I social network sono pieni di “fuffa guru”

È come vengono chiamati gli influencer che vantano vite di lusso e promettono soluzioni vaghe per guadagni facili, ora per la prima volta indagati dall'Antitrust

Questa settimana l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), più nota come Antitrust, ha fatto sapere di aver avviato un’indagine su sei influencer «che promettono guadagni facili e certi» per capire se abbiano attuato pratiche commerciali scorrette. I nomi dei coinvolti potrebbero dire qualcosa a qualcuno, visto che sono persone diventate note e visibili in una certa bolla di internet, ma i cui video sui social sono spesso proposti anche a utenti che non sono interessati a questo genere di affari: sono Big Luca (Luca De Stefani), Luca Marani, Alessandro Berton, Hamza Mourai, Michele Leka e Davide Caiazzo.

Nonostante l’indagine sia limitata alla materia di competenza dell’Antitrust e se ne sappia molto poco, è una notizia piuttosto importante perché è la prima istruttoria di questo garante rivolta a un tipo di personaggi, che nel gergo di internet sono noti come “fuffa guru”, che negli ultimi anni sono diventati sempre più diffusi e visibili online, attirando seguaci e molte critiche.

I cosiddetti “fuffa guru” sono influencer grandi e piccoli con alcune caratteristiche che li fanno assomigliare tutti molto tra loro: solitamente usano i social per vantare uno stile di vita lussuoso, attraggono i follower con slogan motivazionali e riferimenti generici ai loro “business” e al loro successo, e li invitano a contattarli con promesse irrealistiche di guadagni facili. È frequente che mostrino foto con macchine o barche costose, appartamenti e piscine a Dubai, e addirittura video in cui rispondono a finte interviste, filmate in set che ricordano quelli dei podcast trasmessi su YouTube ma che in realtà sono organizzate da loro stessi, che rispondono alle domande – evidentemente concordate – poste solitamente da ragazze giovani.

Quest’anno i “fuffa guru” sono stati inseriti anche nell’Enciclopedia Treccani, che li definisce così: «chi, sfruttando tecniche da imbonitore, organizza e gestisce a scopo di lucro e in modo truffaldino corsi, video, seminari in rete nei quali si pubblicizzano modi facili di fare soldi».

Quando si parla di fuffa guru ci si riferisce a un fenomeno nato online ma che non è ancora stato inquadrato da un punto di vista giuridico o legislativo, e dentro al quale quindi vengono fatti rientrare personaggi anche molto diversi, che a volte agiscono rimanendo nella legalità, altre volte no. Alcuni provano a costruirsi una visibilità online per guadagnare, ma senza di fatto mettere in atto alcuna truffa; altri vendono servizi, corsi e consulenze reali, per quanto piene di “fuffa” e con promesse ingannevoli; altri ancora sono più organizzati e guadagnano adescando persone e facendole entrare in sistemi di marketing piramidale, che in Italia sono illegali.

In questi casi lo scopo dei fuffa guru è adescare persone che siano disposte a investire dei soldi e poi chiedergli di fare lo stesso con altri, e così a oltranza finché i vertici delle piramidi non si arricchiscono sull’allargamento continuo della base, che invece è destinata a perdere i propri investimenti.

I profili di questi personaggi sono solitamente molto curati, con foto e video fatti in modo professionale e con grafiche e scritte in sovrimpressione, ma quasi sempre privi di contenuti concreti. Fanno tutti leva su una retorica tipica di certi ambienti “alternativi” di internet e da leader motivazionali, insistendo sulla distinzione tra chi vive una vita semplice e mediocre e chi invece, come loro, ha scelto di vivere una vita straordinaria. Spesso raccontano di essere stati bullizzati o aver vissuto in povertà da giovani e di essere riusciti a riscattarsi solo con l’atteggiamento e le intuizioni giuste.

In questo modo attraggono l’attenzione di persone in difficoltà e scontente della propria vita o del proprio lavoro, e le convincono a fare qualcosa per cominciare a «vivere veramente» affidandosi a loro. Succede spesso che costruiscano la propria immagine e comunicazione proprio mettendo i loro follower in guardia contro i fuffa guru.

L’ostentazione di ricchezze e stili di vita lussuosi è alla base del modo di agire di questi influencer perché serve come prova del fatto che il loro metodo per guadagnare e avere successo funziona, e che loro sono le persone giuste di cui seguire i consigli. Sui loro profili social i fuffa guru rimandano solitamente a dei siti, fatti tutti in modo molto simile, che invitano chi ci arriva a lasciare il proprio numero, la propria mail e altre informazioni su di sé per essere ricontattato o per accedere a contenuti gratuiti.

A questo punto questi influencer contattano privatamente chi ha lasciato i dati. I fuffa guru pubblicano spesso video con quelli che dovrebbero essere dei loro ex clienti, che raccontano di essersi arricchiti e di aver cambiato la propria vita grazie a loro. Molto spesso però non è chiaro, né dai discorsi dei fuffa guru né da queste “testimonianze”, che cosa abbiano fatto nel concreto per guadagnare o in generale per migliorare la propria situazione. Si usano termini generici come marketing strategico, dropshipping o scaling, si parla di crypto e trading, ma anche di memorizzazione veloce, affitti brevi e self publishing. La vaghezza (da cui il nome “fuffa guru”) di quello che offrono è il segnale principale che dovrebbe mettere in allerta chi ci si imbatte.

