Come si è arrivati al processo ad Alec Baldwin
Che è cominciato martedì: è accusato di omicidio colposo per aver sparato e ucciso la direttrice della fotografia Halyna Hutchins sul set di “Rust” nel 2021
Martedì 9 luglio a Santa Fe, in New Mexico, è cominciato il processo in cui il noto attore statunitense Alec Baldwin è accusato di omicidio colposo per la morte di Halyna Hutchins, la direttrice della fotografia a cui sparò durante le riprese del western Rust nel 2021. Baldwin è da quasi tre anni al centro di attenzioni mediatiche, lunghe indagini e procedimenti giudiziari travagliati che hanno avuto più di una svolta, anche per le peculiarità della vicenda che lo coinvolge: si è sempre detto innocente, ma se condannato rischia fino a 18 mesi di carcere.
Il processo dovrebbe durare una decina di giorni. Baldwin era stato incriminato sia in qualità di persona che stava usando l’arma con cui è stata uccisa Hutchins sia come coproduttore del film, e pertanto potenzialmente responsabile per le circostanze che avevano portato alla sua morte. Lunedì tuttavia la giudice Mary Marlowe Sommer ha stabilito che il suo ruolo di coproduttore non è rilevante ai fini del processo per omicidio colposo. Fin da subito comunque il caso ha riguardato in particolare l’arma di scena con cui Baldwin sparò il colpo fatale.
L’incidente avvenne il 21 ottobre del 2021 in una chiesa allestita al Bonanza Creek Ranch, un set vicino a Santa Fe che era già stato usato per altri western. Prima di cominciare a girare una scena Baldwin stava maneggiando una rivoltella che per motivi non ancora chiariti era stata caricata anche con una cartuccia non a salve, che conteneva quindi un proiettile. Hutchins, 42 anni, fu ferita al petto, cadde a terra e morì poco dopo in ospedale ad Albuquerque. Fu lievemente ferito anche il regista del film, Joel Souza.
Per facilitare i soccorsi sia l’attore che gran parte della troupe erano stati portati fuori dall’edificio, e poco dopo lui parlò con la polizia, senza sapere che Hutchins fosse morta: disse di credere che fosse semplicemente svenuta, di non sapere che l’arma fosse carica e di non averne nemmeno mai premuto il grilletto. Fu informato della sua morte solo durante l’interrogatorio.
All’epoca Baldwin aveva 63 anni e una lunga carriera alle spalle sia nel cinema che nella tv. Come ha scritto sul New York Times Magazine Jonathan Mahler, da qualche tempo «si era reinventato come membro del giro di intellettuali progressisti di New York», dove partecipava di frequente a eventi di beneficenza e alle campagne per i Democratici statunitensi. Tra le altre cose imitava con grande successo l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel celebre programma di intrattenimento Saturday Night Live. In Rust, un film con un budget da 7,4 milioni di dollari e da girare in sole quattro settimane, interpretava invece il nonno di un ragazzino che doveva badare a se stesso e al fratellino dopo la morte dei genitori nel Kansas di fine Ottocento.
Dopo l’incidente le riprese furono sospese e Baldwin cominciò a collaborare con la polizia manifestando un forte senso di colpa per aver provocato la morte di Hutchins e destreggiandosi in tentativi a volte malriusciti di migliorare la sua immagine pubblica, in una vicenda che gli stava costando la perdita di contratti di lavoro, danni d’immagine e ingenti spese legali.
Parlò pubblicamente dell’evento in un’intensa intervista a George Stephanopoulos di ABC, in cui disse che al momento dell’incidente Hutchins aveva puntato la rivoltella che lui aveva in mano verso di sé, in modo da ottenere l’inquadratura giusta. A un certo punto quindi lui aveva lasciato andare il cane dell’arma, cioè il meccanismo a molla che si aziona con il pollice e che di norma agisce solo quando si preme il grilletto. Secondo la sua versione quello fu il momento dello sparo: Baldwin insomma avrebbe sparato solo lasciando andare di scatto il cane, ma senza aver premuto il grilletto. In sostanza, senza l’intenzione di sparare.
