Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Paolo Emilio Signorini, tra gli accusati nell’inchiesta sulla corruzione in Liguria

(Ansa/Luca Zennaro)
(Ansa/Luca Zennaro)

Martedì il gip (giudice per le indagini preliminari) ha concesso gli arresti domiciliari a Paolo Emilio Signorini, imprenditore ed ex presidente dell’Autorità portuale del mar ligure occidentale, cioè l’ente pubblico che amministra la gran parte dei lavori e delle attività che riguardano il porto di Genova. Signorini potrà quindi lasciare il carcere, dove si trovava in custodia cautelare da oltre due mesi: a maggio era stato accusato di corruzione nell’inchiesta che coinvolge anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e l’imprenditore Aldo Spinelli.

L’inchiesta riguarda diversi casi di corruzione che sarebbero avvenuti in vari ambiti, tra cui le campagne elettorali organizzate per sostenere la candidatura di Toti, rieletto nel 2020 alla guida d’una coalizione di centrodestra, e la gestione di pratiche di competenza dell’autorità di sistema portuale e della pubblica amministrazione regionale. Al momento Toti è agli arresti domiciliari.

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