• Sport
  • Venerdì 12 luglio 2024

Le divise più interessanti delle Olimpiadi di Parigi

Quelle delle ginnaste statunitensi con 10mila cristalli che pesano mezzo chilo, quelle irlandesi con una spilla di trifoglio, quelle di Haiti fatte da un marchio italiano e altre ancora

Le divise di Haiti per la cerimonia di apertura, realizzate dalla stilista italo-haitiana Stella Jean
Le divise di Haiti per la cerimonia di apertura, realizzate dalla stilista italo-haitiana Stella Jean
Caricamento player

La moda è più presente del solito nelle Olimpiadi che inizieranno il prossimo 26 luglio a Parigi. Non solo perché la città è considerata la capitale mondiale del lusso e del buon gusto, ma anche perché l’evento è sponsorizzato (pare con 150 milioni di euro) dal gruppo del lusso francese LVMH, che controlla 75 marchi tra cui Louis Vuitton, e perché le aziende di abbigliamento sono sempre più attente nello sfruttare ogni occasione di pubblicità. Le Olimpiadi offrono una visibilità rara: ci si aspetta che soltanto la cerimonia di apertura sarà seguita in tv da un miliardo di persone, oltre alle più di 300mila che saranno presenti.

Le aziende di abbigliamento sportivo intravidero l’opportunità di farsi pubblicità con le Olimpiadi già negli anni Sessanta, ma allora era vietato pagare gli atleti olimpici perché indossassero la propria merce ed era concesso soltanto fornirla gratuitamente. Nel 1960 i marchi tedeschi Adidas e Puma si contesero il corridore Armin Hary, che infine vinse i 100 metri indossando un paio di scarpe Puma. Nel 1968 Adidas aprì un chiosco nel villaggio olimpico di Città del Messico per distribuire gratuitamente l’equipaggiamento agli atleti che lo desideravano. Il Comitato olimpico consentì le sponsorizzazioni dagli anni Ottanta e nel 1985 introdusse la possibilità di sponsorizzare anche l’evento.

Da allora la presenza dei marchi è diventata sempre più massiccia e non si è limitata a quelli di abbigliamento sportivo: nel 1976 il famoso stilista statunitense Roy Halston disegnò le divise degli Stati Uniti per le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi, il marchio americano Levi Strauss, noto soprattutto per il denim, lo fece dal 1980 al 1984. Più di recente, nel 2012 la stilista britannica Stella McCartney ha disegnato le divise e l’abbigliamento per le gare della nazionale britannica e nel 2021 il marchio statunitense Telfar ha vestito la nazionale della Liberia; da quell’anno Skims, l’azienda di moda della celebre Kim Kardashian, fornisce l’intimo e l’abbigliamento non sportivo della nazionale statunitense.

In questa edizione i marchi di LVMH sono, prevedibilmente, molti: l’italiana Berluti ha realizzato le sneaker e gli abiti formali della nazionale francese per le cerimonie e le premiazioni e il marchio di gioielleria Chaumet ha disegnato le medaglie che, così come la torcia olimpica, saranno conservate in custodie di Louis Vuitton e consegnate su vassoi sempre di Louis Vuitton; infine l’azienda di alcolici Möet Hennessy fornirà lo champagne per i festeggiamenti.

È anche la prima Olimpiade in cui uno stilista indipendente, il parigino Stéphane Ashpool, è stato scelto da un comitato olimpico, quello francese, per disegnare le divise tecniche di tutte le discipline, mentre ci sono anche molte collaborazioni con marchi indipendenti. Quelle qui di seguito sono alcune delle divise di cui si è parlato di più, così da arrivare preparati per quando le vedrete sui corpi di atlete e atleti.

Italia
Dal 2012 le divise dell’Italia sono realizzate da Emporio Armani (una linea dell’azienda Giorgio Armani). La tuta da podio ha una felpa con ricamato “W l’Italia” sul davanti, all’interno del colletto di polo e t-shirt è riportato l’inizio dell’inno nazionale mentre all’interno delle giacche è stampata la prima strofa; Armani fornisce anche trolley, borse, zaini, cappellini e sneaker. La collaborazione tra CONI (Comitato olimpico nazionale italiano), CIP (Comitato paralimpico italiano) e Armani continuerà fino alle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026.

(Foto di Armani)

Francia
Il marchio italiano Berluti, controllato da LVMH, ha disegnato le tute e le sneaker delle divise ufficiali della Francia in collaborazione con Carine Roitfeld, ex direttrice dell’edizione francese di Vogue. Sono state apprezzate da molti per l’eleganza e si notano soprattutto per il largo colletto che sfuma dal rosso al blu, i colori della Francia.