Secondo alcuni esperti di armi da fuoco sentiti dal New York Times era possibile che l’arma fosse stata azionata anche senza la pressione del grilletto; dubitarono però del fatto che si potesse in quel modo provocare uno sparo, a meno che la pistola non fosse in pessime condizioni. Una successiva indagine balistica condotta dall’FBI sull’arma tuttavia concluse che non ci poteva essere stato alcuno sparo senza che il grilletto fosse stato premuto. «Durante l’intervista cambiò tutto», perché Baldwin «diede la colpa dell’incidente a Hutchins», ha scritto nei documenti relativi al caso la procuratrice Kari Morrissey.
Le indagini non si concentrarono solo sulle azioni di Baldwin, ma anche sullo scarso rispetto dei protocolli di sicurezza sul set, per cui due membri della troupe fecero causa a Baldwin e agli altri produttori.
Secondo le ricostruzioni della polizia, l’attore aveva usato un’arma che gli era stata consegnata da David Halls, un assistente alla regia che nel dargliela aveva urlato “cold gun” (letteralmente “pistola fredda”), indicando quindi che era scarica e si poteva maneggiare in modo sicuro. L’arma era stata preparata da Hannah Gutierrez-Reed, la “head armourer”, cioè la persona addetta a coordinare e sorvegliare l’utilizzo delle armi durante le riprese.
Gutierrez-Reed all’epoca aveva 24 anni, era al suo secondo lavoro ed era piuttosto inesperta. Halls invece era già stato coinvolto in un piccolo infortunio e in due reclami per non aver rispettato i protocolli di sicurezza sull’uso di armi e esplosivi su altri set. Il 16 ottobre inoltre c’era stato un altro incidente sempre sul set di Rust, quando la controfigura di Baldwin aveva sparato accidentalmente due colpi con una pistola che avrebbe dovuto essere scarica. La troupe presentò subito un reclamo alla produzione, visto che in quel momento il responsabile della sicurezza sul set non era presente; la sera prima dell’incidente alcune persone si erano licenziate, citando tra le altre cose condizioni di sicurezza precarie.
In un’intervista data a CNN nell’agosto del 2022 Baldwin ribadì la sua versione e accusò esplicitamente Gutierrez-Reed e Halls dei fatti, parlandone come di «due persone che non avevano fatto quello che avrebbero dovuto fare». La prima a suo dire non aveva verificato e presidiato l’arma, mentre l’altro gli aveva dato l’arma al posto della responsabile, a sua volta senza verificarla. In una serie di telefonate e messaggi poi condivisi dal dipartimento dello sceriffo di Santa Fe, inoltre, Baldwin cercò di giustificare le carenze nella sicurezza sul set con il fatto che tutte le produzioni cinematografiche cercano di risparmiare denaro e che non sarebbe responsabilità di un attore controllare le armi che utilizza.
Le indagini della procura di Santa Fe andarono avanti senza incriminazioni formali per molto tempo. Nell’ottobre del 2022 Baldwin e i produttori di Rust raggiunsero un accordo extragiudiziale in una causa civile intentata dalla famiglia di Hutchins: i dettagli dell’accordo non sono stati resi noti, ma secondo la sua famiglia sul set non erano state prese le misure di sicurezza adeguate, «con conseguenze fatali». I procedimenti andarono avanti con alcune svolte fino all’inizio del 2023, quando Baldwin fu infine incriminato con l’accusa di omicidio colposo.
