I fiori di Versailles dovranno essere perfetti per le gare olimpiche di equitazione
E se ne sta occupando Elena Secondo, responsabile delle fioriture e della botanica dei giardini del Trianon, che ha una data in testa: il 28 luglio
Le gare degli sport equestri alle Olimpiadi di Parigi si faranno in un luogo abbastanza eccezionale: il parco che circonda la reggia di Versailles, l’antica residenza dei sovrani francesi, costruita nel Diciassettesimo secolo durante il regno di Luigi XIV. Cominceranno il 27 luglio e ci saranno tre diverse discipline: i salti, nei quali bisogna completare un percorso a ostacoli nel minor tempo possibile, il dressage, in cui cavalli e atleti eseguono dei movimenti artistici a tempo di musica, e infine la prova completa, che unisce salti, dressage e cross country, un altro percorso a ostacoli, molto lungo e impegnativo.
Gli ostacoli del cross country saranno decorati con composizioni floreali diverse tra loro, pensate e realizzate dalla trentaquattrenne Elena Secondo, responsabile delle fioriture e della botanica dei giardini del Trianon, in un’area laterale del parco di Versailles. Secondo è di Rivoli, vicino Torino, e ha studiato come paesaggista e giardiniera d’arte alla reggia di Venaria. Da sei anni lavora a Versailles e vive dentro i giardini, in una casa storica compresa in una vecchia orangerie, un termine con cui si indicano gli spazi annessi a una villa dedicati alla coltura degli alberi di agrumi.
Il suo compito principale è quello di curare l’allestimento dei parterre di fiori, cioè di giardini con aiuole progettati solitamente con schemi geometrici. In particolare, Secondo lavora nei giardini antistanti il palazzo in marmo rosa del Grand Trianon, una specie di dépendance molto lussuosa fatta costruire da Luigi XIV, e in quelli del Petit Trianon, la porzione di parco preferita dalla regina Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI.
Gli ostacoli della gara di cross country saranno in tutto una ventina: il numero esatto e la loro forma non possono essere rivelati, per non dare vantaggi agli atleti partecipanti. Per ciascuno, Secondo ha creato un tema floreale, seguendo le indicazioni dello chef de piste, la persona che progetta il percorso: «Ho scelto i fiori in base all’altezza e alla difficoltà dell’ostacolo, sapendo che i cavalli vedono meglio alcuni colori chiari come il giallo. In totale stiamo preparando circa settemila tra piante e arbusti», racconta camminando tra le serre in cui stanno crescendo alcuni dei fiori.
Il percorso della gara sarà lungo circa cinque chilometri e girerà tra gli alberi tutto intorno al Grand Canal, il principale bacino d’acqua di Versailles; il pubblico potrà disporsi lungo quasi tutta la strada e sono state costruite tribune temporanee per accogliere sedicimila spettatori all’Étoile Royale, una grande rotonda con la stessa struttura a stella della piazza di Parigi in cui c’è l’Arco di Trionfo, che si trova alla fine dei giardini esattamente di fronte alla reggia, dalla parte opposta.
All’Étoile ci sarà un ostacolo in cui i cavalli dovranno saltare sull’acqua: «Mi hanno detto che doveva vedersi bene dalle tribune, quindi ho scelto una palette di fiori gialli e rossi con qualche tocco di blu, bianco e rosa. Li disporrò come fosse una prateria fiorita, senza una geometria precisa: ci saranno margherite gialle, fiordalisi blu, bocche di leone rosse».
Versailles ha una tradizione legata ai cavalli e all’equitazione antica praticamente quanto la reggia stessa, visto che le prime stalle furono fatte costruire da Luigi XIV tra il 1679 e il 1682; nel diciottesimo secolo arrivarono a ospitare oltre duemila cavalli. Oggi ce ne sono solamente una quarantina, tra i quali alcuni Lusitani, la razza di purosangue preferita da Luigi XIV, e appartengono all’accademia nazionale equestre, di cui fanno parte dodici tra cavalieri e amazzoni (come vengono chiamate, in base al genere, le persone che cavalcano i cavalli: fantino è infatti il termine che designa solamente chi fa le gare di galoppo o corsa a ostacoli).
– Leggi anche: Gli sport equestri andrebbero aboliti?
Il lavoro di preparazione che sta facendo Secondo in questi mesi è nuovo per lei e diverso dagli altri non solo per il contesto, quello di una gara olimpica, ma perché «dovrà essere tutto fiorito esattamente per il 28 luglio», il giorno della prova completa individuale e a squadre.
«Gestire tutto è difficile perché se le piante iniziano a fiorire devo spostarle all’ombra e viceversa per alcune sta mancando il sole in questo periodo; in ogni caso, bisogna controllarle tutte ogni giorno. La sera faccio sempre un giro a vedere se sono abbastanza bagnate e se è tutto a posto», dice. Con lei lavorano circa venti persone e i giardinieri al Trianon sono in tutto una quarantina.
Il clima variabile e imprevedibile certamente non aiuta la programmazione, e poi ci sono altre complicazioni esterne: «Abbiamo avuto un problema con le lepri, che di notte si sono mangiate i fiori destinati all’Étoile e abbiamo dovuto ripiantarli: non possiamo prevedere tutto». Secondo ha cominciato a lavorarci a settembre e le sue creazioni si potranno vedere solamente il giorno della gara, visto che per regolamento i duecento atleti partecipanti (divisi tra le tre prove) non dovranno avere informazioni sul percorso e sugli ostacoli che dovranno affrontare: «Da una parte voglio vedere tutto realizzato, dall’altra voglio godermi questi giorni, perché so che finiranno in fretta», dice Secondo.
Le persone che, come Secondo, si occupano della cura dei parchi e dei giardini di Versailles devono conciliare la necessità di rispettare le cosiddette tradizioni con quella di essere originali e innovative, perché gli allestimenti floreali vengono cambiati spesso. Per i due parterre che ci sono di fronte al Grand Trianon, per esempio, ogni anno vengono scelti due temi: quest’anno per il parterre superiore è il profumo, mentre per il parterre inferiore in occasione delle Olimpiadi sono stati scelti i cavalli, e in particolare verranno posizionati dei vasi ispirati alle pedine di Petit Chevaux, un gioco per bambini molto diffuso in Francia (una specie di Gioco dell’Oca). «Come Luigi XIV invitava qui le persone da tutta Europa e mostrava loro i parterre, anche oggi le persone possono venire qui a vedere cose che non hanno mai visto».
D’altro canto «la prima cosa che facciamo come giardinieri d’arte è la conservazione del sito storico. La struttura di base del parterre è quella, non modifichiamo il contorno, la nostra creatività è limitata all’interno dell’aiuola». Per la decorazione degli ostacoli delle gare di equitazione, invece, gli organizzatori hanno dato a Secondo piena libertà creativa: «Per me è più facile comporre con i fiori e far parlare loro, invece che raccontare a parole il mio lavoro. In un certo senso mi vedo come un’artista che crea il suo quadro, solo che i miei colori sono i fiori».