Le indagini sull’attentato a Donald Trump
Molte cose sono ancora da chiarire, tra cui il movente dell'attentatore e come sia riuscito ad avvicinarsi così tanto al palco dell'evento con un fucile
Ci sono ancora molte cose da chiarire sull’attentato di sabato in cui l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato ferito durante un comizio a Butler, in Pennsylvania. È già stata annunciata l’apertura di diverse indagini che dovranno ricostruire, tra le altre cose, le motivazioni dell’attentatore – il ventenne Thomas Matthew Crooks, ucciso subito dopo aver sparato – e cosa non ha funzionato nella sicurezza dell’evento.
Trump sta bene: sabato sera (notte in Italia) è stato ricoverato brevemente in ospedale e poi è tornato in aereo nella sua casa in New Jersey. In un post sul suo social network Truth ha ringraziato «Dio per aver impedito all’impensabile di accadere». Ha anche confermato che la sua agenda non è stata modificata: in giornata raggiungerà Milwaukee, in Wisconsin, dove a partire da domani, lunedì 15 luglio, parteciperà alla convention dei Repubblicani. La convention durerà fino a giovedì e servirà anche per ufficializzare la nomina di Trump come candidato del Partito Repubblicano alle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre.
Alla convention parteciperanno i 2.400 delegati del Partito Repubblicano eletti durante le primarie (quelli che poi voteranno per nominare Trump) e migliaia di persone da tutto il paese. L’evento si svolgerà al Fiserv Forum, un’arena sportiva che ha una capienza di oltre 17mila persone. Dopo l’attentato sono state rafforzate le misure di sicurezza: le autorità probabilmente estenderanno il perimetro di sicurezza entro il quale vengono attivate misure speciali e stanno valutando di creare delle buffer zone, cioè delle “zone cuscinetto”, tra un evento e l’altro.
Intanto domenica è diventato più chiaro cosa fosse successo sabato sera al comizio in Pennsylvania. Anche lì era stato individuato un perimetro di sicurezza, una procedura standard per tutti i grandi eventi a cui è prevista la partecipazione di persone protette dal Secret Service (l’agenzia governativa che si occupa della sicurezza del presidente, del vice e degli ex presidenti). Sembra però che il perimetro individuato al comizio fosse troppo piccolo: tre agenti delle forze dell’ordine rimasti anonimi hanno detto a NBC che l’edificio su cui si era appostato l’attentatore era fuori dal perimetro, nonostante fosse ad appena 150 metri dal palco.
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Uno degli elementi principali su cui sarà necessario indagare è proprio come sia stato possibile che una persona armata abbia potuto appostarsi indisturbata sul tetto di un prefabbricato così vicino al palco dove stava per parlare Trump. Alcuni partecipanti al comizio hanno detto ai giornalisti di aver provato a informare il Secret Service della presenza di una persona appostata sul tetto del prefabbricato. Michael T. Slupe, lo sceriffo della contea di Butler, ha detto al Washington Post che un poliziotto era effettivamente salito sul tetto e aveva visto Crooks, ma questo gli aveva puntato contro il fucile: a quel punto il poliziotto era sceso, e Crooks aveva sparato contro Trump. La stessa dinamica è stata confermata ad Associated Press da due funzionari delle forze dell’ordine rimasti anonimi.
Un video pubblicato dal sito scandalistico TMZ e poi ripreso da varie testate, tra cui BBC, sembra proprio mostrare l’attentatore mentre sta sparando dei colpi a poca distanza dal pubblico:
Gli spari hanno ucciso Corey Comperatore, uno dei partecipanti al comizio: il governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro, ha detto che è stato colpito mentre cercava di proteggere la moglie e le sue due figlie, che erano con lui all’evento.
Crooks, l’attentatore, è stato ucciso dal Secret Service poco dopo aver sparato con un modello di fucile semiautomatico derivato dall’AR-15, un’arma molto simile a un fucile da guerra, che può essere acquistata legalmente negli Stati Uniti e che è stata usata in molte delle stragi con arma da fuoco avvenute negli ultimi anni nel paese.
Crooks non aveva addosso documenti: per identificarlo e confermare la sua identità l’FBI ha usato anche i test del DNA. Viveva a Bethel Park, a un’ora di macchina da Butler: a bordo della sua automobile, parcheggiata vicino al luogo del comizio, gli investigatori hanno trovato materiale esplosivo.
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In un primo momento erano circolate online ipotesi, non verificate, sul fatto che l’attentatore potesse essere un ex soldato o qualcosa del genere. Le forze armate statunitensi hanno però chiarito che Crooks non ha mai fatto parte dell’esercito e quindi non aveva alcuna esperienza militare.
Kevin Rojek, direttore dell’FBI di Pittsburgh, ha detto che le informazioni disponibili al momento suggeriscono che Crooks abbia agito da solo, ma ha specificato che le indagini sono ancora in una fase preliminare. Gli investigatori proveranno anche a capire le motivazioni che hanno portato Crooks a provare a uccidere Trump. Al momento non risultano suoi legami con organizzazioni terroristiche straniere e non sembra che fosse noto alle forze dell’ordine come un individuo potenzialmente pericoloso. La strada di Bethel Park in cui si trova la casa dove vive la famiglia di Crooks è stata comunque transennata, e la casa è stata perquisita.
Non si sa se Crooks abbia lasciato lettere, rivendicazioni o comunicazioni di qualche tipo per spiegare le proprie motivazioni. Le informazioni su di lui sono scarse. Era iscritto alle liste elettorali come elettore del Partito Repubblicano (negli Stati Uniti bisogna indicarlo esplicitamente), anche se nel 2021 aveva donato 15 dollari a un gruppo che sosteneva il Partito Democratico.
L’House Committee on Oversight and Reform, il principale comitato investigativo della Camera degli Stati Uniti, ha già aperto un’indagine sull’operato del Secret Service. Ci vorrà un po’ per conoscere i dettagli di cosa è andato storto: la direttrice del Secret Service, Kimberly Cheatle, dovrà partecipare a un’audizione il prossimo 22 luglio. Anche l’FBI ha aperto un’indagine sull’accaduto e Alejandro Mayorkas, il segretario per la Sicurezza nazionale, ha fatto sapere che il suo dipartimento sta collaborando con le autorità per capire cosa è successo. Il procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha detto che il dipartimento della Giustizia metterà a disposizione «tutte le risorse disponibili».
In una breve conferenza stampa organizzata verso le 14 (le 20 in Italia), il presidente Joe Biden ha detto che «gli investigatori avranno a disposizione tutte le risorse» necessarie per concludere le indagini in modo «meticoloso e rapido». Ha anche invitato tutti i cittadini statunitensi a «unirsi» come parte di una sola nazione, «per dimostrare chi siamo». Il discorso di Biden è durato in tutto circa cinque minuti, e non ha risposto alle domande dei giornalisti. Ha detto però che più tardi farà un’altra comunicazione dallo Studio Ovale.