Non si sa quasi niente di Thomas Crooks
A tre giorni dall'attentato contro Donald Trump, le informazioni sul ragazzo di 20 anni che gli ha sparato sono ancora pochissime, e non si sa bene dove cercare
A quasi tre giorni dal tentato omicidio di Donald Trump durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, le informazioni su Thomas Matthew Crooks, il ragazzo di 20 anni che ha sparato al candidato Repubblicano per la presidenza, sono ancora sorprendentemente scarse. L’FBI ha interrogato più di 100 testimoni, perquisito la casa della sua famiglia e gli altri luoghi che frequentava, ottenuto l’accesso al suo smartphone. Nonostante questo, non soltanto è al momento impossibile capire perché Crooks abbia sparato a Trump, ferendolo a un orecchio, ma anche avere un’idea di che tipo di vita conducesse.
Crooks, che è stato ucciso sabato dai cecchini del Secret Service (il servizio di sicurezza di presidenti, ex presidenti e candidati) subito dopo aver sparato a Donald Trump dal tetto di un edificio poco distante dal palco, ha lasciato pochissime tracce di sé, soprattutto per una persona della sua età. Anzitutto, almeno secondo quanto rivelato dalle indagini finora, non ha lasciato messaggi, lettere di rivendicazione o altro materiale che spieghi perché abbia sparato a Trump.
Lunedì l’FBI ha ottenuto l’accesso al suo smartphone, non è chiaro se hackerandolo oppure perché i genitori di Crooks, che stanno cooperando alle indagini, conoscevano il codice di sblocco. Gli investigatori pensavano che, accedendo allo smartphone di Crooks, avrebbero potuto ottenere informazioni utili sulla sua vita e magari sulle sue motivazioni: leggere le sue ultime comunicazioni, analizzare i suoi post sui social media, vedere le sue foto e i suoi video. In realtà, secondo fonti sentite sia dal Wall Street Journal sia da NBC News, accedere al suo telefono non ha fornito nessun elemento utile per le indagini, almeno al momento.
Il Wall Street Journal ha anche assunto un analista specializzato in indagini digitali, per cercare di trovare più tracce possibili dell’attività di Crooks su internet. Per un ragazzo di 20 anni, è stato trovato molto poco: un profilo su un sito di scacchi, un account per lezioni online di programmazione e qualche account per siti di videogiochi. Apparentemente, Crooks non aveva profili sui social media, non aveva legami particolari con altre comunità online e su internet le fotografie che lo ritraggono sono pochissime.
Anche le informazioni sull’arma che Crooks ha usato per sparare a Trump, un fucile semiautomatico AR-15, non sembrano condurre a molto: era stato comprato anni fa e detenuto legalmente da suo padre, un appassionato di caccia. Crooks andava a volte a cacciare assieme a suo padre, e al poligono di tiro a sparare: sono entrambe attività che tuttavia non hanno mai suscitato particolari sospetti (la caccia è un passatempo comune nella regione, anche tra i ragazzi giovani).
Assieme al fucile AR-15, nell’auto di Crooks sono stati trovati due esplosivi, non è chiaro di che tipo, molte munizioni e un gilet di tipo militare, di quelli pensati per trasportare comodamente le munizioni quando si spara. È stato trovato anche un esplosivo nascosto nella camera in cui dormiva a casa dei suoi genitori: non è chiaro perché fosse lì.
L’FBI ha confermato che tutti i dati sembrano indicare che Crooks abbia agito da solo, anche se mantiene aperta la possibilità che ci siano stati dei complici.
Crooks viveva a Bethel Park, un sobborgo poco a sud di Pittsburgh, nella casa dei suoi genitori, due terapisti che si occupano di psicologia comportamentale. Non aveva precedenti penali, e la stessa FBI ha fatto sapere che non era una persona sorvegliata o che fosse mai arrivata all’attenzione delle forze dell’ordine. Aveva frequentato la scuola superiore non lontano da casa, e a maggio di quest’anno si era laureato in Ingegneria al “community college” della contea di Allegheny. I “community college” sono università gratuite della durata di due anni. Attualmente lavorava in una casa di riposo, il Bethel Park Skilled Nursing and Rehabilitation Center, dove i suoi datori di lavoro hanno detto che svolgeva le sue occupazioni senza suscitare particolari perplessità.
Negli ultimi giorni, dopo l’attentato, decine di giornalisti sono andati a Bethel Park, una comunità di poco più di 30 mila abitanti, per cercare di raccogliere informazioni su Crooks, generando anche un certo disagio tra gli abitanti del luogo. I giornalisti hanno fatto decine di interviste a vicini di casa, ex compagni di scuola, persone più o meno vicine a Crooks, e gli elementi notevoli che emergono da queste interviste sono pochi, e in alcuni casi contraddittori.
Quasi tutte le persone che lo conoscevano dicono che Crooks era un ragazzo riservato che stava spesso in disparte, non aveva molti amici e non partecipava alle attività di gruppo: la cosa, tuttavia, non aveva mai destato grossi problemi o preoccupazioni. Il New York Times ha intervistato Jim Knapp, il consulente scolastico della scuola superiore frequentata da Crooks, che ha raccontato come spesso, a mensa, Crooks sedesse da solo a guardare il suo telefono, senza chiacchierare con gli altri studenti: «Voleva starsene per conto suo», ha detto. Una studentessa che ha frequentato la scuola di Crooks ha detto che «non voleva attenzioni, positive o negative». Alcune persone hanno raccontato che Crooks a scuola era vittima di bullismo.
Non è tanto chiaro nemmeno quali fossero le ideologie e le inclinazioni politiche di Crooks. Era iscritto alle liste elettorali come elettore del Partito Repubblicano (negli Stati Uniti bisogna indicarlo esplicitamente), ma nel 2021 aveva donato 15 dollari a un gruppo che sosteneva il Partito Democratico. Alcune persone che lo conoscevano hanno detto che Crooks era «sicuramente un conservatore». Altri lo hanno definito un moderato che tendeva al centrodestra.