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  • Sabato 13 luglio 2024

Decine di civili palestinesi sono stati uccisi in un bombardamento israeliano su una zona che doveva essere sicura

L'esercito israeliano ha detto di aver attaccato per colpire un leader di Hamas ritenuto tra i principali responsabili dell'attacco del 7 ottobre

Un uomo guarda le cose distrutte ad Al Mawasi (EPA/HAITHAM IMAD)
Un uomo guarda le cose distrutte ad Al Mawasi (EPA/HAITHAM IMAD)
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Il ministero della Salute della Striscia di Gaza ha detto che almeno 90 palestinesi sono stati uccisi in un bombardamento aereo israeliano nella zona di Al Mawasi, una piccola città costiera nel sud della Striscia. Prima dell’inizio della guerra tra l’organizzazione palestinese Hamas e Israele, a ottobre del 2023, ci abitavano poche migliaia di abitanti: ora è invece diventata molto densamente popolata ed è piena di tende perché vi si sono rifugiate moltissime persone rimaste senza casa a causa dell’invasione della Striscia da parte dell’esercito israeliano. Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, che è controllato da Hamas, ha detto che ci sono anche alcune centinaia di persone ferite.

Era stato proprio l’esercito israeliano a designare la piccola area di Al Mawasi come “zona umanitaria sicura”, cioè un posto che in teoria l’esercito garantisce di non attaccare militarmente, in cui i civili palestinesi dovrebbero poter stare in sicurezza e dove possono ricevere gli aiuti umanitari. L’esercito israeliano ha detto di aver attaccato la zona per colpire Mohammed Deif, un importante leader militare di Hamas ritenuto tra i principali responsabili dell’attacco del 7 ottobre in territorio israeliano, quello da cui ha avuto inizio la guerra attualmente in corso tra Israele e Hamas e dopo il quale Israele ha iniziato l’invasione della Striscia di Gaza. L’esercito israeliano non ha detto se Deif è stato effettivamente ucciso nell’attacco.

Civili palestinesi cercano sopravvissuti fra le macerie dopo il raid dell’esercito israeliano nell’area di Al Mawasi a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza (ANSA/EPA/HAITHAM IMAD)

In un comunicato pubblicato dopo l’attacco l’esercito ha detto che «il luogo dell’attacco era un’area aperta circondata da alberi, diversi edifici e capannoni» dove c’erano «terroristi in mezzo ai civili». Un membro dell’esercito ha detto ai giornalisti che nell’area non c’erano tende di civili, ma un complesso operativo gestito da Hamas. Queste dichiarazioni sono in contrasto con le foto e i racconti di alcuni testimoni oculari, oltre che con le precedenti indicazioni dell’esercito israeliano stesso che avevano definito Al Mawasi una zona sicura.

Mohammed Deif è a capo delle Brigate al Qassam, il braccio armato di Hamas nella Striscia di Gaza, ed è considerato il secondo uomo più importante dell’organizzazione nella Striscia dopo il leader Yahya Sinwar. Di lui si sa poco perché non si mostra e non parla quasi mai in pubblico: è nato nel 1965 a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, e si è unito ad Hamas durante la prima Intifada, nel 1987. È stato imprigionato due volte dall’esercito israeliano: nel primo caso, nel 1989, fu rilasciato dopo 16 mesi, mentre nel secondo, nel 2000, riuscì a fuggire. Da allora è sopravvissuto ad almeno sette tentativi di assassinio israeliani, uno dei quali nel 2014 ha ucciso sua moglie e i suoi due figli di 3 anni e 7 mesi.

Palestinesi in fuga da Al Mawasi dopo il bombardamento (EPA/HAITHAM IMAD)

Prima di pianificare l’attacco del 7 ottobre si ritiene che Deif abbia anche contribuito all’ideazione della rete di tunnel sotto la Striscia di Gaza. È inoltre accusato di essere il mandante di diversi attentati suicidi compiuti in Israele negli ultimi venticinque anni in cui sono stati uccise decine di civili israeliani.