Negli Emirati Arabi Uniti una donna irlandese è stata incriminata per tentato suicidio e consumo di alcolici
Aggiornamento delle 16:40: il primo ministro irlandese Simon Harris ha detto che gli Emirati Arabi Uniti hanno annullato il divieto di viaggiare per la donna, e che il personale dell’ambasciata irlandese nel paese la assisterà per tornare in Irlanda, ma che il processo contro di lei non è stato archiviato.
Tori Towey, una donna irlandese di 28 anni, è stata incriminata negli Emirati Arabi Uniti di tentato suicidio e consumo di alcolici, entrambi atti illegali nel paese: la prima udienza è fissata per il 18 luglio. La donna lavora come hostess per la compagnia aerea Emirates e vive nel paese, a Dubai, da circa un anno. Il governo irlandese sta facendo pressione su quello degli Emirati per consentirle di tornare in Irlanda.
Secondo quanto ricostruito da Detained in Dubai, un’associazione che le sta fornendo assistenza legale, Towey era stata ripetutamente picchiata e minacciata di morte dal marito, un uomo sudafricano, e non poteva lasciare il paese a causa di una denuncia pretestuosa che lui aveva presentato contro di lei. Secondo Detained in Dubai è piuttosto comune che negli Emirati i mariti violenti denuncino le mogli per tutelare se stessi. Dopo un ulteriore pestaggio da parte del marito Towey aveva cercato di suicidarsi: era stata soccorsa, ma era stata poi accusata di tentato suicidio e consumo di alcolici (lei e il marito la sera degli avvenimenti avevano bevuto alcol).
Dal 2020 gli Emirati hanno depenalizzato il tentato suicidio, e il giudice può decidere di mandare il colpevole in una struttura riabilitativa anziché in carcere. Il consumo di alcolici è legale solo in locali (sia pubblici che privati) dotati di un’apposita licenza: berli in luoghi in cui non è consentito può comportare una pena fino a sei mesi di carcere e una multa che può superare i 25mila euro.