L’infettivologo Massimo Galli è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di carcere per falso ideologico in un’inchiesta su presunti concorsi universitari pilotati
Il noto infettivologo Massimo Galli è stato condannato in primo grado, con pena sospesa, a 1 anno e 4 mesi di carcere per falso ideologico per la gestione di un concorso per un posto da professore all’università Statale di Milano. È stato invece assolto dall’accusa di turbativa d’asta.
Il caso era partito dalla denuncia di un partecipante al concorso, Massimo Puoti: aveva accusato Galli di aver manipolato il concorso per far ottenere il posto a un suo allievo, Agostino Riva, che aveva effettivamente vinto. La condanna per falso ideologico (ossia la falsificazione di un documento ufficiale) riguarda una data sbagliata, quella del 14 febbraio 2020, scritta da Galli sul verbale di una riunione della commissione che valutava le domande per il concorso, presieduta da Galli. Secondo le tesi dell’accusa le decisioni scritte nel verbale sarebbero state prese dalla commissione in un momento precedente. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state depositate dai giudici. Galli ha commentato la sentenza dicendo di essersi semplicemente dimenticato di «correggere una data», e che farà ricorso in appello.
Anche gli altri due membri della commissione, Claudio Maria Mastroianni e Claudia Colomba (professori rispettivamente all’università La Sapienza di Roma e a quella di Palermo), erano accusati di falso ideologico: hanno patteggiato e ricevuto una pena di sei mesi di carcere, convertiti in una sanzione da 8mila euro.
Il caso si inserisce in un più ampio filone di indagini su varie selezioni presuntamente pilotate per posti da professore e ricercatore nella facoltà di Medicina dell’università Statale di Milano.