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  • Martedì 16 luglio 2024

La convention dei Repubblicani ha avuto un inizio soft

In un clima festoso i delegati hanno accolto Donald Trump a due giorni dall'attentato e hanno evitato interventi particolarmente provocatori: domani si ricomincia

di Francesco Costa

Donald Trump e JD Vance, suo candidato vicepresidente, alla convention dei Repubblicani (Andrew Harnik/Getty Images)
Donald Trump e JD Vance, suo candidato vicepresidente, alla convention dei Repubblicani (Andrew Harnik/Getty Images)
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Donald Trump è apparso in pubblico per la prima volta dopo l’attentato dello scorso sabato, con una vistosa medicazione all’orecchio, al termine della prima giornata della convention del Partito Repubblicano statunitense a Milwaukee, in Wisconsin. Trump ha salutato e ringraziato i delegati, che lo hanno accolto con molto calore, e si è seduto ad ascoltare gli ultimi interventi della giornata. Il discorso di Trump è previsto per giovedì sera e chiuderà i lavori della convention.

Durante quel discorso – uno dei più seguiti e importanti della campagna elettorale di ogni persona candidata alla Casa Bianca – Trump accetterà formalmente la candidatura che oggi è stata approvata dai delegati con il teatrale “roll call”: il voto con cui le quasi tremila persone elette durante le primarie dello scorso inverno hanno nominato Donald Trump come candidato del partito alle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre. L’esito del voto era scontato, dal momento che Trump ha stravinto le primarie e i candidati sconfitti gli hanno dato il loro sostegno.

L’altra importante notizia della giornata è stata la scelta della persona candidata alla vicepresidenza, che di solito viene annunciata qualche settimana prima della convention ma che Trump stavolta ha rimandato fino all’ultimo momento utile, pochi minuti prima del “roll call”. Trump ha scelto J.D. Vance, senatore dell’Ohio con una storia notevole: nato in una famiglia molto povera in Ohio, laureato in legge a Yale, già marine dell’esercito, poi manager e scrittore di successo mondiale, a lungo molto critico con Trump ma oggi uno dei suoi più accesi sostenitori.

Per Vance, che ha 39 anni, è una sorta di investitura: la scelta di Trump non è stata guidata dal desiderio di guadagnare consensi in uno stato decisivo – l’Ohio un tempo lo era, ora non più – né dal tentativo di estendere l’appeal della propria candidatura, visto che i due la pensano allo stesso modo praticamente su tutto. La conseguenza più grande di questa scelta sarà mettere in prima fila Vance – un «ambizioso ideologo» e il primo candidato millennial, nota il New York Times – per la successione a Trump fra quattro anni, comunque vadano queste elezioni.

Il tema della prima giornata della convention dei Repubblicani era l’economia, tema su cui si sono concentrati molti degli interventi.

Tra gli altri, hanno parlato a favore di Trump l’imprenditore David Sacks, alleato e socio di Elon Musk, e la modella e influencer Amber Rose, alternandosi sul palco con qualche pezzo grosso del partito – come Tim Scott, l’unico senatore nero dei Repubblicani, Glenn Youngkin, governatore della Virginia, e Marsha Blackburn, senatrice del Tennessee – e una serie di persone comuni che hanno raccontato le difficoltà causate alle loro vite dall’inflazione, parlandone come di un fenomeno esclusivamente statunitense prodotto dai colossali investimenti pubblici promossi dall’amministrazione Biden, e dall’immigrazione irregolare.

Il discorso più interessante però è stato probabilmente il meno scontato, quello affidato al capo del più grande sindacato statunitense degli autotrasportatori, l’International Brotherhood of Teamsters. Il sindacato non ha dato ufficialmente il suo sostegno a Trump, e intrattiene rapporti sia con i Democratici che con i Repubblicani. Il suo leader, che si chiama Sean O’Brien ed è di Boston, ha espresso diversi giudizi positivi nei confronti di Trump e ha chiesto ai Repubblicani di difendere di più i sindacati e meno le grandi corporation, passaggi non sempre apprezzati dal pubblico.

La scelta di invitare O’Brien e affidargli il discorso più importante della serata, insieme a quella di J.D. Vance come candidato vicepresidente, suggeriscono l’intenzione di Trump e dei Repubblicani di presentarsi agli elettori come il partito più vicino alla classe operaia, con un messaggio economico populista che però fin qui spesso non si è tradotto in fatti concreti: quando l’amministrazione Biden e il Congresso qualche anno fa stanziarono oltre 80 miliardi di dollari per salvare le pensioni degli autotrasportatori, per esempio, tutti i Democratici votarono a favore e tutti i Repubblicani votarono contro.

L’intera giornata di lavori – iniziata intorno alle 13 e conclusa alle 22, con una lunga sessione di votazioni procedurali e regolamentari – si è svolta comunque in un clima festoso e di grande unità, una relativa novità per il Partito Repubblicano. All’ultima convention che si era tenuta in presenza, nel 2016, la candidatura di Trump aveva evidenziato infatti profonde differenze nel partito: tra i delegati c’erano state polemiche, fischi e contestazioni. Otto anni dopo, il clima è completamente diverso.

Oggi il partito è straordinariamente unito e la sua base vede in Trump una figura quasi messianica, a maggior ragione dopo l’attentato a cui è sopravvissuto. A migliorare ulteriormente l’umore dei delegati, per la prima volta negli ultimi vent’anni di elezioni presidenziali i sondaggi danno in vantaggio il candidato Repubblicano. «A lungo Trump ha diviso i Repubblicani e unito i Democratici», ha scritto il giornalista Jonathan Martin su Politico. «Il dibattito e l’attentato hanno ribaltato tutto».

Nei giorni scorsi era trapelata sulla stampa statunitense l’intenzione di Trump e dei suoi di moderare i toni dei discorsi e della retorica alla convention alla luce dell’attentato, e puntare invece sul tema dell'”unità nazionale”: una scelta responsabile – lo stesso presidente Biden pochi giorni fa aveva invitato solennemente tutti ad abbassare il volume – e furba insieme, nonché permessa dal vantaggio che Trump può permettersi di gestire.

Durante la prima giornata della convention, infatti, le persone che si sono alternate sul palco hanno rivolto critiche molto dure al presidente Biden e ai Democratici, ma non ci sono stati passaggi particolarmente provocatori o incendiari. Persino Marjorie Taylor-Greene, la deputata più estremista del Partito Repubblicano, ha pronunciato un discorso piuttosto noioso. La convention del Partito Repubblicano proseguirà ogni giorno fino a giovedì; il Partito Democratico terrà la propria convention in agosto a Chicago.