Israele ha bombardato una scuola della Striscia di Gaza usata come rifugio, di nuovo
Almeno 31 persone palestinesi sono state uccise: è il quarto attacco a una scuola negli ultimi quattro giorni
Martedì 9 luglio l’esercito israeliano ha bombardato l’area di una scuola a Abasan al Kabira, a est di Khan Yunis, la città principale del sud della Striscia di Gaza. La scuola e lo spazio circostante erano diventati un rifugio per persone sfollate per via dell’invasione della Striscia da parte dell’esercito israeliano, in corso ormai da più di nove mesi. Nel bombardamento aereo israeliano almeno 31 persone sono state uccise, ha scritto il Guardian citando fonti ospedaliere all’interno della Striscia. Alcuni medici palestinesi hanno fatto sapere che tra i morti ci sono almeno otto bambini.
In un comunicato stampa le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno detto che «un aereo da guerra, utilizzando munizioni di precisione, ha attaccato un terrorista dell’ala militare di Hamas che aveva partecipato all’orrendo massacro del 7 ottobre» e che stavano esaminando i rapporti secondo i quali erano stati uccisi anche dei civili.
Un testimone ha raccontato a BBC News che al momento dell’attacco l’area che le bombe israeliane hanno colpito era molto affollata: c’erano almeno 3mila persone. Nei mesi scorsi gran parte di Khan Yunis era stata distrutta durante gli attacchi israeliani, ma molte persone palestinesi, dopo essere state costrette a scappare, ci sono tornate per sfuggire alle altre offensive israeliane nelle città più nel sud della Striscia, come Rafah.
Quello compiuto martedì è il quarto attacco negli ultimi quattro giorni contro o vicino a delle scuole che ospitano persone palestinesi sfollate.
Sabato scorso almeno sedici persone erano morte in un attacco israeliano su un’altra scuola della Striscia di Gaza gestita dall’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i profughi palestinesi: la scuola al Jaouni del campo profughi di Nuseirat, nella fascia centrale della Striscia, che veniva usata come rifugio da alcune migliaia di sfollati. Anche in quel caso Israele aveva giustificato l’attacco dicendo che nella scuola si nascondevano dei terroristi.
Domenica un bombardamento ha colpito la scuola “Sacra famiglia”, a nord-ovest della città di Gaza, che era usata anche come rifugio da centinaia di civili: fra i morti Hamas ha detto che c’era anche il viceministro del Lavoro della Striscia, Ihab al Ghussein. Lunedì notte, aggiunge BBC News, diverse persone sarebbero state ferite da un bombardamento contro un’altra scuola gestita dalle Nazioni Unite nel campo di Nuseirat. Poco più di un mese fa un’altra scuola dell’UNRWA di Nuseirat era stata colpita da un attacco israeliano: allora erano state uccise 40 persone palestinesi.
Dall’inizio dei bombardamenti di Israele su Gaza moltissime scuole gestite dal governo o dall’UNRWA sono state colpite in modo sistematico. Negli ultimi giorni Philippe Lazzarini, direttore dell’UNRWA, ha chiesto che vengano avviate delle indagini indipendenti su questi attacchi.
Questa settimana l’intensità degli attacchi israeliani sembra essere aumentata nelle aree centrali della Striscia e della città di Gaza, come riportato da diversi testimoni. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha detto di aver ricevuto dozzine di chiamate di soccorso umanitario provenienti dalla città di Gaza ma di non essere ancora stata in grado di portare aiuto a causa dell’intensità dei bombardamenti. Ismail al Thawabta, direttore dell’ufficio stampa del governo di Gaza, ha affermato che martedì gli attacchi israeliani nelle aree centrali di Gaza hanno ucciso almeno 60 persone palestinesi.
Il braccio armato di Hamas, le Brigate al Qassam, ha a sua volta descritto gli ultimi attacchi israeliani come «i più intensi degli ultimi mesi». Gli attacchi sono avvenuti negli stessi giorni in cui i negoziati mediati a livello internazionale per un cessate il fuoco sembravano avere fatto qualche passo in avanti. Domenica Hamas aveva detto che avrebbe accettato di negoziare anche in assenza di un cessate il fuoco permanente, condizione precedentemente posta come necessaria per trovare un compromesso. Lunedì sera Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas, ha affermato che le «conseguenze catastrofiche» degli ultimi combattimenti a Gaza potrebbero «riportare il processo di negoziazione al punto di partenza». Hamas ha anche accusato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di aver deliberatamente tentato di ostacolare i colloqui.
Secondo il ministero della Sanità gestito da Hamas dall’inizio dell’invasione di Israele nella Striscia di Gaza sono state uccise più di 38mila persone palestinesi.