Le proteste contro il turismo di massa a Barcellona
Sabato pomeriggio migliaia di abitanti hanno sfilato per le strade cantando «turisti, andate a casa!» e spruzzando alcuni di loro con pistole ad acqua
Sabato a Barcellona, in Spagna, migliaia di persone hanno manifestato contro il sovraffollamento di turisti in città e contro la crescente dipendenza dell’economia locale dal turismo di massa, che una parte dei cittadini considera insostenibile e dannoso. È stata la prima manifestazione di dimensioni ingenti su questo tema, in una città da 1,6 milioni di abitanti e 30 milioni di turisti annuali in cui un certo tipo di turismo è percepito sempre più spesso come un problema, piuttosto che un’opportunità.
La manifestazione è stata organizzata da oltre cento associazioni e guidata dall’Assemblea de Barris pel Decreixement Turístic (Assemblea dei quartieri per la decrescita turistica), che da anni chiede un ripensamento del modello turistico in favore di una maggiore attenzione alla sostenibilità. Secondo la polizia alla manifestazione hanno partecipato poco meno di 3mila persone, secondo l’organizzazione 20mila: El Paìs ha scritto che c’erano senza dubbio migliaia di partecipanti e che la protesta «ha incanalato i disagi vissuti sempre più spesso da vari quartieri della città», mostrando che «il problema non appartiene più solo al centro di Barcellona, anche se ha come epicentro e simbolo particolarmente riconoscibile la zona della Rambla».
Negli ultimi anni il problema del sovraffollamento turistico è molto sentito e discusso in varie città europee e italiane – tra cui Venezia e Genova – e coinvolge soprattutto le metropoli come Barcellona, note in tutto il mondo e facilmente raggiungibili in aereo da ogni parte d’Europa anche solo per un weekend. I problemi e i disagi più citati per via di questo turismo, spesso breve e concentrato in alcune zone della città, vanno dall’aumento dei prezzi delle case – che vengono rimosse dal mercato immobiliare dei residenti per poter essere affittate ai turisti a prezzi più alti – allo stravolgimento del tessuto commerciale di determinati quartieri, dove botteghe storiche utili per gli abitanti del posto vengono sostituite con negozi di souvenir o comunque pensati per vendere prodotti di scarsa qualità ai turisti.
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La manifestazione è partita dalla Rambla, la celebre via del centro della città, piena di turisti quasi a ogni ora del giorno, ha attraversato vari quartieri del centro e si è conclusa sulla spiaggia della Barceloneta. Sono stati esibiti striscioni con messaggi come «Il turismo uccide le città» e «Turisti, tornate a casa!», e ci sono stati dei momenti di tensione: alcuni manifestanti, per esempio, hanno portato con sé delle piccole pistole ad acqua (come quelle usate dai bambini per farsi gli scherzi) e hanno spruzzato acqua contro i turisti che stavano seduti nei dehors di bar e ristoranti.
Molti slogan e cartelli erano rivolti anche contro il sindaco di Barcellona Jaume Collboni, espressione del Partito Socialista ed eletto nel 2023. Collboni viene accusato di non fare abbastanza per gestire il problema, nonostante negli ultimi anni abbia approvato varie misure per ridurre un po’ la pressione turistica sulla città. La giunta di Collboni per esempio ha aumentato notevolmente la tassa di soggiorno, che ora è di 7,50 euro a persona, e annunciato misure a lungo termine come la riduzione del numero di navi da crociera che arrivano in città e la progressiva riduzione delle licenze concesse agli appartamenti che attualmente vengono affittati a breve termine ai turisti.
Alla Barceloneta è stato poi letto un manifesto in cui si diceva che «i cittadini subiscono direttamente le conseguenze del turismo tra l’aumento del costo della vita e degli affitti, la pressione sui servizi pubblici e la perdita dell’identità culturale locale». Per contro, i rappresentanti dell’industria del turismo ricordano che le attività turistiche compongono il 14 per cento del prodotto interno lordo di Barcellona e danno lavoro a circa 150mila persone.
Non è comunque la manifestazione più grande che si sia tenuta sul tema in Spagna negli ultimi tempi: a Palma di Maiorca il 25 maggio la polizia ha contato 10mila manifestanti; a Malaga il 29 giugno ne sono state contate 15mila. Alle isole Canarie ad aprile sono stati 50mila.
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