In Kenya sono stati trovati i corpi smembrati di almeno nove persone: si indaga sul possibile coinvolgimento della polizia
In Kenya è stata aperta un’indagine sul possibile coinvolgimento della polizia nella morte di almeno nove persone dopo che, tra venerdì e sabato, sono stati trovati resti umani smembrati vicino a una caserma della polizia a Mukuru, nei sobborghi a sud della capitale Nairobi. I nove corpi, tutti di donne, sono stati scoperti in sacchetti chiusi con fili di nylon, mutilati e con segni di tortura. Erano in una cava abbandonata usata come discarica, a meno di un centinaio di metri dalla caserma di Mukuru. Domenica alcuni agenti della caserma sono stati trasferiti per consentire «indagini equilibrate e senza condizionamenti», ha detto il nuovo capo della polizia, Douglas Kanja Kirocho.
In un post su X (ex Twitter), il presidente del Kenya William Ruto ha promesso che «le persone coinvolte nelle misteriose uccisioni a Nairobi e in altre parti del paese dovranno risponderne». Durante le recenti proteste anti-governative la polizia ha arrestato più di 270 persone, spesso in modo arbitrario, ed è stata accusata di abusi durante la violenta repressione delle manifestazioni, molto partecipate. Venerdì il precedente capo della polizia, Japhet Koome, si era dimesso su pressione di Ruto che, dopo aver ritirato la legge sull’aumento delle tasse che a giugno aveva causato le proteste, giovedì ha licenziato quasi tutti i suoi ministri, in un tentativo di ritrovare consensi tra la popolazione.
«La maggior parte dei corpi era in stato di decomposizione, ma uno no. Non sappiamo se possiamo collegarli alle proteste o sono femminicidi, visto che erano quasi tutte donne», ha detto all’agenzia Reuters Miriam Nyamuita, un’attivista di Mukuru. La polizia non ha escluso l’ipotesi che le nove persone siano state uccise da una setta. La settimana scorsa nel paese è iniziato il processo a Paul Mackenzie, un predicatore accusato di aver convinto più di 440 persone a lasciarsi morire di fame per «incontrare Gesù».
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