I limoni della costiera amalfitana si stanno ammalando
Un fungo contagioso ha attaccato quasi un terzo delle piante, limitando la raccolta dei frutti simbolo di una delle zone più turistiche della Campania e d'Italia
Negli ultimi mesi migliaia di piante di limone della costiera amalfitana e della penisola sorrentina, in Campania, hanno iniziato a ingiallirsi, hanno perso le foglie e in molti casi sono morte a causa di un fungo molto contagioso. Secondo un primo conteggio il contagio ha coinvolto quasi un terzo delle coltivazioni di due varietà di limoni esportate in molti paesi del mondo (il limone di Sorrento IGP e il limone Costa d’Amalfi IGP), protette da due certificazioni di origine protetta e utilizzate anche per la produzione di marmellate, spremute e liquori come il limoncello.
Il contagio è stato causato dal Plenodomus tracheiphilus, un fungo che causa sintomi conosciuti da almeno un secolo in quasi tutti i paesi del Mediterraneo come “mal secco”. La malattia dei limoni si chiama così proprio perché si manifesta con il disseccamento delle piante. Le spore di questo fungo vengono trasportate dal vento e dalle gocce di pioggia, e poi infettano la pianta attraverso le lesioni dei germogli causate da fenomeni naturali come la grandine e il vento oppure dalle potature.
Quando le condizioni ambientali sono favorevoli, per esempio a temperature comprese tra 18 e 25 gradi, il fungo colonizza i vasi linfatici della pianta e le sue tossine possono causare il disseccamento prima delle foglie, poi dei rami. Nella fase avanzata della malattia il tronco assume un colore rosa-salmone o arancione e sulla superficie iniziano a comparire puntini neri, non visibili facilmente a occhio nudo.
I sopralluoghi organizzati dall’associazione di agricoltori Coldiretti di Salerno hanno accertato che circa un terzo dei limoneti è stato infettato dal Plenodomus tracheiphilus, una quota molto più significativa rispetto agli ultimi anni. I primi contagi sono stati segnalati sulla costiera amalfitana e poi hanno coinvolto anche la penisola sorrentina. Fortunato Della Monica, sindaco di Cetara e presidente della conferenza dei sindaci della costiera amalfitana, ha detto che a questo ritmo le coltivazioni di limone potrebbero scomparire dalla costiera nel giro di 5 o 6 anni.
Quando il fungo attacca il limone è impossibile curare la pianta e per questo l’unico modo per evitare la diffusione del contagio è prevenirlo. Uno dei metodi più utilizzati è l’utilizzo di prodotti a base di rame dopo la potatura, che consentono di sanificare le ferite del legno e bloccare l’ingresso al fungo. Dove è possibile, si raccomanda di installare reti antigrandine e barriere frangivento per evitare le conseguenze degli eventi atmosferici intensi sulla pianta. In molti casi gli agricoltori intervengono potando drasticamente le piante e bruciando i rami infetti.
Il prossimo 23 luglio è stata convocata una riunione con tutti i sindaci della costiera amalfitana, la Regione Campania e il consorzio di tutela del limone Costa d’Amalfi per capire come intervenire. Le associazioni degli agricoltori hanno già chiesto alla Regione un sostegno economico. Oltre alle conseguenze per l’economia del territorio, i sindaci temono che una diffusione massiccia di questo fungo possa compromettere il paesaggio della costiera amalfitana e della penisola sorrentina: i limoni sono infatti uno dei simboli più associati a quella zona, le piante sono utilizzate per abbellire gli spazi pubblici e privati, i frutti stessi vengono venduti come una specie di souvenir ai bordi delle strade, e li si trova spesso richiamati nelle decorazioni di piastrelle e altri souvenir.