In Mali è stata annullata la sospensione dell’attività di tutti i partiti politici, decisa ad aprile

Uno dei membri della giunta militare dopo il colpo di stato nel 2020 (AP Photo/File)
Uno dei membri della giunta militare dopo il colpo di stato nel 2020 (AP Photo/File)

La giunta militare che governa il Mali, al potere dopo due colpi di stato compiuti tra il 2020 e il 2021, ha annullato il provvedimento preso ad aprile che vietava le attività di tutti i partiti politici. Il divieto era stato introdotto a seguito di varie proteste dei partiti di opposizione, che chiedevano la fine del governo militare e lo svolgimento di elezioni presidenziali il prima possibile. L’anno scorso il presidente della giunta militare, Assimi Goïta, aveva detto che avrebbe indetto le elezioni per il febbraio del 2024: a settembre tuttavia le aveva rinviate a tempo indeterminato, per non meglio specificati «motivi tecnici».

Goïta aveva giustificato la sospensione delle attività dei partiti dicendo che questi si concentravano su «discussioni sterili», avevano tendenze sovversive e rappresentavano un pericolo per il processo di «dialogo» di pace fra le parti, che sarebbe dovuto iniziare a breve.

Questo “dialogo” è infatti iniziato pochi giorni dopo l’emanazione del provvedimento e si è concluso a maggio. Sono stati coinvolti però solo i militari della giunta e i partiti a loro vicini: alla fine sono state diffuse delle “raccomandazioni”, che di fatto permettono alla giunta di rimanere al potere per altri cinque anni e a Goïta di candidarsi alle future eventuali elezioni presidenziali.