Nel 2024 il Vietnam ha ucciso più di 40mila maiali per evitare la diffusione della peste suina africana

Maiali in un macello a Hanoi, in Vietnam, nel 2017 (AP Photo/Tran Van Minh)
Maiali in un macello a Hanoi, in Vietnam, nel 2017 (AP Photo/Tran Van Minh)

Dall’inizio del 2024 a luglio il Vietnam ha ucciso 42.400 maiali per evitare la diffusione della peste suina africana: cinque volte più che nello stesso periodo l’anno scorso. La peste suina è una malattia non trasmissibile all’uomo che è letale principalmente per suini e cinghiali e per la quale non esistono vaccini né cure. Il modo più comune per fermare la diffusione del virus è abbattere gli animali contagiati o considerati a rischio di contagio.

Negli allevamenti del Vietnam ci sono circa 26 milioni di maiali. L’abbattimento di migliaia di animali ha contribuito all’aumento dei prezzi del cibo per i consumatori vietnamiti. Un anno fa il paese è stato il primo ad approvare dei vaccini contro la peste suina: l’Organizzazione mondiale per la salute degli animali ha però detto che i vaccini dovrebbero essere testati ulteriormente.

Fra il 2018 e il 2019 in Cina, che confina con il Vietnam, ci fu la peggiore epidemia di sempre di peste suina africana: la metà dei maiali da allevamento del paese, quindi oltre 200 milioni di animali, morì o fu abbattuta, danneggiando un’industria con un fatturato annuo intorno ai 114 miliardi di euro.

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