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  • Lunedì 15 luglio 2024

J.D. Vance è il candidato vicepresidente di Donald Trump

Ha 39 anni ed è passato da critico di Trump a essere uno dei suoi più convinti sostenitori

La nomina di J.D. Vance alla Convention del partito Repubblicano
La nomina di J.D. Vance alla Convention del partito Repubblicano (AP Photo/Morry Gash)
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Il senatore statunitense J.D. Vance è stato scelto come candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti dall’ex presidente e candidato Repubblicano alla presidenza Donald Trump: lo ha annunciato lo stesso Trump lunedì pomeriggio, alla convention del Partito Repubblicano appena iniziata a Milwaukee (Wisconsin). Vance è un ex manager di 39 anni, è stato eletto nel 2023 in Ohio ed è uno dei più convinti sostenitori di Trump, che celebra in ogni sua apparizione televisiva o pubblica: era da giorni uno dei nomi più citati come potenziale vice di Trump.

La nomina del vice di Trump era la notizia più attesa dell’inizio della convention. Il profilo di Vance corrisponde a quello cercato da Trump per questo incarico: una figura energica, in grado di difenderlo con molta decisione in pubblico, ambiziosa ma non a sufficienza per metterlo in ombra. Allo stesso tempo, per Vance è una sorta di investitura: la scelta di Trump non è stata guidata dal desiderio di guadagnare consensi in uno stato decisivo – l’Ohio un tempo lo era, ora non più – né dal tentativo di estendere l’appeal della propria candidatura, visto che Trump e Vance la pensano allo stesso modo su praticamente tutto. La conseguenza più grande che avrà sarà mettere Vance in prima fila per la successione a Trump, al di là che la questione si ponga nel 2025 o nel 2028.

Vance si chiama James David, ma si è sempre fatto chiamare J.D. Vance, anche nei suoi libri. È nato a Middleton, in Ohio, e dopo aver prestato servizio nei Marine in Iraq si è laureato alla Yale Law School. È sposato da dieci anni con Usha Vance, avvocata, con cui ha tre figli e vive a Cincinnati, sempre in Ohio.

Vance ha una storia molto particolare: nel 2016 la sua autobiografia incentrata su un’infanzia particolarmente precaria fra Kentucky e Ohio, Hillbilly Elegy, divenne un caso editoriale e qualche anno più tardi anche un film con Amy Adams prodotto da Ron Howard. Il libro di Vance fu apprezzato soprattutto per come raccontava le difficoltà economiche delle famiglie bianche a basso reddito negli stati meno dinamici dal punto di vista economico. All’epoca lui era un Repubblicano dalle idee piuttosto moderate, molto critico nei confronti di Trump.

Negli anni però Vance si è avvicinato molto a Trump, fino a ottenere il suo endorsement, nel 2022, durante le primarie Repubblicane per scegliere il candidato al Senato in Ohio. Da allora Vance è diventato uno dei più convinti sostenitori di Trump. Ha posizioni conservatrici e vicine alla destra populista in vari ambiti, dalla politica interna a quella estera ai diritti civili, e dice di aver cambiato idea quando ha capito che Trump aveva le idee migliori per favorire la classe operaia.

Tra le altre cose, Vance si è detto contrario al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza ma anche a rendere l’aborto illegale a livello nazionale, preferendo lasciare la decisione ai singoli stati, e si è opposto all’invio di aiuti militari all’Ucraina nella guerra contro la Russia, poiché pensa che l’Europa debba occuparsi della propria difesa mentre gli Stati Uniti dovrebbero concentrare sull’Asia le loro attenzioni.

Di solito sia i Repubblicani sia i Democratici annunciano i propri candidati vicepresidente un po’ prima della convention nazionale che si tiene nell’anno elettorale. Lunedì Trump aveva fatto sapere che avrebbe annunciato il proprio candidato vicepresidente in giornata, in concomitanza con l’inizio della Convention, che durerà quattro giorni.

Era già stato ipotizzato che Trump avrebbe potuto riservare l’annuncio per la Convention, sia per attirare attenzioni e curiosità a un evento di solito molto coreografato, sia per prendere tempo, dato che fino all’ultimo non c’era stato un candidato nettamente favorito.

Negli Stati Uniti il vicepresidente è a tutti gli effetti la seconda carica del governo, nonché la persona designata a sostituire il presidente in caso di morte o dimissioni. La Costituzione statunitense prevede inoltre che sia anche il presidente del Senato. Le sue competenze, tuttavia, non sono definite in modo chiaro e preciso da una legge. Nei fatti la rilevanza e l’influenza di Vance dipenderanno in larga parte dalla stessa presidenza di Trump: «Il lavoro del vicepresidente prende la forma che il presidente vuole che abbia», disse Dan Quayle, vicepresidente del Repubblicano George H. W. Bush tra il 1989 e il 1993.

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