Un tribunale russo ha condannato a 6 anni di carcere una regista teatrale e una drammaturga
Evgenia Berkovich e Svetlana Petriychuk sono state accusate di aver «giustificato il terrorismo» con uno spettacolo, ma per gli attivisti per la democrazia il processo è legato alla loro opposizione al regime di Putin
Lunedì un tribunale di Mosca ha condannato una regista teatrale e una drammaturga a sei anni di carcere con l’accusa di aver «giustificato il terrorismo» con un loro spettacolo a proposito delle donne russe che hanno sposato combattenti dell’ISIS. La regista, sceneggiatrice e poeta Evgenia Berkovich (39 anni) e la drammaturga e insegnante Svetlana Petriychuk (44 anni) erano state arrestate il 5 maggio del 2023 dopo essere state denunciate da un movimento di estrema destra per lo spettacolo Finist Yasny Sokol, messo in scena nel 2020. Da allora sono in carcere. Entrambe hanno sempre rifiutato le accuse dicendo in tribunale che il loro spettacolo trasmette in realtà un messaggio contrario a quello del terrorismo.
Secondo molti attivisti per la democrazia il processo alle due autrici dimostra l’intolleranza del governo del presidente Vladimir Putin nei confronti della libertà artistica ed è dovuto alla loro opposizione al regime. Berkovich è una femminista e nel 2022, poco dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, aveva partecipato a una manifestazione contro la guerra per cui era stata incarcerata per 11 giorni.
Non è la prima volta in anni recenti che noti intellettuali russi vengono processati per i contenuti delle proprie opere, ma è il caso più grosso dall’inizio dell’invasione. Dal 2022 il regime russo ha aumentato la repressione del dissenso interno, perseguitando qualsiasi forma di critica della guerra e del governo.
Una lettera aperta in sostegno di Berkovich e Petriychuk pubblicata dal giornale indipendente Novaya Gazeta è stata firmata da più di 16mila persone nell’ultimo anno. Anche la lettera dice che Finist Yasny Sokol «trasmette chiaramente un sentimento antiterrorista». Negli scorsi mesi inoltre decine di attori, registi e giornalisti russi avevano scritto delle deposizioni giurate per il tribunale di Mosca chiedendo la scarcerazione di Berkovich e Petriychuk in attesa del processo. All’ultimo Festival del cinema di Cannes il regista Kirill Serebrennikov ha mostrato una fotografia di Berkovich e Petriychuk durante un evento dedicato alla promozione del film Limonov: The Ballad.
Il titolo dello spettacolo significa “Finist, il falco coraggioso” e fa riferimento a una fiaba russa simile a La bella e la bestia. Il testo dello spettacolo è basato sui documenti di numerosi processi contro donne russe, kazake e uzbeke che erano andate in Siria per sposare membri dell’ISIS e per questo poi erano state accusate di aver contribuito ad atti di terrorismo. Tra i documenti in questione ci sono trascrizioni di interrogatori e sentenze di tribunale. Lo spettacolo era stato in parte finanziato da fondi stanziati dal ministero della Cultura russo e aveva vinto un prestigioso premio russo per il teatro, il premio Maschera d’Oro.