La procuratrice Mary Carmack-Altwies formalizzò le accuse sfruttando una particolare aggravante legata all’utilizzo delle armi da fuoco che prevedeva fino a cinque anni di carcere. Carmack-Altwies sostenne che l’attore dovesse essere ritenuto responsabile anche solo per il fatto di avere avuto in mano l’arma; in ogni caso a suo dire aveva violato le regole del buonsenso che dovrebbe sempre adottare chi maneggia un’arma, che prevedono di non puntarla mai verso qualcuno, carica o meno, tranne che se c’è l’intenzione di sparare.
I legali di Baldwin tuttavia sostennero che l’aggravante in questione fosse incostituzionale perché era stata rivista dopo l’omicidio di Hutchins, con il risultato che nel giro di poche settimane le accuse furono riviste. Carmack-Altwies alla fine si dimise in parte per questo errore e in parte per il presunto conflitto di interessi legato ad Andrea Reeb, una procuratrice che aveva chiamato a lavorare sul caso e che al contempo era candidata per la Camera dei rappresentanti del New Mexico per i Repubblicani.
Nell’aprile del 2023 il caso passò così a Morrissey e a Jason Lewis, che ritirarono le accuse a causa di «nuovi fatti» che rendevano necessarie ulteriori indagini. Morrissey ordinò nuovi test sull’arma, che secondo i legali di Baldwin era difettosa, ma in base alle analisi risultò che avrebbe potuto sparare appunto solo premendo il grilletto. Alla fine dell’anno propose a Baldwin un accordo extragiudiziale, ma ritirò la proposta per il rischio che facesse pressioni ad alcuni potenziali testimoni a cui aveva chiesto di essere intervistati per un documentario su Rust al quale aveva iniziato a collaborare.
Il gennaio scorso Baldwin fu di nuovo incriminato per omicidio colposo con il favore di un gran giurì, una giuria popolare che decide sul rinvio a giudizio per i reati più gravi. Il processo che comincia martedì riguarda proprio questa accusa.
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La sola persona incriminata per omicidio colposo oltre a Baldwin è stata Gutierrez-Reed, che ad aprile è stata condannata a 18 mesi di carcere per non aver controllato adeguatamente le munizioni e le armi, ed è invece stata assolta dall’accusa di aver manomesso le prove. Halls invece era stato condannato a sei mesi di libertà vigilata per negligenza nell’uso di un’arma letale.
Secondo il suo avvocato comunque Gutierrez-Reed è «un comodo capro espiatorio» per evitare di spostare le responsabilità su Baldwin, che a sua volta ha sostenuto di essere attaccato per fini politici. Lui e i suoi avvocati sostengono che alcuni tabloid, certi critici conservatori e parte della stampa nutrano del risentimento nei suoi confronti per la sua immagine e per il suo orientamento politico.
Tra le persone più in vista che lo hanno criticato c’è stato proprio Donald Trump, che in un’intervista data a un podcast di orientamento conservatore lo aveva definito «un tipo con dei problemi», «un pazzoide», arrivando a insinuare che, per come la vedeva lui, con l’omicidio di Hutchins «c’entrava qualcosa». Dopo l’incriminazione di gennaio il sindacato delle attrici e degli attori di Hollywood SAG-AFTRA aveva invece diffuso un comunicato per difenderlo.
È difficile stabilire se gli errori della procura, il fatto che Gutierrez-Reed sia già stata condannata o la notorietà di Baldwin possano influire in qualche modo in suo favore, ma in passato i giudici avevano respinto in varie occasioni le richieste dei suoi avvocati di ritirare le accuse. Se condannato, rischia la stessa pena di Gutierrez-Reed, che è anche il massimo previsto per il reato di omicidio colposo nel New Mexico. Al momento non si sa se durante il processo i due testimonieranno, mentre Halls dovrebbe farlo; la procura ha fatto sapere che potrebbe testimoniare anche una persona che sostiene di aver visto Baldwin premere il grilletto.
Nel frattempo le riprese di Rust sono state completate, ma il film non ha ancora un distributore e i dirigenti del settore cinematografico sentiti da Mahler si sono mostrati scettici su una sua eventuale uscita.