Il primo “King’s Speech” del governo britannico di Keir Starmer
È la cerimonia formale in cui il re apre i lavori del parlamento ed enuncia i piani del suo governo, che quest'anno è appena cambiato
Mercoledì si è tenuto nel parlamento britannico a Londra il King’s Speech, un momento altamente cerimoniale che ha delineato le priorità del nuovo governo dei Laburisti. Si chiama King’s Speech perché consiste nel discorso del re in parlamento: re Carlo III ha letto per circa tredici minuti il programma scritto dal primo ministro Keir Starmer, che ha stravinto le elezioni dello scorso 4 luglio.
Il discorso del re segna, ogni anno, l’apertura dei lavori del parlamento. Questo era particolarmente atteso perché era il primo da quando i Laburisti sono tornati al governo, dopo 14 anni all’opposizione. Il re legge una serie di impegni generali, come «il mio governo [cioè il governo di Starmer] cercherà di rafforzare i confini e rendere più sicure le strade». A ciascuna di queste frasi relativamente brevi corrispondono una o più proposte di legge, che sono dettagliate in un documento a parte. In tutto le proposte di Starmer sono 40: dovranno ovviamente essere discusse e approvate dal parlamento nel corso della legislatura.
La cerimonia prevede diversi momenti simbolici, alcuni antichi di secoli. Per esempio, mentre il re è in parlamento – il discorso viene pronunciato alla Camera dei Lord, la camera alta britannica – la tradizione vuole che venga “preso in ostaggio” (la formula è questa) a Buckingham Palace un parlamentare della maggioranza, per consentire al sovrano di tornare in sicurezza nella sua residenza: questa usanza risale a un periodo in cui il rapporto tra la monarchia e il parlamento era decisamente più conflittuale di oggi.
Uno dei momenti più riconoscibili è quello in cui il primo ministro e il capo dell’opposizione arrivano in aula camminando insieme. Quest’anno Starmer e il suo predecessore Rishi Sunak, dei Conservatori, hanno chiacchierato cordialmente: il contrario di quanto avvenne nel 2019, quando il primo ministro Boris Johnson (dei Conservatori) e il leader dei Laburisti Jeremy Corbyn restarono in silenzio per tutta la camminata.
Il King’s Speech di quest’anno si è concentrato su misure finalizzate alla crescita economica, come era stato anticipato. Una delle principali è la nazionalizzazione delle ferrovie, prevista già nel programma elettorale. Nel Regno Unito le ferrovie sono state privatizzate nel corso degli anni Novanta: in base a questa legge, alla scadenza delle concessioni dei vari operatori il servizio tornerà allo stato, che creerà a questo scopo un’azienda pubblica, Great British Railways. Insomma, non sarà immediata: ci vorranno anni.
Un’altra proposta di legge vincolerà il governo a consultare l’Office for Budget Responsibility, l’ente di vigilanza sul bilancio statale, prima di presentare piani economici che prevedano modifiche significative alle tasse o alla spesa pubblica. I Laburisti hanno detto che servirà a evitare che si ripetano, in futuro, casi come quello di Liz Truss: nel settembre del 2022 la riforma fiscale voluta dall’allora prima ministra dei Conservatori, che sarebbe rimasta in carica in tutto solo 49 giorni, venne giudicata rischiosa dai mercati finanziari e causò il crollo del valore della sterlina.
Nove proposte di legge sono dedicate all’ambiente. Il Guardian, il maggiore quotidiano progressista britannico, ha notato che il contrasto al cambiamento climatico viene presentato come un modo per creare nuovi posti di lavoro e ridurre il costo dell’energia. La principale proposta è la creazione di una nuova azienda pubblica dell’energia, chiamata GB Energy. Questa azienda non fornirà direttamente corrente elettrica ai consumatori, ma investirà 8,3 miliardi di sterline (circa 9,9 miliardi di euro) in cinque anni in progetti per la transizione ecologica. Tra questi ci saranno nuovi parchi eolici onshore (cioè sulla terraferma), che erano stati vietati dal precedente governo.
Anche i Laburisti vogliono ridurre il numero di persone migranti che arrivano nel paese in modo irregolare. Era già un obiettivo dei Conservatori: i Laburisti hanno una strategia diversa, che ha comunque alcuni elementi securitari. L’abrogazione del costoso e contestato piano per espellere in Ruanda i richiedenti asilo consentirà di risparmiare cento milioni di sterline (circa 120 milioni di euro) nei prossimi anni. Questi fondi saranno destinati a una nuova agenzia governativa, il Border Security Command, che avrà il compito di fermare i trafficanti sul canale della Manica e per farlo potrà applicare le leggi antiterrorismo.
Tra le proposte di legge ce n’è una che era stata voluta da Sunak: il divieto di comprare sigarette per chi è nato dopo il 2009. I Conservatori si erano divisi e il testo era passato ad aprile alla Camera dei Comuni (la camera bassa del parlamento britannico) solo grazie al voto favorevole dei Laburisti. L’ex primo ministro non ha fatto in tempo a farla approvare in via definitiva perché ha convocato le elezioni con qualche mese d’anticipo.
Un’altra proposta riguarda la Camera dei Lord: nei loro vecchi piani i Laburisti volevano abolirla del tutto, adesso invece puntano a modernizzarla. La riforma citata mercoledì eliminerebbe i “membri ereditari” dell’istituzione, che appartengono alle storiche grandi famiglie aristocratiche del Regno Unito. Oggi i membri per nascita sono 91 (su 775). Il loro numero venne ridotto significativamente nel 1999, con l’ultima grande riforma ai tempi di Tony Blair, primo ministro dei Laburisti.
L’impegno della campagna elettorale di costruire 1,5 milioni di nuove case è stato ripetuto, ma senza fornire ulteriori dettagli. Un’altra proposta restituirebbe ai comuni la competenza del trasporto pubblico, e in particolare degli autobus. Il governo intende «fare in modo che alla salute mentale sia data la stessa attenzione di quella fisica». Per quanto riguarda l’istruzione, verrà infine presentata una legge per far pagare l’IVA anche alle scuole private e per assumere 6.500 nuovi insegnanti: anche queste due misure già previste.
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