Una foto delle divise formali della Francia, disegnate da Berluti

(Berluti)

Le divise con cui gli atleti gareggeranno sono state disegnate dallo stilista Stéphane Ashpool, famoso per il suo marchio Pigalle e per le collaborazioni con Nike e con Chanel. Ashpool ha immaginato le divise per le oltre 60 discipline olimpiche, che poi sono state prodotte dal marchio francese Le Coq Sportif. Sono ispirate agli anni Novanta, celebrano la Francia attraverso i colori della sua bandiera (rosso, bianco e blu) e sono tra quelle più apprezzate sui social e sui giornali.

Stati Uniti
Dal 2008 le divise formali degli Stati Uniti sono disegnate da Ralph Lauren, uno dei marchi statunitensi più identitari, simbolo dello stile preppy, cioè quello degli universitari delle famiglie “bene”. Lo si vede anche nelle uniformi per la cerimonia di apertura di quest’anno: camicia a righe bianche e azzurre, giacca blu, cravatta e jeans; quelle per la cerimonia di chiusura hanno una giacca da motociclista, jeans bianchi e camicia polo. In generale non sono piaciute molto e il patriottismo che evocano è stato considerato un po’ troppo didascalico.

Gli atleti delle singole discipline non saranno vestiti da Ralph Lauren ma da marchi specializzati, spesso sportivi. Per esempio le divise delle nazionali maschili e femminili di atletica sono state realizzate da Nike (che ha prodotto anche quelle di Brasile, Kenya e Germania), e hanno provocato molte polemiche per il taglio troppo sgambato di un body per le atlete; Nike ha specificato che ci sono a disposizione alternative meno scoprenti, come pantaloncino e canotta, e che i body saranno indossati solo da chi ne farà richiesta.

La velocista statunitense Sha’Carri Richardson con una divisa Nike per le Olimpiadi di Parigi (Nike)

Si è parlato molto anche delle divise delle ginnaste statunitensi, realizzate da GK Elite, un marchio specializzato che le fornisce anche ad altri nove paesi: da anni sono note per essere decorate con migliaia di cristalli Swarovski e quest’anno uno degli otto modelli disponibili ne ha 10mila, e per la prima volta anche delle perle. Le tute pesano parecchio, quasi mezzo chilo l’una, ma le atlete hanno detto che preferirebbero avere ancora più cristalli; se messe in vendita, costerebbero 5mila dollari l’una.

Gran Bretagna
L’attrezzatura sportiva della nazionale britannica olimpica e paralimpica è realizzata dal marchio tedesco Adidas, che lo fece la prima volta 40 anni fa (le divise più famose sono quella del 2012, prodotte da Adidas ma disegnate dalla stilista inglese Stella McCartney). I colori della bandiera britannica – rosso, bianco e blu – sono presenti in tutte le divise, forse in risposta alle polemiche contro le maglie della Nazionale maschile inglese di calcio realizzate da Nike nel marzo 2023: la croce di San Giorgio, il simbolo sulla bandiera inglese, non era infatti rossa su campo bianco, come da tradizione, ma anche blu, azzurra e viola. A quanto pare agli atleti sono piaciute.

Alcune divise della nazionale britannica disegnate da Adidas (Team GB/ Adidas)

Le uniformi per le cerimonie di apertura e chiusura sono state realizzate per la quarta volta di seguito dal marchio britannico Ben Sherman, che ha disegnato un motivo con i simboli di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda: la rosa, il cardo, il narciso e il trifoglio.

Le divise della nazionale britannica realizzate da Ben Sherman (Ben Sherman)

Nigeria
Le maglie della nazionale di calcio e delle Olimpiadi della Nigeria sono spesso tra le più apprezzate da esperti e appassionati. Vale anche quest’anno, in cui i kit gara e le uniformi sono state disegnate da Actively Black, un piccolo marchio sportivo fondato a Los Angeles nel 2020 da un ex giocatore di basket, Lanny Smith, che al momento ha tre dipendenti. Actively Black aveva già vestito la delegazione nigeriana per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali del 2022, ma in quel caso gli atleti erano solo due, mentre a queste Olimpiadi saranno 200. Smith ha fondato Actively Black per dare forza e visibilità alla comunità nera di tutto il mondo; alcune nazioni africane e caraibiche gli hanno già chiesto di collaborare.

Alcune divise della nazionale nigeriana realizzate da Actively Black (Actively Black)

Canada
Le divise formali del Canada sono state realizzate dal noto marchio canadese di abbigliamento sportivo Lululemon. Sono bianche e rosse, come la bandiera del Paese, con stampe che ne celebrano la flora e fauna, tra cui una dell’aurora boreale disegnata dall’artista indigeno Mason Mashon. Lululemon ha lavorato insieme agli atleti per realizzare divise che rispondessero alle loro necessità e che fossero adattabili a tutti i tipi di corpi: fa uso di zip a chiusura magnetica e guide tattili sensoriali per consentire agli atleti paralimpici autonomia e praticità.

