Una nave cisterna della Marina militare rifornirà d’acqua la provincia di Agrigento
È stata chiesta dalla Regione Sicilia per far fronte all'emergenza dovuta alla grave siccità degli ultimi mesi
La Regione Sicilia ha chiesto alla Marina militare una nave cisterna per rifornire d’acqua la provincia di Agrigento e la zona di Gela, dall’inizio dell’anno alle prese con le conseguenze di una grave siccità. La nave può trasportare fino a 1.200 metri cubi d’acqua da immettere nella rete idrica e rimarrà a disposizione della Regione, ormeggiata nel porto di Augusta (sulla costa ionica, a est). L’uso di una nave cisterna, un mezzo finora utilizzato solo per rifornire le piccole isole, è uno degli ultimi tentativi per cercare quantomeno di alleviare i problemi dovuti alla mancanza di pioggia.
In attesa di un aggiornamento dei dati, i più recenti diffusi dal servizio agrometeorologico siciliano (SIAS) dicono che nell’ultimo anno fino a maggio la media delle precipitazioni era stata di 453 millimetri, mai così bassa dal 2002. La provincia di Agrigento è quella dove ha piovuto meno, ma l’acqua manca in quasi tutto il resto della Sicilia. Lo stato di calamità naturale chiesto e ottenuto dalla Regione ha permesso di introdurre misure piuttosto drastiche come il razionamento dell’acqua potabile in oltre 200 comuni, in particolare nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani: in totale sono oltre 1,6 milioni le persone a cui è stata razionata l’acqua.
Il capo dipartimento della Protezione civile in Sicilia, Salvo Cocina, ha detto che al momento il livello dell’acqua negli invasi della Sicilia è al 25 per cento del totale, e che sta lentamente diminuendo: secondo le previsioni della Protezione civile, entro la fine di luglio la situazione peggiorerà ulteriormente.
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L’assenza di pioggia è aggravata da storici problemi infrastrutturali: in Sicilia infatti più del 50% dell’acqua immessa nelle reti idriche viene perso a causa della scarsa manutenzione. L’isola è tra le regioni con le perdite totali più alte, preceduta comunque da Basilicata, Molise, Abruzzo e Sardegna. Secondo i dati diffusi dall’ISTAT, nel 2023 quasi il 30 per cento delle famiglie si è lamentato di problemi nelle forniture di acqua, mentre quasi il 60 per cento delle persone non si fida a bere l’acqua del rubinetto.
Nelle intenzioni della Regione, la fornitura garantita dalla nave cisterna della Marina militare – pur limitata – permetterà anche di ridurre le speculazioni dei gestori di pozzi privati che nelle ultime settimane hanno iniziato a vendere acqua a ristoratori, albergatori e abitanti a un costo decisamente superiore rispetto alle aziende. È acqua spesso estratta da pozzi non controllati e a rischio di contaminazione, venduta fino a 20 euro al metro cubo, venti volte in più rispetto a una normale fornitura. Più passa il tempo e più i prezzi aumentano.
Nel frattempo grazie ai 20 milioni di euro stanziati dal governo per finanziare interventi d’emergenza è iniziato lo scavo di alcuni pozzi: l’azienda pubblica Siciliacque ne sta realizzando tre nuovi a Caltabellotta e Favara, in provincia di Agrigento, e in contrada Zacchia, a Prizzi, in provincia di Palermo. Inoltre sono in corso ricerche in provincia di Palermo, in particolare sul monte Carcaci fra Prizzi e Castronovo.
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