In Kenya è iniziato il processo per terrorismo contro il predicatore Paul Mackenzie
Lui e decine di collaboratori sono stati accusati di aver convinto oltre 400 persone a lasciarsi morire di fame per «incontrare Gesù»
Lunedì a Mombasa, in Kenya, è cominciato un processo contro 95 persone, tra cui il predicatore Paul Nthenge Mackenzie: sono tutte accusate di terrorismo per aver convinto oltre 400 adepti di un culto religioso a lasciarsi morire di fame per «incontrare Gesù». Mackenzie è considerato il leader di questo culto, la Good News International Church: era stato arrestato insieme a decine di collaboratori nell’aprile del 2023 dopo che le autorità keniane avevano trovato centinaia di corpi di persone appartenenti alla sua congregazione, seppelliti in decine di fosse comuni in una foresta a ovest di Malindi, nella parte meridionale del paese.
I corpi avevano segni di violenze, come botte e strangolamenti, e ad alcuni di loro erano stati rimossi organi interni. La causa principale della morte però era stato un prolungato digiuno: secondo alcuni superstiti infatti Mackenzie avrebbe sostenuto che digiunare avrebbe assicurato loro un posto in paradiso. Fra le persone ritrovate c’erano anche molte famiglie con bambini, e dalle indagini è emerso che alcune bambine all’interno del gruppo erano state molestate sessualmente.
Il predicatore e i suoi co-imputati sono accusati di terrorismo, ma anche di omicidio, omicidio colposo, rapimento e tortura e crudeltà sui minori. Si sono finora detti non colpevoli. Fra le accuse contro le 95 persone incriminate c’è anche quella di «aver sottoposto bambini a tortura». Mackenzie, che invece non praticava il digiuno, ha negato di avere responsabilità nelle morti, sostenendo di aver chiuso la Chiesa nel 2019.
Il caso ha sollevato molte discussioni in Kenya, che è un paese a maggioranza cattolica dove la nascita di culti simili non è rara ed è complessa da regolamentare.
Con il termine “culti” si intendono congregazioni di fedeli guidati da predicatori che, pur in assenza di una formazione teologica, avviano gruppi religiosi e fondano “chiese” con un loro nome e una loro sede, a cui poi aderiscono i seguaci che ne seguono i dettami. È un fenomeno che esiste in diversi paesi africani e non solo: spesso i gruppi hanno legami con la criminalità organizzata e sono pericolosi per chi vi aderisce. Nell’Africa subsahariana nascono soprattutto in gruppi di ispirazione evangelica e generano eccessi di vario tipo, nei casi più estremi portando anche a suicidi collettivi, come successo in Kenya.
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