane ad altri problemi e tensioni. Dopo l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, Israele ha iniziato una guerra nella Striscia di Gaza che sta andando avanti da mesi, con bombardamenti a scuole usate come rifugio e ospedali, uccidendo decine di migliaia di civili e provocando un’enorme crisi umanitaria: in Italia, come nel resto d’Occidente, i movimenti pro Palestina sono molto attivi e spesso organizzano proteste contro eventi di varia natura che riguardano Israele.

De Toni, indipendente di centrosinistra, ha scritto in un comunicato che il rifiuto di dare il patrocinio chiesto dal presidente della Federcalcio Gabriele Gravina è stata una decisione sofferta e di prudenza: «La nostra scelta poteva essere diversa solo se ad oggi fosse stato annunciato un cessate il fuoco. Purtroppo così non è». Secondo De Toni dare il patrocinio «come se non esistesse una guerra […] sarebbe stato come mettere la testa sotto la sabbia».

Il comunicato spiega anche che il sindaco avrebbe voluto tenere la città fuori da questioni di politica internazionale, evidentemente non riuscendoci, visto che dopo il suo annuncio ci sono state varie reazioni, anche di politici nazionali. Luca Ciriani, senatore di Fratelli d’Italia e ministro per i Rapporti con il parlamento, ha criticato la decisione del sindaco, e l’europarlamentare Nicola Procaccini, sempre di FdI, l’ha definita «irresponsabile». Il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, della Lega, ha offerto il patrocinio della Regione come una sorta di rimedio alla scelta di Udine. Sono intervenuti anche diversi esponenti di organizzazioni e associazioni israeliane come l’Unione Maccabi mondiale, polisportiva ebraica presente in tutto il mondo, e la European Jewish Association.

Per motivare la scelta, De Toni ha fatto riferimento al fatto che l’amministrazione di Bruxelles si è rifiutata di organizzare in città Belgio-Israele, un’altra partita della Nations League, per motivi di ordine pubblico. Anche altre città del Belgio si sono rifiutate, e quindi sembra che la partita si dovrà svolgere in una città fuori dal paese. «A chi ci sta criticando sostenendo che sport e politica sono due cose separate, ricordo che ad aprile 2022 la Federbasket e il Coni hanno rifiutato di far disputare a Pesaro la partita di basket fra la nazionale italiana e quella russa come sostegno all’Ucraina», ha scritto De Toni nel comunicato. «Sport e politica non possono essere separati solo quando fa comodo».