Cos’ha fatto Parigi per ripulire la Senna in vista delle Olimpiadi
Non è balneabile da un secolo, ma è stato investito un miliardo e mezzo di euro per far sì che lo diventi: dovrebbe ospitare il nuoto di fondo e alcune prove del triathlon, per poi venire aperta al pubblico dopo i Giochi
di Gianluca Cedolin
Mancano meno di tre settimane all’inizio delle Olimpiadi di Parigi, ma ci sono ancora dubbi sulla qualità dell’acqua della Senna, il fiume della città, nel quale si terranno le prove di nuoto nel triathlon, individuale e staffetta mista, e quelle di nuoto di fondo (o nuoto in acque libere), una gara lunga dieci chilometri. Il mese scorso le analisi fatte dall’amministrazione cittadina e regionale avevano evidenziato livelli ancora troppo alti di Escherichia coli, un batterio che può causare infezioni di diversi tipi, soprattutto intestinali; a inizio luglio invece nuove analisi hanno stabilito che l’inquinamento è sceso per la prima volta sotto il limite ritenuto pericoloso per la salute e l’acqua sarebbe quindi, al momento, batteriologicamente “pulita”.
La Senna è un fiume non balneabile da circa un secolo ma negli ultimi anni, sfruttando proprio l’occasione delle Olimpiadi, è stato investito quasi un miliardo e mezzo di euro per rendere possibile nuotare di nuovo in sicurezza. L’idea è di fare le gare di nuoto olimpiche quest’anno e dall’estate prossima aprire al pubblico alcuni punti del fiume, delimitati da barriere. Per diminuire l’inquinamento del fiume, in particolare la diffusione dei batteri, sono stati fatti principalmente due tipi di interventi: «Abbiamo migliorato gli impianti che distruggono i batteri attraverso l’acido performico e le radiazioni ultraviolette. E abbiamo rinnovato il sistema fognario, per separare la rete dell’acqua piovana da quella delle acque reflue e per renderlo efficace anche nei giorni di pioggia forte», spiega Pierre-Antoine Molina, responsabile delle politiche pubbliche nella regione di Parigi.
Nei giorni di pioggia infatti la Senna è più inquinata, principalmente perché tutti i sistemi di scolo si riempiono, anche quelli con le acque reflue, che quindi vengono scaricate nel fiume per non far debordare le fogne, e poi perché è più facile che una maggior corrente trasporti rifiuti e batteri lungo il corso. «Con le azioni intraprese stimiamo che, quando il tempo è secco, il 75 per cento dell’inquinamento sarà eliminato, mentre per la pioggia abbiamo costruito bacini di stoccaggio dell’acqua per rendere più resiliente il sistema».
In particolare, in vista delle Olimpiadi è stato inaugurato il bacino di Austerlitz, un enorme cilindro scavato fino a ottanta metri sotto terra che permette di immagazzinare circa 50mila metri cubi di acqua, per impedire che venga scaricata nella Senna. Negli ultimi giorni le condizioni del fiume sono migliorate soprattutto grazie al meteo, perché è piovuto meno rispetto al periodo precedente: «Abbiamo avuto una primavera eccezionalmente piovosa, ma siamo fiduciosi che nei prossimi giorni vedremo dei miglioramenti», aveva detto Molina il giorno precedente all’uscita delle prime analisi positive.
Le tante autorità coinvolte nel piano (l’amministrazione cittadina e quella regionale, l’autorità fluviale, l’ente che gestisce l’acqua) stanno provando anche a correggere tutti i collegamenti sbagliati tra edifici e impianti di scolo delle acque: sostanzialmente in circa 25mila edifici i tubi e le grondaie dell’acqua di scarico e dell’acqua piovana non erano montati correttamente, e quindi le acque spesso si mischiavano, inquinando la Senna. «Finora abbiamo sistemato più del 40 per cento delle connessioni», dice ancora Molina.
Tutte le barche permanentemente ormeggiate sulle rive della Senna sono state inoltre collegate al sistema fognario, mentre fino all’anno scorso le house boat, i bar e i ristoranti galleggianti scaricavano le loro acque reflue direttamente nel fiume. I proprietari hanno dovuto spendere circa tra i 10 e i 30mila euro a testa per attaccare le loro barche alle fogne, ricevendo in parte un contributo dalle istituzioni, mentre l’amministrazione ha creato nuovi canali e li ha uniti a un collettore centrale sotterraneo dove verranno raccolte le acque di scarico delle barche.
«C’è sempre resistenza in Francia quando bisogna cambiare le cose, ma questa non era più rimandabile: ne parlavamo da tantissimo tempo», racconta Jean-Philippe Jacob, che da vent’anni vive su una grande barca ormeggiata sotto il Pont Neuf, nel centro di Parigi. Oltre ad aver collegato la sua barca, Jacob ha contribuito in generale a tutta l’operazione, e sembra piuttosto ottimista sulla pulizia del fiume. «La Senna è sporca quando piove tanto, ma altrimenti era già abbastanza pulita anni fa, è un po’ un mito che sia molto inquinata», dice, anche se in realtà negli anni Sessanta la Senna fu dichiarata “biologicamente morta”.
