Gli Emirati Arabi Uniti hanno ritirato le accuse di tentato suicidio e consumo di alcolici contro una donna irlandese, che è tornata in Irlanda
Giovedì Tori Towey, una donna irlandese di 28 anni incriminata negli Emirati Arabi Uniti per tentato suicidio e consumo di alcolici, è tornata in Irlanda. Mercoledì la polizia emiratina aveva ritirato le accuse contro di lei, chiudendo il caso, e il governo aveva rimosso il divieto di viaggiare anche grazie all’intervento diplomatico del governo irlandese. Towey viveva a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, da circa un anno, dove lavorava come hostess per la compagnia aerea Emirates.
Secondo quanto ricostruito da Detained in Dubai, un’associazione che le ha fornito assistenza legale, Towey era stata ripetutamente picchiata e minacciata di morte dal marito, un uomo sudafricano, e non poteva lasciare il paese a causa di una denuncia pretestuosa che lui aveva presentato contro di lei. Secondo Detained in Dubai è piuttosto comune che negli Emirati i mariti violenti denuncino le mogli per evitare di essere accusati a loro volta. Dopo un ulteriore pestaggio da parte del marito Towey aveva cercato di suicidarsi: era stata soccorsa, ma era stata poi accusata di tentato suicidio e consumo di alcolici (lei e il marito la sera degli avvenimenti avevano bevuto alcol).
Il tentato suicidio e il consumo di alcolici sono illegali negli Emirati Arabi Uniti. Dal 2020 però il tentato suicidio è stato depenalizzato, e il giudice può decidere di mandare il colpevole in una struttura riabilitativa anziché in carcere. Il consumo di alcolici invece è legale solo in locali (sia pubblici che privati) dotati di un’apposita licenza: berli in luoghi in cui non è consentito può comportare una pena fino a sei mesi di carcere e una multa che può superare i 25mila euro.