Lo zainetto che usano tutti i bambini in Giappone

Il “randoseru”, robusto e squadrato, è un'istituzione nelle scuole elementari e nelle famiglie, e a volte viene regalato con una cerimonia

L'uscita da scuola di alcuni studenti delle scuole elementari di Ichikawa, in Giappone, 27 febbraio 2020 (Tomohiro Ohsumi/Getty Images)
L'uscita da scuola di alcuni studenti delle scuole elementari di Ichikawa, in Giappone, 27 febbraio 2020 (Tomohiro Ohsumi/Getty Images)
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In Giappone gran parte degli alunni e delle alunne della scuola elementare utilizza lo stesso zainetto dalla forma quadrata, capiente e abbastanza costoso, che chiunque ha visto almeno una volta guardando un film giapponese: si chiama randoseru, termine derivato dalla parola olandese ransel, che vuol dire per l’appunto zaino.

La produzione dei randoseru è ancora perlopiù artigianale e il loro utilizzo è una specificità culturale del Giappone, l’unico paese in cui esiste un ampio e vario mercato dedicato a questi zaini. I randoseru hanno una forte importanza simbolica, vengono tramandati dai genitori ai figli e hanno spesso un grande valore affettivo per le famiglie giapponesi.

Non esiste un qualche tipo di legge che obblighi le famiglie ad acquistare un randoseru per i propri figli. Il suo uso «non è una regola imposta da qualcuno, ma una sorta di norma sociale che rispettano tutti», ha detto al New York Times Shoko Fukushima, professore associato dell’Institute of Technology di Chiba.

Il randoseru cominciò a diffondersi a partire dal 19esimo secolo, durante la cosiddetta epoca Meiji, cioè i 45 anni di regno dell’imperatore Mutsuhito, dal 1867 al 1912, che segnarono il passaggio del Giappone dall’epoca feudale a quella moderna. In quel periodo cominciò a diffondersi l’idea che a scuola «tutti sono uguali, tutti sono una famiglia», ha raccontato al New York Times Ittoku Tomano, professore associato di filosofia ed educazione presso l’Università di Kumamoto.

Non è possibile stabilire una data precisa in cui gli alunni e le alunne giapponesi iniziarono a usare il randoseru. Sappiamo però che, nel 1885, la Gakushuin – una prestigiosa scuola privata fondata per istruire i giovani della corte e delle famiglie imperiali – impose ai propri studenti di usare uno zaino “ufficiale” che assomigliava al ransel, uno zaino militare molto diffuso nei Paesi Bassi. Da quel momento in poi, secondo alcuni storici, il randoseru cominciò a essere utilizzato ampiamente.

Motoko Rich, corrispondente del New York Times a Tokyo, ha scritto che «le radici del randoseru sono in linea con i metodi educativi giapponesi», che in effetti sono abbastanza militareschi. Questo perché, ha spiegato Rich, in Giappone il sistema scolastico non ha solo contribuito a costruire un’identità nazionale, ma ha avuto anche un ruolo fondamentale nel preparare gli studenti alla mobilitazione militare durante le due Guerre mondiali.

Il randoseru ha un costo abbastanza elevato (quasi tutti i modelli superano agevolmente i cento euro), e riceverne in regalo uno è considerato un onore. Per esempio, fino a una cinquantina d’anni fa era molto comune che i titolari delle aziende regalassero dei randoseru ai figli dei loro dipendenti, consegnandoli in una sorta di cerimonia.

Alcune aziende portano ancora avanti questa tradizione, come per esempio la multinazionale della tecnologia Sony, che fu fondata a Minato, un quartiere di Tokyo, nel 1946. All’inizio di quest’anno c’è stata la 66esima cerimonia di consegna dei randoseru dalla fondazione della Sony: Hiroki Totoki, il presidente dell’azienda, ha regalato 250 zainetti ad altrettanti alunni della scuola elementare, descrivendo l’evento come «un legame importante che unisce le famiglie».

Fino a una trentina d’anni fa, una consuetudine molto radicata prevedeva che i bambini utilizzassero randoseru di colore nero, e le bambine di colore rosso. Negli ultimi anni, anche grazie alle graduali aperture del paese nei confronti di temi come il rispetto dell’identità di genere e la legalizzazione delle unioni tra persone dello stesso sesso, alcuni produttori locali hanno differenziato la produzione, realizzando randoseru di colori o con motivi più dettagliati.

Tuttavia, secondo i dati della Randoseru Association, una società che analizza la diffusione di questi zaini nel paese, la maggior parte dei bambini continua a scegliere randoseru neri, mentre il colore più usato dalle bambine è il lavanda. Una delle caratteristiche più sorprendenti dei randoseru è la loro immutabilità: a parte le variazioni di colore introdotte nel corso degli anni, la forma e la struttura di questi zaini sono rimaste sostanzialmente identiche nel corso dei decenni.