Negli anni sono nati alcuni gruppi su Facebook, come Propagalo di Antonio Russo e Fufflix di Germano Milite, in cui gli utenti, anche in anonimato, scrivono per confrontarsi sulle loro esperienze con questi influencer o anche per chiedere consiglio prima di affidarsi a un consulente trovato online (che è quasi sempre un truffatore). In generale però è molto frequente che le persone che vengono raggirate dai fuffa guru non lo raccontino per la vergogna di esserci cascate, e per lo stesso motivo decidano di non denunciare eventuali truffe.

Molte testimonianze sono di genitori che chiedono aiuto su come convincere i propri figli minorenni a non credere a questi influencer. I giovani infatti possono essere vittime facili dei fuffa guru per via della loro inesperienza (uno dei video più visti di Big Luca si chiama “Hai 20 anni? Ecco come arrivare a 30 anni ed essere RICCO”), ma non sono le uniche. Antonio Russo spiega che i contenuti dei fuffa guru «attirano turisti della formazione, networker, gente che dice di pensare “controcorrente”, che non si informa nel sistema accreditato ma da fonti alternative: per esempio sono persone che non credono nelle istituzioni, nella medicina tradizionale, che si avvicinano a questi guru perché coltivano quei temi e vanno contro la formazione mainstream».

Dalle ricostruzioni pubblicate su questi gruppi emerge che, dopo essere stati contattati, solitamente i fuffa guru chiedono a un certo punto di pagare una somma di denaro, e i seguaci spesso lo fanno con la prospettiva di iniziare a fare investimenti finanziari molto redditizi, per accedere a corsi o consulenze su strategie di marketing efficaci, o ancora per entrare a far parte di organizzazioni di “network marketing” o “marketing multilivello”, che spesso non sono altro che sistemi di marketing piramidale, quindi basati appunto sul reclutamento di altre persone. In alcuni casi la truffa può andare avanti anche molto a lungo perché il fuffa guru insiste sul fatto che lui stesso ha dovuto aspettare anni di perdite prima di raggiungere il proprio successo, e che rinunciare ai propri obiettivi è segno di debolezza.

Nei gruppi Facebook succede spesso che persone raccontino di aver dato anche migliaia di euro a questi influencer e di essersi accorte dopo di essere state imbrogliate. In questi casi il consiglio degli esperti è di fare denuncia alla polizia postale e fargli scrivere da un avvocato, ma ottenere qualcosa è molto difficile. Un po’ perché spesso questi personaggi vivono all’estero (molti a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti), cosa che li rende più protetti da eventuali interventi delle autorità italiane, un po’ perché quelli più attrezzati aprono e chiudono le proprie aziende diventando difficili da tracciare.

Molte persone, soprattutto uomini, potrebbero essersi imbattuti nei fuffa guru semplicemente navigando online e incappando in contenuti sponsorizzati o su video proposti in modo organico da piattaforme come TikTok. Alcuni di questi personaggi sono anche riusciti a comparire all’interno di articoli di giornale a pagamento: ma siccome spesso questo non risulta chiaramente a chi legge, diventa un modo per loro per guadagnare credibilità e imbrogliare più persone.

Allo stesso tempo, per chi ha un po’ di dimestichezza con questo tipo di raggiri online, i contenuti dei fuffa guru appaiono piuttosto ridicoli, cosa che però finisce col generare comunque seguito e interesse (fosse anche solo per riderci sopra), e spingere ulteriormente gli algoritmi dei social a proporli.

Un personaggio che ultimamente ha guadagnato molta visibilità su Instagram e TikTok grazie ai video in cui espone con grandissimo trasporto e convinzione i suoi metodi di venditore è Giacomo Freddi, che si definisce «l’unico in Italia che combina marketing, vendita e scaling del sales team». In alcuni video fa discorsi motivazionali, racconta come organizza la sua giornata svegliandosi all’alba per non perdere tempo, rivela quello che ha imparato dal suo lavoro e dal suo successo; in altri mostra pezzi dei corsi in cui insegna ai giovani partecipanti a “chiudere” una chiamata “a freddo”, e cioè in breve a convincere al telefono qualcuno a comprare qualcosa. Non è mai chiaro però cosa abbia venduto Freddi per arricchirsi prima di cominciare a fare corsi in cui insegna come vendere e arricchirsi.

Freddi vende comunque corsi online e consulenze reali, e le sue convention sono molto partecipate. Nel video promozionale per la prossima in programma, per persone che vogliono «entrare nell’1% e iniziare a super-vivere», Freddi mette insieme alcuni messaggi molto tipici della retorica dei fuffa guru: «Non sono nato per crescere, studiare, fare un lavoro che non mi piace, una famiglia, andare in pensione e poi? Morire. Questo è il 99% di chi sopravvive, io sono fatto per lasciare un segno, io sono fatto per essere parte dell’1% e lo sei anche tu, come i nostri clienti che anche partendo da zero sono passati a 100mila euro l’anno, 500mila euro l’anno, un milione l’anno di fatturato, tre milioni l’anno, e oh, in alcuni casi anche a 10 milioni o più».