80 persone detenute in condizioni invivibili nel carcere di Sollicciano sono state trasferite

Erano in due sezioni dichiarate inagibili, dove la scorsa settimana è stata organizzata una protesta in seguito all'ennesimo suicidio di un giovane detenuto

La protesta organizzata la scorsa settimana nel carcere di Sollicciano, a Firenze, dopo la morte di un detenuto di 20 anni
La protesta organizzata la scorsa settimana nel carcere di Sollicciano, a Firenze, dopo la morte di un detenuto di 20 anni (ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)
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Le sezioni 5 e 6 del carcere di Sollicciano, a Firenze, sono state dichiarate inagibili dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria dopo la protesta organizzata dai detenuti in seguito al suicidio di un 20enne di origine tunisina: la maggior parte delle 80 persone detenute in queste due sezioni è stata trasferita in altre carceri della Toscana, altre fuori regione, mentre alcune sono rimaste a Sollicciano in attesa della disponibilità di altre carceri.

Da anni le associazioni che lavorano all’interno del carcere di Firenze denunciano le condizioni disumane a cui erano sottoposti i detenuti in queste due sezioni: fino alla scorsa settimana hanno vissuto in celle con topi, cimici, piccioni, muffa e gravi infiltrazioni d’acqua, con un caldo insopportabile nei mesi estivi e al freddo durante l’inverno.

Il carcere di Sollicciano è il più grande della Toscana e tra i peggiori del sistema penitenziario italiano, già di per sé molto problematico. Secondo la rilevazione del 5 luglio nelle celle erano ospitati 564 detenuti a fronte dei 408 posti regolarmente disponibili. A questi vanno aggiunti gli 89 posti ricavati nelle due sezioni dichiarate inagibili, le peggiori di un edificio già in pessime condizioni. Sollicciano è anche tra le carceri italiane con la quota di detenuti stranieri più alta d’Italia.

Negli ultimi anni a Sollicciano ci sono stati diversi suicidi, decine tra tentativi di suicidio e atti di autolesionismo, oltre 50 aggressioni al personale di polizia penitenziaria e quasi 150 scioperi della fame. Fino alla scorsa settimana erano 133 le persone detenute in meno di 3 metri quadrati a testa, in violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

La legge prevede che i detenuti per i quali viene stabilita la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), che vieta la tortura e i trattamenti “inumani o degradanti”, possano accedere a uno sconto di pena pari a un giorno di detenzione ogni 10 giorni trascorsi in carcere in condizioni non a norma. Tutti i detenuti che hanno ottenuto questi sconti sono stati assistiti dall’associazione L’altro diritto, che si occupa di temi legati al carcere.

– Leggi anche: Il carcere di Sollicciano è messo male anche per gli standard italiani

Anche il detenuto 20enne che si è suicidato la scorsa settimana aveva presentato un ricorso all’amministrazione penitenziaria con l’aiuto dell’associazione. «Le pareti della cella presentano macchie visibili di umidità e di muffa causate dalle frequenti infiltrazioni d’acqua che, in caso di precipitazioni, aumentano considerevolmente», si legge nel ricorso del 20enne. «I detenuti sono costretti a pulire la muffa con la candeggina, ma il problema si presenta in maniera talmente endemica che da soli non riescono a risolverlo. Peraltro l’amministrazione penitenziaria fornisce ai detenuti i prodotti idonei solo una volta al mese, costringendoli ad acquistare personalmente i prodotti. Nella sezione e nella cella del ricorrente ci sono i topi: di recente è riuscito a catturarne uno, che ha poi mostrato agli agenti e al personale medico».

Dopo il suicidio i detenuti hanno dato fuoco ad alcuni oggetti che si trovavano all’interno delle celle, soprattutto lenzuola e materassi. Durante la protesta, fuori da alcune celle è stato esposto uno striscione con le parole: «Suicidio/Carcere/Aiuto/Help».

In un articolo pubblicato su Repubblica Firenze l’ex sindaco di Firenze Dario Nardella, eletto europarlamentare alle recenti elezioni europee, ha scritto che il carcere di Sollicciano è una vergogna. Durante il suo ultimo sopralluogo Nardella aveva segnalato celle inutilizzabili, allagamenti e muffe ovunque, mancanza di spazi comuni, telecamere rotte, piccioni nei corridoi del reparto psichiatrico, servizi igienici inagibili. «In una cella un detenuto con problemi psichiatrici giaceva in terra mentre un piccione mangiava dal suo piatto di pasta», ha scritto Nardella. «Pochi mesi fa il presidente Mattarella aveva chiesto di agire subito contro la piaga dei suicidi in carcere. Il risultato? La totale assenza del governo e una lunga serie di morti».

I lavori di manutenzione finanziati negli ultimi anni per migliorare le condizioni dei detenuti sono molto lenti e in alcuni casi non sono mai iniziati. Il cantiere da 2,6 milioni di euro per sistemare le facciate è sospeso, mentre il rifacimento delle docce non è andato oltre i rilievi preliminari. La Regione Toscana ha stanziato 4 milioni per sostituire il cappotto, mettere nuovi infissi e installare pannelli fotovoltaici per ridurre il costo dell’elettricità, contrastare il caldo estivo e il freddo in inverno, ma servono altri 500mila euro per completare queste opere.

Interpellato da Repubblica, il sottosegretario alla giustizia di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro ha detto che serve iniziare una discussione con le amministrazioni locali «sull’idea di un rifacimento complessivo del carcere di Firenze», un modo per dire che serve abbattere l’edificio attuale per costruirne uno nuovo. «Inutile spendere soldi su Sollicciano che ha 40 anni, mancano spazi, manca tutto», ha detto il garante regionale dei detenuti, Giuseppe Fanfani.

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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare l’associazione Samaritans al numero 06 77208977, tutti i giorni dalle 13 alle 22.