Le prime gare che dovrebbero tenersi nella Senna sono le prove di nuoto del triathlon, una disciplina che comprende anche la corsa e il ciclismo, e sono in programma il 30 e il 31 luglio; il 5 agosto poi ci sarà il triathlon misto, mentre l’8 e il 9 agosto ci saranno le gare femminile e maschile di nuoto di fondo. «Abbiamo contatti regolari con le federazioni, capiamo le loro preoccupazioni perché si parla della salute dei loro atleti, ma abbiamo un livello di trasparenza senza precedenti», spiega ancora Molina, riferendosi soprattutto ai test diffusi periodicamente dall’amministrazione.
Il nuoto in acque libere presenta del resto sempre una percentuale di rischio, ed è probabile che oggi se ne stia parlando più del solito perché si nuoterà in un fiume in cui legalmente non ci si può tuffare da un secolo; in passato però «ci sono state situazioni forse peggiori, ci è già capitato di nuotare in acque sporche e di avere dei nuotatori che vanno in ospedale per un’intossicazione alla fine di una gara», dice Fabrizio Antonelli, allenatore di diversi nuotatori e nuotatrici italiani e stranieri, tra i quali Gregorio Paltrinieri, che farà la 10 chilometri sulla Senna. Anche prima delle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, per esempio, si discusse molto sulla qualità dell’acqua nella Baia di Guanabara, dove si tennero le gare di vela, e di quelle di fronte al Forte de Copacabana, il luogo delle prove di nuoto di fondo. «Le acque libere sono uno sport che per antonomasia prevede un forte spirito di adattamento: ci appelliamo a quello e ci prepariamo al meglio».
«Dopo aver parlato a lungo con i ragazzi, abbiamo deciso che l’importante è che la gara si faccia, e il comitato organizzatore ci ha garantito che andremo via da Parigi avendo gareggiato», dice Antonelli. Proprio negli ultimi giorni comunque è stato ufficializzato un piano B nel caso in cui le condizioni della Senna non consentano di gareggiare in sicurezza: prevede lo spostamento allo stadio nautico di Vaires-sur-Marne, quello in cui ci saranno le gare di canoa e canottaggio.
«A noi basta gareggiare, poi è chiaro che farlo nella Senna avrebbe un fascino particolare, perché lo scenario è unico e sarebbe una vetrina pazzesca per questo tipo di nuoto», dice ancora Antonelli. Paltrinieri e gli altri nuotatori che si allenano con Antonelli e faranno la gara di fondo si stanno comunque preparando specificamente per nuotare nel fiume, che vuol dire allenarsi a nuotare anche contro forti correnti, quindi con una maggior preparazione muscolare, e abituare il corpo al contatto con le acque libere: «Da anni seguiamo un protocollo medico per mantenere la flora intestinale ricca», spiega Antonelli, «e poi tra alcuni nuotatori c’è un’usanza di bere un bicchierino di Jägermeister o di qualcos’altro di forte alla fine della gara, per ripulirsi».
«Come lo sci, o il canottaggio, o il tennis, il nuoto in acque libere e il triathlon sono soggetti alle condizioni atmosferiche, quindi se ci sarà brutto tempo e non ci saranno le condizioni per le prove nei giorni stabiliti, il Comitato ha un piano per posticiparle», dice Molina. Il problema è che le gare di nuoto di fondo sono previste come detto per l’8 e il 9 agosto, e le Olimpiadi finiranno l’11, quindi se dovesse piovere molto e la situazione della Senna dovesse peggiorare è molto probabile che gli organizzatori opteranno per il piano B, visto che verosimilmente non si potranno aspettare giornate non piovose.
Le gare olimpiche sono comunque solo la prima, piccola parte del piano dell’amministrazione parigina, che dall’estate 2025 vuole rendere una cosa abituale il fatto di nuotare nella Senna, completando l’iniziativa Paris-Plage, con la quale da oltre vent’anni le rive del fiume in estate vengono attrezzate come fossero delle spiagge (“Paris-Plage” significa appunto “Parigi-Spiaggia”). Secondo Molina «con Paris-Plage la gente si sente già in spiaggia: fare il bagno è solo il prossimo passo. In caso di brutto tempo, per i due giorni successivi sarà vietato nuotare, come succede anche in alcune spiagge sul mare».
Oltre a continuare a ripulire il fiume e a controllare la qualità dell’acqua, la cosa difficile sarà far cambiare la percezione comune e convincere le persone che la Senna sia davvero pulita e sicura. Alle azioni sui batteri si aggiungono in questo caso quelle sull’inquinamento visibile come i rifiuti, principalmente in plastica, attraverso barriere galleggianti e barche cattura-rifiuti. Poco tempo fa si era parlato anche di un’altra forma di inquinamento, quella dell’acido trifluoroacetico (TFA), una tra le sostanze note collettivamente come PFAS, che deriva dalla degradazione di vari pesticidi: su questo il prefetto Molina ha detto che i livelli dei pesticidi nella Senna sono nella norma, senza però citare una fonte certa.
Jean-Philippe Jacob, il proprietario della barca, non è invece particolarmente preoccupato dalla diffidenza delle persone, anzi dice che «se ci sarà meno gente nel fiume, avremo più spazio per nuotare».