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  • Mercoledì 10 luglio 2024

Il molo costruito dagli Stati Uniti a Gaza sarà smontato definitivamente

Lo hanno detto alcuni funzionari del governo statunitense a diversi giornali internazionali, confermando di fatto il fallimento dell'operazione

 (U.S. Central Command via AP)
(U.S. Central Command via AP)
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Mercoledì alcuni funzionari del governo degli Stati Uniti hanno detto in forma anonima a diversi giornali internazionali che il molo galleggiante che era stato costruito davanti alla costa della Striscia di Gaza dall’esercito statunitense per portare aiuti alla popolazione palestinese verrà smontato definitivamente.

Il molo, rimosso in via temporanea fine giugno per via del maltempo, è costato 320 milioni di dollari, ed è stato smontato e rimontato più volte a causa di vari problemi: da quando era stato completato a metà maggio ha contribuito solo in minima parte all’invio di aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza, e per questo è stato giudicato da molti un fallimento. Di fatto il molo ha funzionato a regime per una decina di giorni, da metà maggio alla fine del mese, mentre a giugno si è limitato ad accumulare aiuti nelle aree di smistamento sulla costa, che però non sono stati consegnati.

Secondo quanto detto dai funzionari del governo statunitense, il molo dovrebbe essere reinstallato mercoledì di nuovo in via temporanea, ma poi il piano è quello di smantellarlo definitivamente entro pochi giorni.

Il molo temporaneo (il cui nome ufficiale è JLOTS: Joint Logistics Over-the-Shore, che si può tradurre con “logistica coordinata sulla costa”) era stato annunciato a marzo dall’amministrazione del presidente statunitense Joe Biden come un modo per alleviare le terrificanti condizioni della popolazione civile della Striscia di Gaza, che soprattutto in quel periodo non aveva di fatto accesso agli aiuti umanitari: in quelle settimane ci furono molte testimonianze di persone morte di fame.

Già dall’annuncio, l’amministrazione Biden aveva fatto capire che il molo sarebbe stato una soluzione di emergenza, e soprattutto parziale: da solo non sarebbe stato in grado di soddisfare il fabbisogno della popolazione di Gaza, ma avrebbe potuto contribuire ad alleviare la fame in un momento in cui il passaggio degli aiuti tramite i varchi di terra era stato bloccato dall’esercito israeliano.

A regime, dal molo sarebbe dovuto passare poco più di un quarto del fabbisogno di aiuti della Striscia di Gaza, ma questo non è mai successo. Fin dai primi giorni di attività, il molo ha avuto problemi e subìto contrattempi. Tra le altre cose, consegnare gli aiuti alla popolazione era molto difficile perché nella Striscia di Gaza tutte le strutture di mantenimento dell’ordine sono collassate, e i convogli che dalla costa partivano verso l’interno della Striscia venivano sistematicamente assaltati da persone palestinesi disperate.