Almeno 60 civili palestinesi sono stati uccisi in diversi bombardamenti israeliani, di cui uno su una zona indicata come “sicura”
Tra lunedì e martedì almeno 60 civili palestinesi sono stati uccisi in una serie di bombardamenti aerei israeliani che hanno colpito le zone centrali e meridionali della Striscia di Gaza.
Il bombardamento più grave, in cui sono state uccise almeno 17 persone, è avvenuto nell’area di Al Mawasi, nel sud della Striscia. L’area era stata designata dall’esercito israeliano come “zona umanitaria sicura”, ossia un posto che in teoria l’esercito garantisce di non attaccare militarmente e dove i civili palestinesi dovrebbero andare per ricevere aiuti umanitari. Sempre ad Al Mawasi sabato scorso almeno 90 persone erano state uccise in un altro bombardamento dell’esercito israeliano, che aveva detto di avere attaccato la zona per colpire Mohammed Deif, un importante leader militare di Hamas: non è chiaro se sia morto o meno.
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Gli altri bombardamenti hanno colpito i campi profughi di Nuseirat e Zawaida, nella parte centrale della Striscia, e le città di Rafah e Khan Yunis, a sud. L’esercito israeliano ha descritto i bombardamenti come «raid mirati su obiettivi terroristici», senza fornire ulteriori dettagli.