La ciclista canadese Kelsey Mitchell alla presentazione delle divise per la nazionale olimpica e paralimpica canadese realizzate da Lululemon, Toronto, 16 aprile 2024 (Vaughn Ridley/Getty Images)

Il comitato olimpico canadese ha collaborato anche con il marchio indipendente Left on Friday, famoso per i costumi a due pezzi belli e funzionali, che ha fornito le divise della nazionale femminile di beach volley.

Una foto delle divise della nazionale femminile di beach volley disegnate da Left on Friday

Le divise della nazionale femminile di beach volley disegnate da Left on Friday (Left on Friday)

Haiti
Le divise per la cerimonia di apertura dei 12 atleti e atlete di Haiti sono realizzate dal marchio Stella Jean, fondato dalla stilista italiana di madre haitiana Stella Novarino. Le donne indosseranno una gonna a ruota con stampato sopra il dipinto Passage del pittore haitiano Philippe Dodard, una camicia in tessuto chambray (un cotone blu chiaro e leggero indossato dagli operai e dai contadini haitiani dagli anni Quaranta), e un gilet fatto con materiale di scarto; gli uomini avranno pantaloni con stampato lo stesso dipinto di Dodard, una camicia a righe e una giacca che ricorda la guayabera, la camicia con pieghettature a due o quattro tasche molto usata ad Haiti e in altri paesi dell’America Latina.

Una foto dei completi per la cerimonia di apertura della nazionale haitiana, disegnati dalla stilista italo-haitiana Stella Jean

I completi per la cerimonia di apertura della nazionale haitiana, disegnati dalla stilista italo-haitiana Stella Jean (Stella Jean)

Giamaica
Dal 2001 il marchio tedesco Puma veste gli atleti olimpici e paralimpici giamaicani: erano di Puma, per esempio, le divise indossate dal corridore Usain Bolt quando vinse la medaglia d’oro nei 100 e nei 200 metri a Pechino 2008, Londra 2012 e a Rio 2016 (queste ultime furono disegnate da Cedella Marley, figlia del cantante giamaicano Bob Marley). Anche quest’anno le divise hanno i colori della bandiera giamaicana (verde, nero e giallo) e  un tessuto traspirante con una tecnologia che aiuta a regolare la temperatura corporea.

Paesi Bassi, Irlanda, Portogallo e i marchi indipendenti
Si è parlato molto delle divise dell’Irlanda per la cerimonia di apertura e chiusura, perché sono state realizzate da LW Pearl, un marchio di lusso fondato da una donna, Laura Weber, che ci lavora dal 2021. Le magliette sono unisex e hanno un trifoglio (il simbolo del Paese ma anche un augurio di buona fortuna) ricamato a mano, le giacche hanno una spilla con le foglie del trifoglio ricamate e ogni atleta ha scritto all’interno il proprio nome.

Una foto della divise per la cerimonia di apertura dell'Irlanda, realizzata ad LW Pearl

La divisa per la cerimonia di apertura dell’Irlanda, realizzata da LW Pearl (LW Pearl)

I Paesi Bassi hanno scelto un marchio indipendente molto apprezzato per la squadra di break dance, che per la prima volta è stata inserita tra le discipline olimpiche. The New Originals fu fondato ad Amsterdam nel 2015 da un gruppo di amici per creare «abiti tecnici per gente creativa». La tuta è ispirata agli anni Ottanta ed è arancione come il colore della squadra di calcio olandese.

Una foto della divisa della squadra di break dance dei Paesi Bassi realizzata da The New Originals

La divisa della squadra di break dance dei Paesi Bassi realizzata da The New Originals (The New Originals)

Cariuma è un altro marchio indipendente: fondato in Brasile nel 2018, realizza abbigliamento sportivo da skateboard, surf e snowboarding, ed è molto attento alla sostenibilità ambientale: tra i suoi prodotti più famosi ci sono le sneaker in pelle proveniente dagli scarti dell’industria alimentare. Dopo il successo alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021, quando tre degli otto atleti di skateboard in finale indossavano Cariuma, per questa Olimpiade ha disegnato i kit gara e l’attrezzatura per i Paesi Bassi, il Portogallo e la Slovacchia. Le divise del Portogallo sono ispirate al mondo del calcio e le magliette sono prodotte con un tessuto fatto con bottiglie di plastica riciclata, che è molto traspirante e si asciuga facilmente.

Una foto delle divise per la squadra di skateboard del Portogallo, realizzate da Cariuma

Le divise per la squadra di skateboard del Portogallo, realizzate da Cariuma (Cariuma)

Bonus: Mongolia
Sono molto condivise sui social anche le divise formali della Mongolia, realizzate dal marchio mongolo Michel & Amazonka, fondato nel 2015 nella capitale Ulan Bator da due sorelle, e che aveva disegnato anche quelle della nazionale mongola per i giochi invernali di Pechino 2022. Le divise accordano lo stile europeo con ricami e decorazioni tradizionali mongole realizzate a mano.