Courtney Love, con e senza il marito

Fece delle gran cose con le Hole e recitò al cinema, ma anche a sessant'anni per la maggior parte delle persone è ancora la moglie di Kurt Cobain

Una foto di Courtney Love a Hollywood nel 2005
Courtney Love a Hollywood nel 2005 (REUTERS/Mario Anzuoni)

Quando giornali e riviste di settore scrivono di Courtney Love, che oggi compie sessant’anni, solitamente lo fanno per parlare della sua breve e travagliata relazione con Kurt Cobain, il cantante dei Nirvana. Prima di sposare Cobain, Love aveva iniziato a recitare in alcune produzioni cinematografiche e si era fatta notare nella scena della musica alternativa fondando le Hole, considerate una delle band femminili più influenti di sempre.

Anche se con una minore intensità, la sua attività come musicista e attrice è continuata anche dopo il suicidio di Cobain, ma tutto ciò che ha realizzato dopo il 1994 è stato in qualche modo offuscato da quell’evento. Per esempio il 12 aprile di quell’anno, una settimana dopo la morte del marito, Love pubblicò assieme alle Hole Live Through This, il secondo album della band. Il disco fu accolto benissimo dalla critica, ottenne ottime recensioni ed è considerato tuttora uno dei migliori dischi del rock alternativo degli anni Novanta.

Nel 2018 Pitchfork, tornando sul disco, gli assegnò una valutazione di 10 punti su 10, e fu recensito ottimamente anche da Rolling Stone e Spin, due delle più popolari riviste musicali statunitensi, che apprezzarono soprattutto la brillantezza della scrittura di Love e la sua capacità di parlare di temi ai tempi ancora poco rappresentati nel rock, come la maternità, la depressione e il femminismo. 

Ma Love è rimasta per i più la moglie-di-Cobain. In un’intervista data nel 2014 al quotidiano britannico Telegraph, Love parlò di una delle strategie retoriche più frequentemente usate dai suoi detrattori: la tendenza a paragonarla a Yoko Ono, moglie e partner artistica di John Lennon, a lungo sminuita e schernita dai molti che le attribuirono ingenerosamente la colpa dello scioglimento dei Beatles. «Non credo che il paragone con Yoko Ono sia giusto: tanto per dirne una, non ho mai neppure assistito alle prove (dei Nirvana)».

Parlando della pessima considerazione di cui Love gode presso il grande pubblico, la giornalista di Dazed Kat George ha scritto che «a differenza delle sue controparti maschili, ossia musicisti dai modi selvaggi che però mantengono una rispettabilità basata sulla loro produzione artistica, Love ha sofferto per via dei suoi critici, che negli anni l’hanno descritta come una tossicodipendente, una madre di merda, un personaggio pubblico maleducato e, secondo i teorici della cospirazione, una potenziale assassina». Secondo la critica musicale Julianne Escobedo Shepherd, l’antipatia generalizzata nei confronti di Love è un esempio della «misoginia persistente che accompagna i fan devoti che credono che una donna sia responsabile di aver macchiato l’eredità del loro prezioso semidio».

Love nacque come Courtney Michelle Harrison il 9 luglio del 1964 a San Francisco, in California, da una famiglia legata in vario modo al mondo dell’arte. Il padre, Hank Harrison, lavorava come road manager (organizzatore di concerti) dei Grateful Dead, una celebre band di rock psichedelico statunitense, mentre sua madre, Linda Carroll, è una scrittrice e terapista di coppia ed è a sua volta figlia di Paula Fox, famosa e prolifica autrice di narrativa per bambini.

– Leggi anche: Come se ne andò Kurt Cobain

Cominciò ad appassionarsi alla musica fin da piccola per via dell’attività del padre, sviluppando subito un forte desiderio di successo. A 12 anni partecipò a un provino per il programma per ragazzi Mickey Mouse Club, ma fu scartata, e due anni dopo finì in un carcere minorile di Salem, nello stato americano dell’Oregon, per via di un furto. Intervistata per una delle puntate del programma Behind the Music, Love ha raccontato che, durante la detenzione, la sua passione per la musica aumentò: trascorse gran parte del tempo ascoltando i dischi di Patti Smith, delle Runaways e dei Pretenders, e cominciò a pensare di tirare su una band.

Lo fece nel 1989, quando insieme al chitarrista Eric Erlandson, alla bassista Lisa Roberts e alla batterista Caroline Rue fondò le Hole, un gruppo di rock alternativo che ottenne degli ottimi riscontri di critica grazie all’album di debutto Pretty on the Inside.

Parallelamente cominciò a dedicarsi alla recitazione: dopo alcune esperienze in teatro, esordì al cinema nel 1986 in Sid & Nancy, film del regista britannico Alex Cox dedicato alla vita di Sid Vicious, il bassista dei Sex Pistols, e l’anno dopo in Diritti all’inferno, dello stesso autore. Conobbe Cobain nel gennaio del 1990 a Seattle, e lo sposò il 24 febbraio di due anni dopo: ad agosto nacque loro figlia, Frances Bean Cobain, che oggi lavora come modella e visual artist.

La loro relazione fu trattata con una certa morbosità dai media del tempo, che dedicavano spesso articoli alla loro tossicodipendenza, ai loro frequenti scontri e alla precedente relazione di Love con Billy Corgan, il cantante degli Smashing Pumpkins, descrivendola come uno dei motivi dei molti alterchi con Cobain. 

Il 18 marzo 1994 Love telefonò alla polizia dopo che Cobain, al termine di un litigio nella loro casa vicino al lago Washington, si era chiuso in bagno con una pistola, minacciando di uccidersi. Alla fine di marzo Cobain accettò di sottoporsi a un programma di recupero per tossicodipendenti all’Exodus Medical Center di Los Angeles, in California, da cui però scappò dopo solo due giorni per andare a Seattle. Morì qualche settimana dopo, l’8 aprile, sparandosi un colpo di fucile.

Da quel momento in poi cominciarono a circolare diverse teorie prive di fondamento, tra cui quella secondo cui Cobain sarebbe stato ucciso proprio da Love, trattata per esempio nel discusso e criticato saggio Who Killed Kurt Cobain?: The Mysterious Death of an Icon, di Ian Halperin e Max Wallace.

– Leggi anche: A quanti anni muoiono le rockstar

Nel periodo successivo alla morte del marito, Love fece spesso parlare di sé per la sua ostentata irriverenza e per i litigi con alcune colleghe: per esempio, nel 1995 colpì in faccia la cantante Kathleen Hanna nel backstage del festival Lollapalooza, e tre anni dopo fu accusata di aggressione dalla giornalista Belissa Cohen.

Dalla seconda metà degli anni Novanta e fino agli inizi degli anni Duemila, Love si dedicò soprattutto al cinema. Le prove da attrice più ricordate della sua carriera sono quelle in due film diretti dal regista cecoslovacco Miloš Forman: Larry Flynt – Oltre lo scandalo (1996) e Man on the Moon (1999), dedicato alla vita del comico statunitense Andy Kaufman. Oggi continua a suonare molto sporadicamente, e a volte scrive articoli dedicati a vari temi, come la sistematica sottorappresentazione delle donne nell’industria musicale. 

***

Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.