Quattro soldati indiani sono stati uccisi in una sparatoria nello stato del Kashmir

(AP Photo/Dar Yasin)
(AP Photo/Dar Yasin)

Lunedì quattro soldati indiani sono stati uccisi in una sparatoria con alcuni indipendentisti a Doda, una città che fa parte del territorio del Kashmir, stato indiano a maggioranza musulmana rivendicato dal Pakistan e oggetto di un’antica disputa territoriale. L’esercito indiano ha detto che i soldati sono stati colpiti mentre stavano effettuando un’operazione per conto dell’intelligence del paese.

Il Kashmir, il cui nome formale è Jammu e Kashmir, aveva avuto per anni uno “status speciale” sulla base dell’articolo 370 della Costituzione indiana, che tra le altre cose attribuiva allo stato un altissimo grado di autonomia. Nell’agosto del 2019 il governo del primo ministro Narendra Modi – del partito conservatore, nazionalista e induista Bharatiya Janata (BJP) – aveva deciso di togliere lo “status speciale” al Kashmir. La decisione faceva parte di un progetto politico più ampio del governo di Modi, che considerava il Kashmir un problema: nell’unico stato indiano a maggioranza musulmana e non induista, infatti, operano da decenni gruppi separatisti appoggiati e finanziati dal Pakistan, paese con cui l’India ha combattuto diverse guerre. A dicembre, la legittimità della decisione di Modi era stata confermata dalla Corte suprema indiana.