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  • Domenica 14 luglio 2024

L’Inghilterra gioca male, ma ci crede

È arrivata in finale agli Europei di calcio con una serie di vittorie rocambolesche, ma con una consapevolezza della propria forza forse mai vista prima

L'Inghilterra ha raggiunto per la seconda volta consecutiva la finale degli Europei; nella sua storia ha vinto un solo grande torneo, i Mondiali del 1966 (Alex Livesey/Getty Images)
L'Inghilterra ha raggiunto per la seconda volta consecutiva la finale degli Europei; nella sua storia ha vinto un solo grande torneo, i Mondiali del 1966 (Alex Livesey/Getty Images)
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Domenica 14 luglio alle 21 Spagna e Inghilterra giocheranno la finale degli Europei maschili di calcio, a Berlino. La Spagna è considerata favorita, perché finora è stata la squadra più convincente dal punto di vista del gioco e ha eliminato due nazionali molto forti come Germania e Francia. Ma l’Inghilterra, pur non giocando sempre in modo entusiasmante, ha dimostrato di essere una squadra difficile da battere e molto brava a reagire alle difficoltà. In tutti i turni a eliminazione diretta di questo torneo è andata in svantaggio, agli ottavi di finale contro la Slovacchia, ai quarti contro la Svizzera e in semifinale contro l’Olanda, ma ha sempre rimontato, segnando peraltro in due occasioni negli ultimi minuti della partita.

L’Inghilterra ha sempre avuto grandi aspettative prima di Europei e Mondiali, ma tradizionalmente è una nazionale perdente, che ha vinto un solo titolo internazionale, i Mondiali del 1966 giocati in casa. La sua storia è ricca di aspettative disattese e di sconfitte dolorose, spesso ai rigori, come la semifinale degli Europei di casa del 1996 contro la Germania, e le due sconfitte consecutive contro il Portogallo, sempre ai rigori, agli Europei del 2004 e ai Mondiali del 2006, fino alla sconfitta in finale ai rigori contro l’Italia agli scorsi Europei nel 2021. Andò ancor peggio in altre occasioni: nel 2008 non si qualificò nemmeno agli Europei, mentre ai Mondiali del 2014 uscì ai gironi.

Da quando, nel 2016, Gareth Southgate è stato nominato come allenatore, la nazionale inglese ha cominciato invece a diventare una presenza più stabile nelle fasi finali dei tornei: ha raggiunto la semifinale dei Mondiali nel 2018 e i quarti nel 2022, mentre agli Europei è andata due volte su due in finale, nel 2021 e nel 2024. Southgate è stato molto criticato, anche durante questi Europei, per non essere riuscito a far giocare in modo coraggioso e spettacolare quella che viene ritenuta forse la miglior generazione di calciatori che l’Inghilterra abbia mai avuto, ma oggi anche gli osservatori più critici gli danno il merito di averla resa una squadra che viene presa sempre molto sul serio, che comincia ogni torneo con una concreta possibilità di vincerlo, e in cui tutti i giocatori sembrano convinti di questo.

«Per molti anni, in Inghilterra non c’erano speranze. Southgate e questa generazione di calciatori hanno cambiato le cose», ha scritto il sito sportivo The Athletic, secondo cui «sono tempi straordinari per quella che il magazine Time solo poco fa descrisse come la squadra più deludente del mondo». Alla fine della partita contro l’Olanda, la migliore giocata fino a questo momento dall’Inghilterra agli Europei 2024, Southgate ha rivendicato quanto fatto in questi anni dalla squadra non tanto in termini di risultati, quanto nel riuscire a cambiare la percezione dei tifosi inglesi: «Abbiamo vissuto delle serate incredibili negli ultimi sette, otto anni. Abbiamo dato ai nostri tifosi alcune delle migliori notti che hanno avuto negli ultimi cinquant’anni».

