L’ex militare kosovaro Pjeter Shala è stato condannato a 18 anni per crimini di guerra commessi contro l’esercito serbo alla fine della guerra del Kosovo

Pjeter Shala (Piroschka van de Wouw/Pool photo via AP)
Pjeter Shala (Piroschka van de Wouw/Pool photo via AP)

Il Tribunale speciale per il Kosovo ha condannato l’ex membro dell’esercito di liberazione del Kosovo (UçK) Pjeter Shala a 18 anni di carcere per crimini di guerra commessi durante tra il 1998 e il 1999 contro l’esercito serbo. Il tribunale è un organo giuridico istituito dall’Unione Europea nel 2017 all’Aia, nei Paesi Bassi, per giudicare i presunti crimini commessi dai separatisti albanesi alla fine del guerra del Kosovo, tra il 1998 e il 2000. Secondo l’accusa, Pjeter Shala nel periodo in questione avrebbe arrestato e torturato almeno 18 persone kosovare di etnia albanese che considerava spie o collaboratori dell’esercito serbo.

Il Kosovo si trova tra Serbia, Montenegro, Albania e Macedonia del Nord ed è grande un po’ più dell’Abruzzo. È il paese più giovane d’Europa e le sei stelle che si vedono sulla sua bandiera rappresentano i sei gruppi etnici che lo abitano: gli albanesi, che sono più del 90 per cento della popolazione, e poi i serbi, i turchi, i gorani, i rom e i bosgnacchi. Nel 1990, su pressione del governo serbo guidato da Slobodan Milosevic, venne abrogata l’autonomia che al Kosovo era stata riconosciuta dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia di Tito.

Milosevic avviò anche una forte campagna di serbizzazione delle istituzioni kosovare, che causò frequenti scontri tra esercito serbo e milizie e gruppi paramilitari pro indipendenza. Alla fine degli anni Novanta questi scontri sfociarono in una guerra. Il movimento militare di separatisti albanesi UçK iniziò una serie di azioni di guerriglia, arrivando anche a controllare intere zone del territorio kosovaro.

Shala, che ha 60 anni ed era noto anche come “Comandante Lupo”, era un leader militare locale nel Kosovo occidentale durante il conflitto. Durante la guerriglia contro i serbi, secondo il tribunale, fu direttamente coinvolto nell’arresto e nella tortura di diverse persone. La giudice Mappie Veldt-Foglia ha detto che sotto i suoi ordini i detenuti vennero picchiati per ore, costretti a schiaffeggiarsi l’un l’altro e a fingere di avere rapporti sessuali tra di loro, tra le altre cose.