La Cina ha sospeso i colloqui sulle armi nucleari con gli Stati Uniti perché continuano a vendere armi a Taiwan

persone che fotografano due camion che hanno montati sopra grossi missili
Veicoli dell'esercito cinese capaci di lanciare missili balistici, durante un'esibizione a Pechino nel 2022 (AP Photo/Andy Wong)

Mercoledì la Cina ha annunciato di aver sospeso i colloqui con gli Stati Uniti sul controllo e sulla limitazione della diffusione delle armi nucleari, a causa delle continue vendite statunitensi di armi a Taiwan. Taiwan è un’isola dell’oceano Pacifico che si governa autonomamente dal 1949, ma che la Cina reclama come una propria provincia. Il sostegno a Taiwan fa parte della politica estera statunitense da anni: nel 2022 il Congresso statunitense ha approvato aiuti alla sua difesa per il valore di 4 miliardi e 500 milioni di dollari fino al 2027.

Il portavoce del dipartimento di Stato (equivalente al ministero degli Esteri) statunitense Matthew Miller ha detto che la politica del governo degli Stati Uniti non cambierà nonostante le pressioni della Cina. I colloqui fra Cina e Stati Uniti erano iniziati a novembre: il fatto che le due grandi potenze avessero ripreso a comunicare ad alti livelli nonostante i dissidi degli ultimi anni era stato visto come un segnale positivo nelle relazioni reciproche.

Secondo stime del ministero della Difesa statunitense, l’arsenale nucleare della Cina include oltre 500 armi nucleari operative, e probabilmente raddoppierà entro il 2030. Gli Stati Uniti hanno a loro volta un arsenale nucleare stimato di oltre 3.700 armi nucleari.