L’esultanza di Gareth Southgate, 53 anni, in Olanda-Inghilterra (Stu Forster/Getty Images)

Negli ultimi anni gli inglesi a ogni torneo internazionale cantano spesso il ritornello It’s coming home, auspicando che l’Inghilterra vinca e riporti a casa il calcio, cioè porti un titolo nel paese in cui nacque e si sviluppò per primo questo sport, a metà dell’Ottocento. Considerando che per il momento non è mai “tornato a casa”, in fin dei conti, questo coro è diventata una cosa per cui gli inglesi vengono presi in giro, il simbolo di una arrogante pretesa di superiorità; e però è anche un merito, per questa nazionale, il fatto di aver trasmesso un senso di sicurezza e un certo entusiasmo ai tifosi.

Avere in squadra alcuni dei migliori calciatori al mondo, come Jude Bellingham, Phil Foden, Bukayo Saka e Harry Kane, ha sicuramente contribuito a migliorare i risultati, ma anche ad alzare ulteriormente la pressione su una nazionale che, come detto, non vince un torneo da 58 anni (i cosiddetti years of hurt, anni di dolore). Nell’ultimo mese praticamente tutti i calciatori, oltre ovviamente all’allenatore, sono stati criticati dagli appassionati e dai media locali per aver giocato al di sotto delle loro possibilità: persino il capitano Harry Kane, miglior marcatore della storia della nazionale, è stato messo in discussione.

Nonostante questo, e nonostante abbia rischiato seriamente di uscire almeno due volte (agli ottavi ha pareggiato all’ultimo minuto contro una squadra ben più modesta come la Slovacchia, mentre ai quarti ha vinto ai rigori contro la Svizzera), l’Inghilterra ha raggiunto la sua seconda finale consecutiva agli Europei, agevolata anche dall’essersi trovata in una parte di tabellone senza quasi tutte le altre squadre migliori del torneo (Francia, Germania, Spagna, Portogallo). Sarà peraltro la prima volta che giocherà una finale di un grande torneo internazionale all’estero, visto che le altre due volte (Mondiali 1966 ed Europei 2021) giocò in casa, a Londra, nello stadio di Wembley.

«I giocatori di Southgate hanno reso questi incredibili successi tardivi il loro marchio di fabbrica. Pensate alla rovesciata di Bellingham al novantacinquesimo contro la Slovacchia, o al rigore di Trent Alexander-Arnold per sconfiggere la Svizzera. Anche se nessuno dei due può essere paragonato, in fin dei conti, al coup de théâtre di Watkins, così improbabile da suggerire un qualche allineamento celeste», ha scritto il quotidiano britannico The Telegraph dopo la vittoria in semifinale, a testimonianza di un certo entusiasmo anche sulla stampa. Il 28enne Ollie Watkins (dell’Aston Villa) è uno degli attaccanti di riserva dell’Inghilterra e fino a questo momento aveva giocato pochissimo; contro l’Olanda, Southgate l’ha messo in campo a dieci minuti dalla fine assieme a Cole Palmer (del Chelsea), sostituendo Kane e Foden: all’ottantanovesimo, Palmer ha fatto l’assist e Watkins il gol decisivo per portare l’Inghilterra in finale.

Il contratto di Gareth Southgate scadrà alla fine del 2024 ed è probabile che, se non dovesse vincere gli Europei, lascerà la nazionale: lui stesso il mese scorso aveva fatto capire che questa sarebbe stata la sua ultima occasione di vincere un trofeo con l’Inghilterra. Non lo sarà invece per questa squadra, perché molti dei suoi migliori calciatori sono ancora giovani, o comunque nel pieno della carriera, e oggi giocano tutti con la consapevolezza di poter vincere ogni partita: «Siamo una grande squadra nel farci trovare pronti», ha detto il capitano Harry Kane, parlando del gol segnato dal suo sostituto Ollie Watkins. «Quando conta, chiunque può fare la differenza e aiutarci a vincere il torneo», ha aggiunto.

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